E’ di Fabrizio Intonti, fotografo e autore di formazione filosofica che nei suoi lavori ama esplorare i confini della fotografia, il progetto Netaphors, fondato sull’interazione creativa di una fotografia con il motore di ricerca Google Image.

[quote_box_center]Per ogni essere umano l’immagine del proprio volto è da sempre l’elemento a cui viene legata in modo primario la propria identità. La nostra immagine primaria rimanda però sempre ad una serie di altre immagini e di volti, di assonanze e somiglianze. Ad esempio, incontrando una persona la prima volta, ci capita di associare il suo volto ad altre persone che le somigliano o che ce la ricordano, cogliendo elementi simili che in modo più o meno consapevole riconduciamo entro un orizzonte visivo a noi noto o facente parte del nostro vissuto.[/quote_box_center]

Come si può reinterpretare questo gioco di rimandi nell’era di Internet, considerando che l’identità di ognuno di noi è sempre più caratterizzata dalle nostre “impronte” visive e digitali, e che uno strabiliante numero di immagini e fotografie pervade il web? E’ questa la domanda su cui si fonda il lavoro dell’artista.

La funzione di ricerca di Google Image permette di sapere in pochi secondi se una data immagine scelta  dall’utente è già presente sul web (rinviando direttamente alle pagine dei siti in cui appare) ma, oltre a questo, mostra anche quali sono le immagini visivamente simili a quella caricata.

L’artista ha utilizzato questa funzione per creare delle metafore visive a partire da alcuni ritratti da lui scattati. Nel riquadro centrale c’è l’immagine di partenza, fotografata da lui, intorno a queste le immagini “visivamente simili” a quella selezionate tra le miliardi presenti in rete da Google Image.

 

 

Utilizzando in questo modo Google Image, l’autore mette in rapporto il volto di una persona, realizzato secondo il proprio stile fotografico, con alcune tra le immagini dell’universo visivo del web, del presente o del passato (arte, fotografia, disegno) che in qualche modo a quel volto si richiamano; ciò avviene perché il motore di ricerca Google Image mostra in modo “automatico” tutte le immagini che le somigliano per colore e forma.

 

 

 

Fabrizio Intonti, il primo fotografo in Italia a realizzare fotomontaggi creativi di questo tipo, ha vinto con “Netaphors” 3 Menzioni d’Onore al Prix de la Photographie de Paris 2015.

[quote_box_center] “Con “Netaphors” ho provato a creare delle associazioni visive di volti e cose utilizzando il motore di ricerca Google image. Google non è più solo uno strumento di navigazione ma può essere anche considerato una sorta di archivio universale e collettivo che memorizza, ricorda, e mette in relazione testi e immagini pubblicate in tutto il mondo. Il progetto intende esplorare le enormi implicazioni pratiche e concettuali delle miliardi di immagini presenti sul web, provando a farle interagire creativamente.”  Fabrizio Intonti [/quote_box_center]

 

ione filosofica. La sua produzione fotografica, oltre all’attività professionale, si estende alle arti visive, sovente si basa sulla contaminazione di tecniche (analogico, digitale) e di linguaggi (parole, immagini), tenendo fermo l’intento di mostrare lo straordinario nell’ordinario, e l’ordinario nello straordinario, che si tratti di cose, persone o luoghi.

Per ulteriori informazioni sull’artista e sul progetto Netaphors:

http://www.fabriziointonti.com/

http://www.fabriziointonti.com/netaphors/