MODENA. Tre differenti mostre, tutte ad ingresso gratuito, saranno aperte fino al 17 luglio al Foro Boario di Modena.

 

summer show modena © francesco gozzi

 

Si tratta dell’appuntamento con ‘The Summer Show‘, tradizionale evento di fine anno dedicato agli studenti del master di Fondazione Fotografia che per questa edizione 2016 ha portato in Italia, per la prima volta, le opere dei vincitori e dei finalisti dello European Photography Award, un riconoscimento assegnato ogni anno ai migliori allievi delle scuole di fotografia europee. In mostra il lavoro della vincitrice Mika Sperling, studentessa dell’accademia di Bielefeld (Germania) che con ‘Brothers and Sisters’ ha ritratto particolari momenti di quotidianità della comunità mennonita tedesca, di cui la stessa Sperling ha fatto parte. In mostra anche il lavoro di Po Cheng Liao del Royal College of Art di Londra che utilizzato la macchina fotografica per rivelare le tracce del consumismo e del desiderio di possesso impresse sulle vetrine dei negozi di Londra.

Tra questi lavori sono esposto anche due progetti di studenti della scuola di fotografia modenese: Sara Vighi e Orlando Myxx.

 

 

 

 

 

Tornando ai lavori in mostra ad opere degli studenti del master di Fondazione Fotografia si può certamente dire che i loro progetti sono sempre meno fotografici (in senso lato) e sempre più artistici e sperimentali. Un po’ come il progetto di Alessio Gianardi che ha realizzato un’impronta cianotopica da un’apertura dell’ossario di San Cataldo di Modena. La sua è una riproduzione della fotografia scala 1:1 su un telo di cotone; un’impronta astratta che lascia spazio all’ambiguità e al dubbio su ciò che è stato effettivamente impresso sul telo.

Tra gli altri progetti sperimentali quello di Livia Sperandio che è andata alla ricerca della perfezione partendo da un oggetto d’uso comune e l’installazione dedicata al tempo e alla memoria di Elena Canevazzi che ha fotocopiato più di mille volte la stessa fotografia per arrivare a costruire una ‘scultura’ di fotografie impilate, alte tanto quanto la sua altezza.

In mostra anche il reportage di Andrea Luporini che è andato a ricercare quegli ambienti quotidianamente oggetto di ‘abusi’ ambientali che ha poi presentato in una sequenza di due scatti, luoghi separati da un battito di ciglia, che da una parte si presentano ‘paradisi’ ambientali e a pochi metri discariche o luoghi disastrati.

 

 

La mostra prosegue poi con le ‘Conversazioni notturne‘ di Stefano Graziani, una serie di fotografie in cui il fotografo esplora come si possa osservare quotidianamente la realtà presentando inquadrature dove appare un soggetto alla volta, senza riferimenti di tempo e luogo.

A concludere il tutto ‘Armènie Ville‘ di Claudio Gobbi un progetto di ricerca fotografica, di studio sui luoghi sacri armeni.