L’estate porta in Calabria la fotografia contemporanea. Dal 29 luglio al 10 settembre, infatti, il suggestivo borgo di Fiumefreddo Bruzio ospita la prima edizione di Fiumefreddo Photo Festival. Si tratta del primo festival diffuso di fotografia realizzato in questa splendida regione, ideato e promosso dall’Associazione “Pensiero Paesaggio”.
Il borgo si trasformerà in una cornice espositiva a cielo aperto, pronta ad accogliere mostre, eventi, talk e workshop con i protagonisti della fotografia contemporanea italiana e internazionale.
Uno sguardo unico sul mondo
Fiumefreddo Photo Festival vuole essere uno sguardo sul mondo che si apre nel cuore del Mezzogiorno d’Italia, la Calabria, un festival di fotografia contemporanea che unisce una vocazione fortemente internazionale ad un profondo radicamento territoriale con uno sguardo rivolto ad indagare l’immagine attraverso l’incontro e la ricerca sul campo, con esposizioni, installazioni e proiezioni pensate per interagire col tessuto urbano e sociale in modo fortemente dinamico.
La direzione progettuale e organizzativa di Fiumefreddo Photo Festival è a cura di Anna Francesca Catalano, fondatrice dell’Associazione “Pensiero Paesaggio”, fotografa ed esperta di comunicazione. La direzione artistica e curatoriale è invece affidata a Teodora Malavenda, photo editor di WE World Energy e curatrice indipendente. Il Festival è patrocinato dal comune di Fiumefreddo Bruzio.
Le mostre da vedere a Fiumefreddo Photo Festival
Il tema di questa prima edizione è “Midway: between past and future”, un concetto che indaga una turbolenza e insieme una grande opportunità, ovvero quella di comporre nuove ed inedite combinazioni in cui si incontrano passato e futuro, tradizione e innovazione, globale e locale.
Sul fronte del programma generale, sono stati svelati i primi autori – e relativi progetti – che saranno esposti al festival. Progetti in cui coesistono e si fondono l’arcaico e l’iper-futuro, capaci di descrivere il tempo che ci appartiene ma anche di suscitare perplessità e innescare dubbi, con uno sguardo molto attento ai temi della salvaguardia ambientale e climatica e alle ricadute culturali, politiche e sociali che questa innesca.
Si parte con l’artista ecuadoriano-israeliano Misha Vallejo Prut, già vincitore di numerosi premi internazionali, i cui lavori sono stati esposti in gallerie, centri culturali e festival per tutto il mondo e pubblicati su testate come The New York Times, Washington Post, Vice,… e che a Fiumefreddo porterà “Secret Sarayaku”, un racconto della comunità indigena Kichwa di Sarayaku (in Ecuador) e del suo controverso rapporto con la tecnologia e la contemporaneità, da quando i suoi membri hanno deciso di diventare cyber-attivisti a difesa del loro patrimonio ambientale.
Il fotografo documentarista Marco Zorzanello espone a Fiumefreddo il suo progetto a lungo termine “Tourism in the climate change era”. Già apprezzato dai maggiori media del panorama internazionale (National Geographic, Time, Newsweek), il progetto documenta come il settore del turismo stia reagendo agli effetti del cambiamento climatico, un reportage itinerante che vede protagonista i territori delle Alpi italiane, Israele, Palestina, Canada, Groenlandia, Islanda e – per la prima volta in mostra – anche le Maldive.
Spazio anche a Gabriele Cecconi, fotografo pubblicato da testate italiane e internazionali, le sue opere sono state esposte in musei, festival e gallerie, tra cui il Museo di Stato Ermitage, la sede delle Nazioni Unite, Photo Vogue Festival, Festival della Fotografia Etica,…
Presenterà in mostra “TiàWùK”, indagine fotografica sul micro-cosmo del Kuwait, un lavoro che mostra come l’estrema ricezione del modello capitalista-liberale, entrando in contrasto con la tradizione dell’islam, crei una visione distorta della vita e della realtà, tesa tra i suoi eccessi e le sue contraddizioni.
Tra i protagonisti in cartellone anche Giacomo d’Orlando la cui poetica studia con particolare attenzione i possibili scenari futuri causati dai cambiamenti climatici. Fotografo dalla comprovata esperienza internazionale (National Geographic, The Washington Post, Paris Match, Der Spiegel, El Pais, Geo France, etc.) a Fiumefreddo Photo Festival presenta “Nemo’s Garden”, il racconto visivo del primo sistema di serre subacquee al mondo, che si trova a Noli, in Liguria, un sistema agricolo alternativo sostenibile che ci aiuterà a contrastare le nuove sfide che il cambiamento climatico porterà nel nostro futuro.
In line-up anche Fabian Albertini, artista italiana residente tra Reggio Emilia e Rio de Janeiro. I suoi lavori, esposti in tutto il mondo, esplorano la complessità del cosciente e subcosciente, attraverso l’uso di simbologie e interventi digitali e pittorici. A Fiumefreddo presenterà “Controlled Lives”, serie che indaga sulla mutazione irreversibile che l’intelligenza artificiale con la biometria facciale sta portando nelle nostre vite, un vero fenomeno di rivoluzione sociale, di trasformazione della nostra privacy e delle nostre abitudini.
Altra mostra in programma è quella dell’artista multidisciplinare Alex Urso, al lavoro prevalentemente con collage digitale, installazioni, performance e realtà aumentata.
“Past Continuous” – questo il nome dell’esposizione – nasce dal confronto tra Alex Urso e la fondazione Magna Żmien – archivio storico dedicato alla raccolta di materiale audiovisivo relativo alla comunità maltese. Obiettivo del progetto era rendere il patrimonio iconografico della fondazione più accessibile al pubblico, soprattutto a quello più giovane, trasformando le immagini d’epoca della collezione in elementi vividi e interattivi.
A partire da questi presupposti, Urso ha realizzato numerose opere tra diorami, video, installazioni e collage interattivi. I lavori presentati a Fiumefreddo Photo Festival sono parte di questa operazione “archeologica” e iconografica.
Fabian Albertini. Parigi 2017, autoritratto con simulazione grafica, i punti blu sul viso, sono una rappresentazione della lettura del Sistema Biometrico.
Fabian Albertini. Tokyo#4 2018.
Fotografia scattata a Tokyo in mezzo alla moltitudine, usando un potente Flash per cancellare l’identità.
Fabian Albertini. Punto Marrakech 2018. Simulazione del sistema a punti che il governo cinese ha implementato, forse solo con il Burka saremo immuni? Altri stati seguiranno l’esempio?
Fabian Albertini. Copenaghen 2018.
Per mascherare l’identità delle persone, utilizzo questi cerchi blu, uso l’immagine di me stessa come un turista, siamo tutti la stessa persona.
Gabriele Cecconi. Kuwait City, Emirato del Kuwait – Un ghepardo è fotografato all’interno di una casa privata. Dopo aver allevato un leone per 3 anni, il proprietario ora si prende cura di due ghepardi che vagano liberamente nel soggiorno della sua casa. Nonostante sia ora illegale possedere animali selvatici in Kuwait, ci sono ancora molti kuwaitiani che li acquistano come forma di ostentazione e status.
Gabriele Cecconi. Sheik Al Saleem Cultural Centre, Kuwait City, Emirato del Kuwait – Una donna guida un simulatore di uno space shuttle nel Sheik Al Saleem Cultural Centre. Questo centro d’intrattenimento didattico è stato recentemente costruito dal governo per le famiglie ed è immerso in diverse aree tematiche. Il Kuwait è lo stato con il più alto tasso di alfabetizzazione della zona e la capitale culturale di tutto il Golfo Persico.
Gabriele Cecconi. Kuwait City, Emirato del Kuwait – Al centro dell’immagine due persone di origine filippina sono fotografati nel mezzo di un’installazione artistica luminosa in un parco di Kuwait city. Uomini e donne migrano dal Sud e Sud-Est asiatico, dall’Egitto, dal Medio Oriente e sempre più dall’Africa per lavorare in Kuwait, la maggior parte di loro nei settori dei servizi domestici, dell’edilizia e della sanità. Nel paese i non kuwaitiani rappresentano il 60% della forza lavoro.
Gabriele Cecconi. Salmi, Sud del Kuwait, Emirat del Kuwait – Sacchetti di plastica sono bloccati in una recinzione nel deserto. Il deserto in Kuwait è molto vissuto dalla popolazione che ama andare in campeggio durante il fine settimana. Sfortunatamente la cura per l’ambiente è bassa e il vento spinge la spazzatura lungo il deserto fino a bloccarla nelle prime recinzioni.
Giacomo D’Orlando. Bolle d’aria provenienti dalle bombole di ossigeno utilizzate dai sommozzatori per le immersioni, fluttuano in direzione della superficie. Le biosfere del Nemo’s Garden contengono circa 2000 litri di aria ciascuna e possono essere paragonate proprio a giganti bolle d’aria ancorate sul fondo del mare.
Giacomo D’Orlando. La silhouette scura di un operatore del team Ocean Reef vista dal fondale marino mentre trasporta in superficie la parte superiore della biosfera al sito d’installazione predefinito.
Giacomo D’Orlando. L’albero della vita spicca al centro del Nemo’s Garden. Questa struttura metallica non solo ha il compito di separare e dividere i cablaggi destinati a ogni singola biosfera ma ha anche un valore simbolico. Esso rappresenta il fulcro del progetto, ovvero la possibilità di crescere piante terrestri in fondo al mare.
Giacomo D’Orlando. Il basilico è stato scelto come pianta modello sia per la sua importanza nella cucina ligure che per studiarne le caratteristiche fitochimiche, fisiologiche e micromorfologiche rispetto alle piante della stessa varietà coltivate in ambiente terrestre. Lo scopo dello studio è la valutazione delle risposte delle piante a questo ambiente in cui la serra terrestre è sostituita da una biosfera sottomarina.
Marco Zorzanello. 2021 Marzo 24. Hurawalhi Island Resort
Il signor Zinah Mohamed, il cameriere del ristorante sottomarino 5.8, mentre prepara i tavoli per la cena serale.
5.8 Undersea Restaurant è il più grande ristorante sottomarino di tutto vetro del mondo. Ha aperto nel 2016, e il suo nome deriva dalla profondità a cui il ristorante si trova – 5,8 metri (19 piedi) sotto la superficie.
Questa enorme costruzione pesa 400 tonnellate e misura 90 metri quadrati.
Marco Zorzanello. Saint Anthony, Terranova e Labrador, Canada – 16 luglio 2018;
Il Northland Discovery Boat Tours mentre lascia il Greenfell floating Dock. Questa nave può portare fino a 45 persone e il costo per due ore di tour è di 70 dollari canadesi a testa. Questa compagnia offre tre tour in barca al giorno, portando su di essa fino a 135 persone, e circa 10.000 turisti alla fine della stagione estiva.
Marco Zorzanello. Israele, Deserto del Negev – Mitzpe Ramon, 07 maggio 2018
L’esclusiva piscina del Beresheet Hotel. Si trova in una terassa di roccia naturale su una vista incredibile sul deserto del Negev. Nonostante la mancanza di acqua nella zona, questa piscina è considerata “The coolest Pool in the World” dal Travel Agent Central Megazine.
Marco Zorzanello. Area sciistica Armentarola – Lagazuoi – Provincia di Bolzano, Italia – 04 gennaio 2017;
Un gruppo di turisti trainati da una slitta lungo il letto di un fiume innevato artificialmente. I cavalli avelignesi possono trainare fino a 40 persone contemporaneamente; questo vecchio modo di trasporto collega la remota area sciistica del Lagazuoi con l’Armentarola e tutto il circuito delle Dolomiti. Le Dolomiti (Alpi nord-orientali italiane) sono state incluse nel patrimonio naturale mondiale dell’UNESCO dal 2009 e attirano milioni di turisti ogni anno, rappresentando una risorsa che sostiene l’intera area circostante (Trentino Alto Adige, parte del Veneto e Friuli Venezia Giulia). Con l’aumento delle temperature si assiste ad uno spostamento della stagione invernale, con un netto accorciamento del periodo in cui si può godere della neve naturale – prima era da novembre ad aprile, ora è da gennaio / febbraio a fine marzo. Non c’è più un bianco Natale, ma un verde.
Per evitare un collasso economico, sociale e culturale (la fine di un settore economico e la migrazione della popolazione dalla montagna alla pianura), le Amministrazioni pubbliche e gli enti privati hanno reagito ricostruendo artificialmente l'”INVERNO”.
Secret Sarayaku Misha Vallejo Prut. Celso Aranda drinks chicha on the third day of the Uyantza Raymi celebration. Chicha is a traditional drink made from yucca. When preparing chicha, the root is cooked for several hours and then pressed into a type of puré, after which it is chewed and spit out, and finally poured into clay jars covered in leaves for fermentation. Chicha is prepared exclusively by women. Sarayaku, 2017.
Secret Sarayaku Misha Vallejo Prut. A boy holds a small parakeet before a school play in Sarayaku’s Central Plaza during the Pachamama (Mother Earth) festivities. Sarayaku, 2019.
Secret Sarayaku Misha Vallejo Prut. Magdalena Santi spreads wituk through her hair. Wituk is a dark pigment made from an Amazonian fruit, also known as Wituk, and can stay in an individual’s hair for up to two weeks. This pigment is a very important part of Sarayaku traditions and is used to dye hair and to paint faces and hands with geometric figures. Sarayaku, 2016.
Secret Sarayaku Misha Vallejo Prut. A young man who has painted his body in wituk waits next to a house in the main square in Sarayaku. Wituk designs vary, but males generally decorate themselves with geometric figures characterized by thick lines that emulate natural textures, such as snake scales. These designs had previously served to insight fear in battle, but these days they are used for festivals and social protests. Sarayaku, 2016.