GIBELLINA. La città di Gibellina si prepara ad ospitare nelle sue strade e piazze la prima edizione di Gibellina PhotoRoad – Festival Internazionale di Fotografia Open Air dal 29 luglio al 31 agosto. In programma 30 mostre di autori affermati nel panorama artistico internazionale e di fotografi emergenti accompagnate, nelle giornate inaugurali, da talk, workshop, incontri, proiezioni e letture portfolio. Il festival, ideato e diretto da Arianna Catania, è organizzato dalla Galleria X3 di Palermo e dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina.
IL TEMA. La prima edizione del Festival esplora il Disordine: parola chiave del nostro tempo, puntellato da cataclismi, turbamenti e sperimentazioni, non è caos né anarchia. È invece un movimento continuo, non lineare, che si oppone all’ordine statico, producendo connessioni inedite in cui fioriscono arti, avanguardie, rivoluzioni. Proprio Gibellina – città insolita e unica, nata dal caos di un terremoto – si interroga sul “disordine”. E lo fa in uno “spazio aperto”, nello spazio pubblico, privo di ogni tipo di inquinamento visivo e luminoso, tra le sue strade piene di arte e di bellezza.
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- Turiana Ferrara_Silent Houses
- Turiana Ferrara_Silent Houses
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- Turiana Ferrara_Silent Houses
- Sundaysstorytelling_Polastoria
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- © Sarker Protick_Letters
- © Sarker Protick_Lumière
- © Sarker Protick_Lumière
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- © Valerie Jouvet
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- © Valerie Jouvet
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LE MOSTRE
Una delle mostre più attese è “1968-2016- Gibellina nello sguardo dei grandi fotografi” che sarà esposta al Baglio Di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi. La mostra collettiva riunisce le immagini di Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Enzo Brai, Giovanni Chiaramonte, Vittorugo Contino, Guido Guidi, Arno Hammacher, Andrea Jemolo, Mimmo Jodice, Melo Minnella, Sandro Scalia, Silvio Wolf.
Il viaggio nella città di Gibellina prosegue con il recente cortometraggio di Petra Noordkamp “La Madre, il figlio e l’architetto”, ambientato nella Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, con “Belice ‘80″ di Roberto Collovà, che è uno sguardo sul territorio del Belice, e con “Roundtrip” in cui, con un allestimento suggestivo, i giovani gibellinesi emigrati tornano ad “abitare simbolicamente” nella città.
Si continua ad esplorare il tema del festival, il “disordine”, con Olivo Barbieri e il suo lavoro “Italian quakes and other distasse”, parte della sua ricerca site-specific. Il progetto racconta di quei disastri naturali e umani che cambiano il paesaggio: dai crolli dell’Emilia a quelli de L’Aquila, dall’abbandono delle città della Rust Belt americana agli sventramenti e alle speculazioni edilizie di Catania e Napoli. “I Personaggi e Paesaggi” di Valerie Jouve mostrano come l’identità dei luoghi è il frutto della speciale alchimia che si crea tra gli esseri viventi e lo spazio che abitano.
- © Olivo Barbieri_site specific_site specific_DETROIT
- © Olivo Barbieri_site specific_NEW ORLEANS
- © Olivo Barbieri_site specific_site specific_EMILIA
- © Olivo Barbieri_site specific_site specific_NAPOLI
- obiettivo creativo
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- obiettivo creativo
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- Petra Noordkamp_La Madre, il Figlio e l’Architetto
- Petra Noordkamp_La Madre, il Figlio e l’Architetto
- Petra Noordkamp_La Madre, il Figlio e l’Architetto
- Petra Noordkamp_La Madre, il Figlio e l’Architetto
Il racconto si allarga alla Sicilia e al Mediterraneo. “Le Fotografie del 1950” di Milton Gendel ritraggono le atmosfere della Sicilia del tempo attraverso lo sguardo di un americano che ne riesce a cogliere la meraviglia. Il paesaggio mediterraneo odierno, invece, privato dalle palme distrutte dal punteruolo rosso perde una sua importante caratteristica che Alice Grassi prova a rintracciare nella serie “Phoenix”. Sul Mediterraneo convergono alcune delle grandi questioni contemporanee su cui la fotografia continua a interrogarsi.
In Grecia, lo sguardo di Petros Efstathiadis in “Lohos” trasforma gli abitanti in personaggi di un universo parallelo in guerra, loro malgrado, con la crisi economica e l’austerità. È il Mediterraneo la grande soglia che spesso i migranti attraversano per raggiungere l’Europa, ed è questo viaggio che Giulio Piscitelli racconta senza retorica ma con insopprimibile realtà in “From here to there“. Animate dallo stesso spirito di resistenza sono le persone ritratte da Daesung Lee sull’isola di Ghororama mentre scompare letteralmente la terra sotto i loro piedi a causa dei cambiamenti climatici.
“Women we have not lost yet” sono invece le donne di Aleppo fotografate da Issa Touma per testimoniare la loro volontà di resistenza tra la devastazione della guerra. Nell’Egitto ritratto da Andrea&Magda c’è invece in questo momento abbandono e desolazione: in Sinai Park infatti vediamo cosa ne è stato dei paesaggi incontaminati della Penisola del Sinai e di Sharm-el Sheik, di quelle mete turistiche vittima degli stravolgimenti politici ma anche del sogno del turismo di massa lungamente inseguito.
- © Giulio Piscitelli_ From there to here Deserto del Sahara, confine tra Egitto e Libia, maggio 2014 – Profughi eritrei in viaggio attraverso il deserto dopo essere stati salvati da una milizia locale. Prima di imbarcarsi verso l’Europa, i migranti clandestini scappati dall’Africa Orientale devono attraversare il Deserto del Sahara, affrontando spesso torture, violenza e ingiusti imprigionamenti.
- © Giulio Piscitelli_ From there to here Mar Mediterraneo, a circa 200 chilometri dalla costa italiana, 6 giugno 2015 – Durante le operazioni di salvataggio di profughi provenienti dalla libia. Dopo il salvataggio di più di 100 persone, la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza danno fuoco all’imbarcazione utilizzata dai migranti per evitare che venga ancora usata dai trafficanti.
- © Giulio Piscitelli_ From there to here Lampedusa, Italia – Aprile 2011 – Una barca con oltre 100 migranti provenienti dalla Tunisia segnala la sua presenza ad un peschereccio egiziano per chiedere la direzione verso le coste italiane.
- © Giulio Piscitelli_ From there to here Pozzallo (Ragusa), giugno 2014 – Barche usate da migranti sono accantonate nel porto della città dopo essere state sequestrate dai carabinieri.
- © Andrea&Magda_Sinai Park Sharm el Sheikh, marzo 2015. Un gruppo in quad in una spedizione nel deserto. Questi viaggi sono inclusi nel pacchetto “ALL inclusive”, venduto dai tour operator. Il viaggio di solito comprende un giro in cammello e una “cena beduina” con uno spettacolo di danza del ventre.
- © Andrea&Magda_Sinai Park Taba, Sinai, luglio 2014. Resort rimasto incompiuto e abbandonato. Dopo il ritiro di Israele nel 1982 , la località balneare del Sinai con i suoi coralli e vita sottomarina, ha visto una spinta reale per lo sviluppo del turismo dagli egiziani. Ma la rivoluzione del 2011 ha inflitto uno shock all’economia locale.
- © Andrea&Magda_Sinai Park Taba, Sinai, July 2014. Al Farah, sea side resort, unfinished and left abandoned since 2007. Taba, Sinai, Luglio 2014. Al Farah, località balneare, non finita e lasciata abbandonata dal 2007.
- © Andrea&Magda_Sinai Park Sharm el Sheikh, Sinai , gennaio 2015. Un’animazione programmata da Genena, il più grande centro commerciale mai costruito nel Sinai. Aperto nell’estate 2014, conta centinaia di negozi, molti dei quali ancora vuoti, e anche un bowling, un cinema 7D, una pista di pattinaggio, un museo con le repliche della Tut king tomb.
- © Andrea&Magda_Sinai Park Sharm el Sheikh, Sinai, Gennaio 2015. Scenografia dello spettacolo di suoni e luci di “Mille una notte”. Sharm el Sheikh, Sinai, January 2015. Scenery of the sound and light show of the “thousand one nights”.
- © Daesung Lee_On the shore of a vanishing island 02
- © Daesung Lee_On the shore of a vanishing island 02
- © Daesung Lee_On the shore of a vanishing island 02
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- © Issa Touma_Women We Have Not Lost Yet
- © Issa Touma_Women We Have Not Lost Yet
- © Issa Touma_Women We Have Not Lost Yet
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- © Milton Gendel_Fotografie del 1950
- © Milton Gendel_Fotografie del 1950
- © Milton Gendel_Fotografie del 1950
- © Milton Gendel_Fotografie del 1950
- Alice Grassi_Phoenix
- Alice Grassi_Phoenix
- Alice Grassi_Phoenix
Caotico è anche l’Universo, un mistero che l’uomo cerca da sempre di ricondurre ad ordine conoscibile. Un progetto di video-mapping site-specific, “Planet A” di Danilo Torre, illuminerà la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, utilizzando immagini provenenti dallo spazio: uno spettacolo suggestivo che susciterà “sensazioni cosmiche” nello spettatore.
Massimo Mastrorillo in “God was there and I got so close“ racconta la complessa tecnologia di ciò che lui stesso considera il luogo più vicino a Dio sulla Terra, il CERN. E l’Universo è anche una suggestione di ricerca dell’inizio, che Sarker Protick coglie in “Origin”, un progetto composto da visioni senza inizio e fine che nascono nell’oscurità profonda e si compongono in forme fatte di luce. Alessandro Calabrese dedica a Gibellina il nuovo capitolo della serie “A failed entertainment“, un lavoro composto dalla sovrapposizione di immagini provenienti dalla Rete, che da flusso anonimo si trasformano in nuovi oggetti dalla pluralità di forme e significati.
Un meccanismo illusorio pervade “Wish you were here/Burnt” di Emma Weislander, in cui una nitida natura incontaminata e perfetta si scopre invece composta da oggetti completamente diversi. Anche “Silent Houses” di Turiana Ferrara gioca sulle suggestioni notturne, con cui la percezione dello sguardo può costruire infinite letture narrative.
- © Massimo Mastrorillo_God was there and I got so close
- © Massimo Mastrorillo_God was there and I got so close
- © Massimo Mastrorillo_God was there and I got so close
- © Massimo Mastrorillo_God was there and I got so close
- Torre – Nasa-Marte
- © Alessandro Calabrese_A failed Entertainement
- © Emma Wieslander_Untitled5_From the series Wish You Were Here
- © Emma Wieslander_Untitled5_From the series Wish You Were Here
- © Emma Wieslander_Untitled5_From the series Wish You Were Here
L’assenza di segni dell’uomo parla invece di un abbandono ineluttabile in “Le Pietre di Palermo” di Ezio Ferreri, serie realizzata nella Palermo degli anni ’90, quando gli edifici bombardati dalla seconda guerra mondiale non erano ancora stati ricostruiti e oggi molti non esistono più. In “Prometeo” di Dario Coletti nessuna immagine è scartata, e tutto viene riutilizzato in contesti narrativi nuovi, diventando uno sfondo o un frammento costitutivo di una nuova immagine, che emerge da un caos primordiale, da cui tutto ha origine. Dal lavoro di Rori Palazzo, “Wunderkammer”, emergono sedimentazioni inconsce, un caos mnemonico di oggetti diversi, proiezioni esplicite dell’animo del collezionista dal Cinquecento ad oggi. L’idea della catalogazione eversiva permea anche “Ahead” di Anouk Kruithof, una collezione di 1080 ritratti di spalle ordinati su una scala cromatica, che sottolineano come, nonostante tutto, il genere umano sfugga a qualsiasi tentativo di ordine e classificazione. Stranianti immagini raccontano le navi e i loro diversi utilizzi nel lavoro di Maria Vittoria Trovato, “Allure of the seas”.
- © Ezio Ferreri_Le pietre di Palermo
- © Ezio Ferreri_Le pietre di Palermo
- © Ezio Ferreri_Le pietre di Palermo
- © Ezio Ferreri_Le pietre di Palermo
- © Ezio Ferreri_Le pietre di Palermo
- © Ezio Ferreri_Le pietre di Palermo
- roundtrip
- © Rori Palazzo_Wunderkammer
- © Rori Palazzo_Wunderkammer
- © Rori Palazzo_Wunderkammer
- © Rori Palazzo_Wunderkammer
- @ Dario Coletti_Prometeo
- @ Dario Coletti_Prometeo
- @ Dario Coletti_Prometeo
- @ Dario Coletti_Prometeo
- © Anouk Kruithof_Ahead
La tecnologia contribuisce a formare l’idea creativa, come nel caso degli “Urtypes” di Urfaut, immagini sviluppate su E-paper che si interrogano sulle possibili evoluzioni della produzione e fruizione fotografica. Parte dalla luce e dal dato tecnico dell’esposizione la ricerca di Giuseppe Sinatra, “Collezione“.
Durante le tre giornate di inaugurazione il collettivo Sundaystorytelling con la performance “Polastoria” scatterà tra i visitatori dei ritratti estemporanei in polaroid, su cui viene scritta una breve storia, da portare a casa.
- © Maria Vittoria Trovato_Allure of the seas
- © Maria Vittoria Trovato_Allure of the seas
- © Maria Vittoria Trovato_Allure of the seas
- © Maria Vittoria Trovato_Allure of the seas
- © Giuseppe Sinatra_Collezione
- © Image from the dummy book
- Photobook Bristol
29 LUGLIO – 31 AGOSTO
GIBELLINA PHOTOROAD
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA OPEN AIR