NAPOLI. S’intitola “Hic Sunt Dracones” l’esposizione di Nicola Bertellotti – a cura di Patrizia Varone – in mostra a Castel dell’Ovo fino al 16 agosto.

 

I'm Groot
I’m Groot

 

Hic Sunt Dracones” è una locuzione latina molto diffusa sulle carte geografiche antiche, a partire dall’antica Roma, utilizzata in corrispondenza delle zone inesplorate dell’Africa e dell’Asia.

 

 

In particolare la sua ricerca è tesa a sottolineare e a mettere in evidenza visioni legate all’immaginario letterario e cinematografico dei posti da lui fotografati, la cui inutilizzabilità ne ha alterato i connotati. In ogni scatto, infatti, Nicola Bertellotti propone un racconto alternativo, un ribaltamento del reale. Una visione e un modo di vedere che diventa un invito a partecipare a questa suggestione.

In effetti Nicola Bertellotti svolge ricerche sui luoghi abbandonati e “defunzionalizzati”, dislocati in tutto il mondo, che ri-prendono vita grazie alla natura. Il suo progetto consiste nel mostrare la trasformazione di questi luoghi.

 

Interstellar
Interstellar

 

Hic sunt dracones“, deriva anche dalla pratica medievale di mettere draghi sulle aree inesplorate delle mappe. Questa cartografia dell’ignoto viene rappresentata nelle immagini in esposizione, delle moderne rovine, vestigia di un passato prossimo dimenticato e che si pone ai confini della nostra società.

 

Child's play
Child’s play

 

Nicola Bertellotti nasce a Pietrasanta (LU) il 16 aprile 1976. Fin da giovanissimo l’amore per i viaggi lo porta ad avvicinarsi alla fotografia, che diventa per lui un mezzo attraverso il quale trattenere la memoria della propria esperienza. La lettura de “L’usage du monde” di Nicolas Bouvier fa nascere in lui il desiderio di raccontare tutto ciò che incontra come un affresco, mettendo in risalto la nuda realtà dei luoghi che esplora e lasciandosi talvolta aggredire e spogliare da essi. Studia storia all’Università di Pisa, dove si avvicina alla filosofia di John Ruskin e dove il senso di caducità di ogni cosa si radica profondamente nella sua visione del mondo. La sua ricerca si orienta così verso l’estetica della decadenza, portandolo a sviluppare una poetica improntata alla bellezza dell’abbandono, ad una “Fenomenologia della fine“ di luoghi dimenticati, riportati alla luce attraverso l’obiettivo fotografico. Questa rappresentazione di verità scaturisce da un lucido sguardo sulle rovine moderne, simbolo di un tempo perduto che si aspira a ritrovare.

 

Hic Sunt Dracones 

Dove: Napoli, Castel dell’Ovo, Sala delle Terrazze

Quando: dal 29 luglio al 16 agosto

Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle ore 18; domenica dalle ore 10 alle ore 14