MERANO. Sarà una mostra che farà felici tantissimi quella sarà proposta a Merano Arte. Qui presenta sarà infatti esposta, grazie anche alla collaborazione con la collezione Verbund di Vienna, una doppia personale dedicata a Francesca Woodman (1958–1981) e a Birgit Jürgenssen (1949-2003), due tra le più importanti esponenti dell’arte contemporanea.

 

Francesca Woodman Untitled, Providence, Rhode Island, 1976/1999 S/W-Silbergelatineabzug auf Barytpapier / Black-and-white gelatin silver print on barite paper © Courtesy George and Betty
Francesca Woodman Untitled, Providence, Rhode Island, 1976/1999 S/W-Silbergelatineabzug auf Barytpapier / Black-and-white gelatin silver print on barite paper © Courtesy George and Betty

 

I loro lavori, oltre che a livello estetico e concettuale, dialogano felicemente anche in senso storico, in quanto rappresentano due degli esempi più alti del “femminismo poetico-performativo” degli anni Settanta. E, nonostante Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen non si siano mai incontrate, numerosi sono i parallelismi possibili tra le loro opere come la messa in scena del soggetto, la fragilità dell’esistenza umana e soprattutto il confronto critico con la tematica del corpo femminile nell’espressione artistica.

 

Birgit Jürgenssen Ich möchte hier raus!, 1976 S/W-Fotografie © Estate of Birgit Jürgenssen / Bildrecht, Wien, 2015 / Sammlung Verbund, Wien
Birgit Jürgenssen Ich möchte hier raus!, 1976 S/W-Fotografie © Estate of Birgit Jürgenssen / Bildrecht, Wien, 2015 / Sammlung Verbund, Wien

 

Le fotografie performative realizzate dalle due artiste sono state scattate nella sfera protetta dell’atelier, solitamente utilizzando l’autoscatto. Entrambe si sono avvalse di pratiche di matrice surrealista per emancipare il loro linguaggio espressivo e hanno utilizzato il corpo come strumento formale per interrogare e mettere in discussione il proprio essere e la propria identità, ma anche per delineare una nuova immagine della donna. Il corpo, infatti, è concepito tutt’altro che come ‘natura’ o ‘oggetto sessuale’, è ‘opera d’arte’ in sé.

 

Birgit Jürgenssen Ohne Titel (Selbst mit Fellchen), 1974 / 1977-1978 Cibachrom © Estate of Birgit Jürgenssen / Bildrecht, Wien, 2015 / Sammlung Verbund, Wien
Birgit Jürgenssen Ohne Titel (Selbst mit Fellchen), 1974 / 1977-1978 Cibachrom © Estate of Birgit Jürgenssen / Bildrecht, Wien, 2015 / Sammlung Verbund, Wien

 

Mosse da un’urgenza espressiva che le ha spinte a sperimentare mettendosi in gioco e ritraendosi in prima persona, spesso nude, altre volte travestite, le due artiste hanno interrogato i tratti più reconditi della psiche umana, tentando di cogliere non una testimonianza “esterna”, quanto uno stato d’animo complesso e tutto interiore, dalla forza e delicatezza tipicamente femminili.

Se in passato i soggetti delle fotografie di Francesca Woodman sono stati spesso interpretati quale preludio estetico del suo suicidio, i recenti studi realizzati dalla collezione Verbund, iscrivono la sua ricerca nella tradizione del tableau vivant.

 

Birgit Jürgenssen, FRAU, 1972 S/W-Fotografie, überzeichnet © Estate of Birgit Jürgenssen / Bildrecht, Wien, 2015 / Sammlung Verbund, Wien
Birgit Jürgenssen, FRAU, 1972 S/W-Fotografie, überzeichnet © Estate of Birgit Jürgenssen / Bildrecht, Wien, 2015 / Sammlung Verbund, Wien

 

La rassegna a Merano Arte, curata da Gabriele Schor, proporrà 75 fotografie, in bianco e nero, di cui 20 esemplari vintage, mai esposti in Italia, accompagnate da alcune rare diapositive a colori e un video, che approfondiranno la poesia e l’ambito metaforico che caratterizza il singolare linguaggio dell’artista americana.

 

 

Francesca Woodman ha realizzato le sue opere nel corso di un periodo creativo di soli 9 anni, dal 1973 al 1981, riuscendo a esplorare varie tematiche che hanno contraddistinto il corso della storia dell’arte contemporanea: la soggettività femminile, la fotografia concettuale, la performance e la scoperta del corpo come espressione artistica. Ha utilizzato il corpo come strumento e contemporaneamente come oggetto, inserendolo in una messa in scena attentamente studiata, per raccontare suggestioni sospese, accadimenti dai tratti surreali.

 

 

 

Birgit Jürgenssen, una delle più importanti esponenti dell’avanguardia femminista degli anni settanta, ha lasciato un corpus davvero eterogeneo e complesso. La mostra presenta 44 opere, tra fotografie in bianco e nero e a colori, polaroid, rayogrammi, cianotipi, disegni, sculture (i celebri ‘oggetti scarpa’) e lavori realizzati con la stoffa, fornendo una panoramica ampia e sperimentale della sua ricerca.

Il lavoro dell’artista austriaca ruota attorno al corpo femminile che appare nelle sue metamorfosi, ora mascherato, ora frammentato, ora antropomorfo, e riflette con ironia e spirito surrealista sugli stereotipi sessuali e di genere, sui pregiudizi e malintesi della vita quotidiana. Negli anni Settanta la Jürgenssen ha affrontato anche tematiche di matrice femminista e di critica sociale, confrontandosi in special modo con uno slogan tipico di quegli anni quale “il personale è politico”.

 

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FRANCESCA WOODMAN & BIRGIT JÜRGENSSEN

Dove: Merano Arte – Edificio Cassa di Risparmio. Portici 163, 39012 Merano (Bolzano).

Quando: 27 giugno – 20 settembre 2015

Orari: 10-18. Lunedì chiuso

Biglietti: intero 6,00, ridotto per over 65/guestcard/gruppi/persone diversamente abili Euro 5,00; ridotto per studenti fino ai 26 anni Euro 2,00; gratuito per under 14, stampa, soci AMACI

Info: www.kunstmeranoarte.org

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