Sono stati annunciati oggi i finalisti del più prestigioso premio di fotogiornalismo internazionale, il World Press Photo.

Tra i tanti nomi dei finalisti ci sono anche quelli di fotoreporter italian, tra cui Marco Gualazzini, collaboratore dell’Agenzia Contrasto, che è anche tra i cinque finalisti in lizza per il titolo del World Press Photo of the Year con una immagine – Almajiri boy – che fa parte del reportage La crisi del lago Ciad.

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An orphaned boy walks past a wall with drawings depicting rocket-propelled grenade launchers, in Bol, Chad. The Lake Chad Crisis © Marco Gualazzini, Contrasto

Bambini orfani, prevalentemente rifugiati nigeriani, vivono in gruppo all’interno delle scuole coraniche; durante il giorno mendicano per le strade e sono chiamati Almajiri. Questi bambini vivono nel bacino del lago Ciad e crescono in una costante situazione di guerra; la loro unica realtà è costituita dalle armi e dai morti che disegnano sui muri della città. Almajiri deriva dall’arabo “Al-Muhajirun” e può essere tradotto con “una persona che lascia la propria casa, alla ricerca della conoscenza islamica.

Gualazzini, nato a Parma, in Emilia Romagna, è anche finalista nella nuova sezione introdotta quest anno nel World Press Photo, ovvero il premio World Press Photo Story of the Year.

Il reporter è stato selezionato per il suo reportage dal Ciad e per la sezione Environment, Storie.

Le foto del finalista in mostra a Milano e nel libro di Contrasto

Un gruppo di fotografie attualmente esposte a Milano, nelle sale di Forma Meravigli, per la mostra ‘Resilient’, fino al 24 marzo.

Inoltre, le immagini del reportage finalista sono pubblicate nel libro appena uscito per la casa editrice Contrasto, Resilient, che presenta i lavori di Gualazzini realizzati in Africa dal 2009 al 2018, con testi di Domenico Quirico e Gianluigi Colin.

Una selezione delle fotografie del Ciad, compresa l’immagine in lizza per la foto dell’anno, è esposta nell’ambito della mostra in corso fino al 24 marzo, presso Forma Meravigli a Milano.

Tra i finalisti anche Lorenzo Tugnoli

Ma Gualazzini è in buona compagnia. Insieme a lui, Lorenzo Tugnoli, collaboratore dell’Agenzia Contrasto, scelto nella sezione La storia dell’anno con il suo reportage La crisi in Yemen. 

Un lavoro che ha realizzato documentando i campi dei rifugiati e gli ospedali e la linea del fronte.

Tugnoli, inoltre, è finalista anche per la sezione General News, Storie.

Daniele Volpe finalista General News, Singles

Un altro fotografo italiano ritorna tra i 43 finalisti del World Press Photo.

Si tratta di Daniele Volpe, un fotografo italiano con sede in Guatemala. Le sue immagini sono principalmente rivolte a questioni relative ai diritti umani e al perseguimento della giustizia sociale, concentrandosi in America Centrale.

Con ‘Still Life Volcano’ è uno dei tre finalisti nella categoria ‘Generali News – Singles’ con una fotografia che riprende il soggiorno di una casa abbandonata a San Miguel Los Lotes, Guatemala, che giace coperto di cenere dopo l’eruzione del Volcán de Fuego il 3 giugno 2018.

La gente che viveva intorno al vulcano, molti al pranzo della domenica, fu sorpresa dalla repentinità dell’evento e molti morirono. L’Istituto nazionale di scienze forensi del Guatemala ha segnalato il recupero di 318 corpi, di cui oltre un terzo non identificati.

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The living-room of an abandoned home in San Miguel Los Lotes, Guatemala, lies covered in ash after the eruption of Volcán de Fuego on 3 June 2018. Still Life Volcano © Daniele Volpe