TORINONophoto è la sezione di Paratissima dedicata alla fotografia che, quest’anno, si presenta sotto una nuova veste. In questa prima edizione – curata da Daniele Ratti con la collaborazione di Laura Tota – sono in programma 7 mostre: 5 personali, una collettiva di 8 talenti emergenti selezionati e, infine, una mostra dal titolo “Learning to fly” curata dalla giovane curatrice Laura Tota del corso per curatori di Paratissima N.I.C.E.

 

Learning to fly Giuseppe Pepe LoosingMyMind @twomacks
Learning to fly Giuseppe Pepe LoosingMyMind @twomacks

 

Tra le personali, Nophoto ospita il lavoro di Franco Pagetti “Les Voiles d’Alep/Syrie”, realizzato in Siria all’inizio del 2013, che mostra il dolore e le ferite del conflitto siriano attraverso i veli colorati che occupano le strade della città distrutta di Aleppo, e “Zompi” di Gabriele Galimberti, i selfie dell’artista scattati in giro per il mondo che immortalano un salto, lo zompo appunto. Tra i fotografi esposti, arrivano da Cortona On The Move, partner per il secondo anno di Paratissima, i progetti fotografici del fotografo sudcoreano Daesung Lee “Futuristic Archaeology”, una riflessione sul cambiamento climatico che minaccia la desertificazione in Mongolia, “Danesland” di Giulia Mangione che esplora i concetti di nazionalità e identità nel contesto culturale dei sobborghi e delle zone rurali in Scandinavia, e “Working Holiday Visa: Australia” di Gabriele Duchi.

 

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Paratissima © Daesung Lee Futuristic Archaeology

 

In “Futuristic Archaeology” Daesung Lee ha inserito i ritratti delle popolazioni nomadi della Mongolia in “diorami” che raffigurano paesaggi in avanzato stato di desertificazione trasformando così le persone e la loro cultura in una collezione da museo, un reperto del passato cancellato dalla desertificazione.

“Danesland” di Giulia Mangione rappresenta un viaggio all’interno della cultura e della società danese, tra comunità che vivono in piccoli paesi e conservano usi e abitudini del passato. Vengono documentati i rituali danesi tra bagni d’inverno, feste private e campeggi di nudisti, tra tradizioni che stanno ormai scomparendo.

 

Gabriele Duchi Working Holiday Visa
Working Holiday Visa, Australia, Nuova Zelanda © Gabriele Duchi

 

Il “Working Holiday Visa: Australia” è il nome del progetto fotografico di Gabriele Duchi ed è anche il visto che permette a tutti coloro che lo ottengono di lavorare, con lo scopo di finanziare il proprio viaggio, nel paese che ha concesso loro il visto. Tra i vari paesi che lo rilasciano il più popolare è l’Australia che con i suoi 240mila permessi erogati solo nel 2015 è il paese che riceve il maggior numero di applicazioni. I giovani viaggiatori provenienti dai 31 paesi partner vivono un’esperienza unica, importante, a volte complicata, che si compie attraverso le difficoltà e le gioie di ogni giorno, dal lavoro in campagna ad un barbecue in compagnia, dalla scoperta dell’immensità di una terra lontana alla riscoperta di se stessi.

 

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Paratissima. Franco Pagetti Les Voiles dAlep, Syrie

 

FRANCO PAGETTI – LES VOILES D’ALEP/SYRIE

«Ho passato più di 20 anni a fotografare la guerra in Afghanistan, Kosovo, Timor Est, Kashmir, Palestina, Sierra Leone, Sud Sudan, Siria. Ogni volta che mi sono trovato di fronte alla violenza dei conflitti, è stato estremamente difficile mantenere le distanze. Credo profondamente nel ruolo essenziale dei fotoreporter come testimoni che hanno l’obiettivo di informare e testimoniare le sofferenze subite dalle vittime dell’assurdità della guerra. Durante il mio ultimo viaggio ad Aleppo, in Siria, nel 2013, mi sono però reso conto che avrei potuto fotografare il conflitto in modo diverso, più distanziato ma rivelando la vita degli abitanti di una città devastata dai bombardamenti. Forse un modo anche più accessibile perché privo di violenza. Ho scelto così di fotografare i veli che hanno invaso la città distrutta di Aleppo. Il velo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella cultura del Medio Oriente: serve per nascondersi alla vista degli altri, dall’esterno, per preservare l’intimità. E nel terribile contesto della Siria di oggi, per proteggere le persone vive dalle sparatorie dei cecchini. Protezione e bellezza all’interno del caos: ecco quello che comunicano le immagini».

 

Death Valley, California - Dec 2010
Death Valley, California – Dec 2010 © Gabriele Zompi

 

GABRIELE GALIMBERTI – ZOMPI

«Sono ormai dieci anni che giro il mondo per lavoro e progetti ne ho realizzati tanti, alcuni leggeri e divertenti, altri più impegnativi e forse difficili da spiegare. Viaggio sempre da solo e non c’è mai nessuno che mi fotografi nei posti dove sono, davanti ai monumenti che vedo o con le persone che incontro. Ho quindi iniziato a farmi degli autoritratti, mettendo la macchina a terra e impostando il timer su 10″. Volevo foto che mi ricordassero dove sono stato e soprattutto foto da poter inviare ad amici e ai familiari per dire: guardate dove sono! Che poi, mi sembra, sia una delle ragioni fondamentali per le quali si fotografa. Il primo zompo l’ho fatto per caso, nel 2007, di fronte alla Sierra Nevada in California. Avevo voglia di saltare. Forse retaggio del mio passato da cestista. Mi è piaciuto il risultato e da allora ho “zompato” ogni volta che mi sono fotografato, Non ho fatto nessuna riflessione su me stesso, sulla linguistica dell’autoritratto, sull’esegesi del selfie. Per me è solo un gioco! Ah, gli zompi sono tutti veri, niente Photoshop!».

 

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learning to fly, Abdallah Sabry, Lucifer Angel expelled from heaven

 

LEARNING TO FLY

La mostra “Learning to fly” a cura di Laura Tota, indaga il desiderio di volare dell’uomo. Tra voli pindarici, ali posticce, salti, sospensioni, evoluzioni aeree e schianti in picchiata, gli artisti selezionati raccontano l’eterna avventura del volo.

In mostra gli scatti onirici di Erika Zolli, Isabella Indiesigh e le iconografie fiabesche di Elis Scascitelli, in dialogo con le sospensioni rarefatte di Carola Ducoli e le atmosfere semioscure e surreali di Irene Gittarelli. A rappresentare la leggerezza della danza, forma primordiale di elevazione fisica, le eleganti muse di Maria Gaia Franciosi, affiancate dalle plastiche evoluzioni delle modelle di Michele Bacci, fotografo di moda specializzato in scatti in bianco e nero. La lotta alla forza di gravità che trova nel nuoto la sua massima espressione, è rappresentata dalle sirene di Riccardo Bandiera che si lasciano sospingere dall’acqua abbandonando ogni forma di resistenza, proprio come fanno i soggetti “decapitati” degli scatti di Giuseppe Pepe che, per alleggerirsi e poter spiccare il volo, decidono letteralmente di perdere la testa. Eppure, nonostante i tentativi, è solo attraverso ingegnosi marchingegni che ad oggi l’essere umano, sprovvisto di ali, riesce a librarsi realmente nell’aria, proprio come illustra Mariano Doronzo con il suo parapendista che vola leggero su sterminati paesaggi. La caduta rappresenta la fine del sogno, la fase della disillusione derivante dalla consapevolezza dell’impossibilità di raggiungere l’agognata meta. La vertigine, idealmente rappresentata da una pioggia di corpi in picchiata nello scatto di Jessica Dotto, riporta subito alla mente la caduta dell’Angelo Lucifero, interpretato dagli scatti dell’egiziano Abdallah Sabry. A chiudere il percorso espositivo, l’esistenzialismo di Pierluigi Fresia, racchiuso in un emblematico scatto: un messaggio per tutti, una constatazione, poche significative parole, per un’unica inevitabile conclusione.

 

LA COLLETTIVA NOPHOTO

Otto i talenti emergenti, selezionati tra gli iscritti a Paratissima, per la mostra collettiva di Nophoto: Davide Biscaglia, Massimo Masone, Giorgio Beltramo, Maria Luisa Miotti, Pierfranco Fornasieri, Roberto Bassignana, Susanna Cagliero, Nicoletta Tortone.

“365 Strangers” di Davide Biscaglia è una raccolta di 365 ritratti fotografici e relazionali: dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015 l’artista ha fotografato e raccontato uno sconosciuto al giorno, incontrato e scelto per strada, per 365 giorni. “Seconde Storie” di Pierfranco Fornasieri è un lavoro sulle storie sospese, degli altri, in divenire o già accadute e fissate in un attimo. Massimo Masone in “Emozioni Subalpine” fotografa i luoghi di Torino con un’attenzione che diventa emozione. Maria Luisa Miotti in “Pendii incisi. Una ricerca grafica della montagna” cattura nei profili di valli, vette e dirupi forme architettoniche e di design. Gli scatti di “Oltre il muro” di Nicoletta Tortone sono stati realizzati a Pantelleria e attraverso la doppia esposizione catturano la totale fusione tra uomo e natura. “Autoscatti” di Giorgio Beltramo è un percorso di ricerca sul tema della memoria. “Give me a pool! And I’ll be happy” di Roberto Bassignana è un lavoro sui luoghi dove l’acqua è innaturalmente docile. Susanna Cagliero, artista e architetto torinese, dipinge con la macchina fotografica. Gli scatti “Out in time” realizzati con la tecnica del “mosso in camera” ricordano i tratti pittorici delle sue tele ed esaltano la sensazione dell’attimo fuggente.

 

Paratissima

Quando: 2-6 novembre 2016

Dove: Torino Esposizioni, corso Massimo D’Azeglio 15

Info: www.paratissima.it