REGGIO EMILIA. Rimarranno in mostra fino al 29 novembre gli scatti di Monica Baldi per la mostra“Rimini Rimini”, una serie di scatti a colori che ricordano vagamente quel chiarismo e quei luoghi tanto ammirati e fotografati da Luigi Ghirri.

Ma il senso degli scatti è nuovo e diverso, si va oltre alle geometrie colorate o alla foto concettuale. Gli scatti di Monica Baldi non ci sbattono davanti il soggetto ma, grazie alle soglie che inserisce, diventa una fotografia che stimola l’immaginazione. La Riviera Adriatica così famosa per i suoi divertimenti e  protagonista di film del passato come appunto “Rimini Rimini” o “Abbronzatissimi” quando si consumano storie d’amore tra le cabine degli stabilimenti delle spiagge romagnole. E la mostra è proprio un allegro viaggio tra cabine colorate e vecchie insegne, dove solo la nostra immaginazione sa che, come scrive Varini “il mare c’è ma non si vede, forse si sente solo un po’ il rumore.”

 

 

Monica Baldi

 

 

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Rimini Rimini, stazione di Rimini, ripete l’altoparlante come fossimo arrivati in California.

Qui però il mare è quasi sempre piatto e le spiagge sono piene di ogni tipologia umana.

Entrare in questo affollatissimo “divertimentificio”, pieno di castelli e secchielli e riuscire a ritagliarsi qualche interessante fotografia non è cosa da poco.

Si perché, o caschiamo a fare le solite cabine dalle geometrie colorate, arrivando spesso ad una estetica fine a se stessa, o più spesso, come hanno fatto oramai tutti, ci affidiamo al mare d’inverno, la foto “concettuale” con l’ombrellone chiuso e una malinconia che  Luigi Ghirri aveva già espresso quarant’anni fa.

Monica è riuscita invece a superare questi stereotipi, complice il suo vero amore per questo luogo ( che non è ancora un “non luogo”), abbandonandosi alla luce forte e calda che gioca fra gli stabilimenti e il molo.

Sono immagini somiglianti più a manifesti sbiaditi dal sole che a vere e curate fotografie.

Sono fotografie stampate su carta da disegno, ma che ci importa?

L’atteggiamento singolare e le immagini accattivanti sono proprie di una fotografa che

“sta dietro”, sta molto dietro e nascosta a sbirciare dietro la siepe certe curiosità della luce sulle cabine o sulle barche, come fa il bambino guardando dal buco della serratura, trovando  tutto più meraviglioso e magico.

La sua non è una fotografia che ci sbatte davanti il soggetto, ma piuttosto, grazie alle soglie che inserisce, una fotografia che stimola l’immaginazione.

Una fotografia che sta anche “oltre”, con molta leggerezza, eleganza e discrezione.

Il mare c’è ma non si vede, forse si sente solo un pò il rumore. Il soggetto non è nemmeno più tanto importante. L’importante è la luce abbagliante che lo travolge .

Con queste immagini furtive Monica dà vita a una sua fotografia giocosa, solare, come lei vede Rimini, lontana dai paesaggi morbidi o classici delle più svariate cartoline.

Qui non ci sono grandi pretese concettuali ma luce e colori che escono potentemente dallo stato d’animo di Monica, sincera nel sentire e nel guardare. Io dico sempre che bisognerebbe fotografare quello che noi abitiamo, che respiriamo, che conosciamo, piuttosto che paesaggi eccezionali ma che sono a noi distanti. Questa è la dimostrazione del sentire bene il nostro luogo, anche se non esteticamente magnifico. Monica qui spazia tranquilla fra le sue barche e le sue cabine come se fosse a casa sua e per questo riesce a superare i clichè nei quali altri stanno ancora annaspando.

In verità una certa ironia o certi “tromp-l’oeil” che Luigi Ghirri usava già nei primi anni Settanta traspaiono ancora  ( il pesciolino, le panchine, i colorini pastellati dei giochi…) ma l’intento qui è diverso, meno concettuale, più naturale e istintivo.

Sembra quasi che con questi stereotipi Monica ci vada a nozze, ne faccia delle vere e proprie “icone” con le quali giocare e fantasticare. Se non ci fossero forse , bisognerebbe inventarli!

                                                                                                                                                       Riccardo Varini

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Monica Baldi
Monica Baldi

 

Dove: ArtYou, via Gazzata 16, Reggio Emilia.

Orari: da martedì a sabato 10-13 e 16.30-19.30. Chiuso domenica e lunedì.