MILANO. Fino al 13 giugno 2015 Micamera ospiterà la mostra “Lo sviluppo narrativo”,  libri e fotografie di Alessandra Spranzi, Matteo Terzaghi e Marco Zürcher.

 

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Se lo sviluppo è ciò che trasforma un’immagine latente in una fotografia, ossia in un’immagine esplicita, allora si potrebbe dire che il processo di sviluppo di un’immagine fotografica non è mai concluso e si prolunga nello sguardo dell’osservatore. Come artisti-fotografi, Alessandra Spranzi, Matteo Terzaghi e Marco Zürcher operano soprattutto a questo livello: più che scattare fotografie, essi le staccano da un contesto obsoleto o oscuro per poterle sviluppare in direzioni impreviste, soprattutto attraverso il montaggio con altre immagini. Due fotografie accostate possono così svilupparsi in una storia d’amore, come in The Tower Bridge di Terzaghi e Zürcher, un lavoro del 2009, già pubblicato dalle Edizioni Periferia di Lucerna e ora esposto per la prima volta in Italia. Analogamente, due fotografie sovrapposte possono svilupparsi in un’indagine poetica sullo “spaziotempo” domestico, come in In quello stesso momento di Alessandra Spranzi, un lavoro del 2012 appena pubblicato da Humboldt Books di Milano.
Riunendo per la prima volta in un unico spazio espositivo libri e lavori fotografici di questi artisti che si conoscono e collaborano da diversi anni, Micamera intende proseguire la propria ricerca su quell’importante filone della fotografia contemporanea che attiene al riuso delle immagini trovate.

 

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Alessandra Spranzi vive a Milano, dove dal 2009 insegna fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Le sue mostre più recenti sono:
Sortilegio, Centre Photographique d’Ile-de-France, Pontault-Combault (2015); Maraviglia, P420, Bologna (2014); Opere e Progetti del Museo di Fotografia Contemporanea, Triennale di Milano (2014); Così accade, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2014); Arcade Gallery, Londra (2014); Highlights, Studio Dabbeni, Lugano (2014); Galleria Martano, Torino (2013); Lumpenfotografie, Galleria P420, Bologna (2013); Autoritratti. Iscrizioni al femminile nell’arte italiana contemporanea, MAMbo, Bologna (2013); Richard Wentworth e Alessandra Spranzi, Galleria Nicoletta Rusconi, Milano (2012).
Una parte non marginale del suo lavoro è costituita da libri fotografici e d’artista, tra cui Vendesi (2013), Una casa su misura (2011), Selvatico o colui che si salva (2008), Cose che accadono (2005), La donna barbuta (2000) e Tornando a casa (1997).

Matteo Terzaghi e Marco Zürcher, entrambi cresciuti nel Canton Ticino, hanno iniziato a collaborare poco più che ventenni, nel 1992, quando hanno realizzato il cortometraggio in 16mm Ipotesi di un luogo chiamato Zucca. Le loro mostre più recenti sono: Le Chez-soi, Galleria Daviet-Thery, Parigi (2009); Non c’è memoria senza fantasma, Museo Cantonale d’Arte, Lugano (2009); Opere recenti, Galleria Edizioni Periferia, Lucerna (2010); Matteo Terzaghi / Marco Zürcher, Museum in Gliwice (2015). Tra le mostre collettive più recenti: Bye Bye Ducks and Drakes, Villa du Parc, Annemasse (2013), Ti–Ch, Museo Cantonale d’Arte, Lugano (2014); Seeing. An infinite gaze, Fotografia Europea, Reggio Emilia (2014); Kunst Heute. The Collection of Contemporary Art, Kunstmuseum Bern (2014). Hanno pubblicato diversi libri, tra i quali: Che ci faccio qui? (Periferia, 2009), The Tower Bridge e altri racconti fotografici (Periferia, 2009), Appunti per una grande enciclopedia dello spazio scritta e illustrata senza uscire di casa (Periferia, 2012) e Hotel Silesia (Czytelnia Sztuki, 2013). Tra i riconoscimenti: il Premio federale d’arte (Svizzera, 2003, 2005 e 2006) e il Premio Manor (2009).

 

Info: www.micamera.it