A Reggio Emilia le mete off di Fotografia Europea. Tutte da vedere e scoprire

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REGGIO EMILIA. Punto di riferimento nazionale e internazionale nel panorama degli appuntamenti della fotografia, Fotografia Europea, andrà in scena con 21 mostre istituzionali e un ricco programma di 327 mostre del circuito Off, un percorso parallelo alle mostre istituzionali, che riserva una pluralità di sguardi diversi e innovativi.

Con il circuito OFF di Fotografia Europea sedi istituzionali, musei e fucine dei creativi, ma anche negozi, alberghi, ristoranti, scuole, circoli, teatri, case private e interi quartieri si trasformano in galleria d’arte. A Reggio Emilia e in provincia ogni spazio parla il linguaggio dell’immagine grazie ad associazioni, circoli, enti, privati cittadini, che danno spazio ad autori affermati, nuovi talenti, semplici appassionati e studenti.

Dalla prima edizione del 2007, il circuito “parallelo”, curato da Antonella Cipressini, si è radicato sempre più e ampliato significativamente, arrivando a coinvolgere tutto il tessuto urbano e la provincia: nell’anno in cui il festival compie dieci anni, ci sono 233 mostre in centro storico e ben 94 mostre fuori dal centro storico (tra periferia e provincia).

LA GUIDA. 300 mostre sono davvero tante e, per la prima volta, viene dedicata a questo circuito una guida specifica con tanto di mappa della città: uno strumento che racconta tutti i progetti dell’edizione con l’indicazione di autori e sedi di mostra. La guida OFF racconta inoltre, con una serie di approfondimenti, i progetti più interessanti sul tema “Effetto Terra” con interviste e contenuti extra dedicati alle diverse proposte che animano il circuito.

 


 

 

LE PROPOSTE.

I QUARTIERI SI ACCENDONO .I quartieri cittadini si illuminano con Fotografia Europea. Una delle proposte OFF più interessanti riguarda la zona della stazione ferroviaria, per l’esattezza Viale IV Novembre e via Eritrea dove l’arte scende in strada e arriva direttamente… dal Brasile, grazie a una proposta del regista Enrico Masi, che negli ultimi anni ha seguito alcuni “grandi eventi” per osservare il loro impatto sul territorio.  L’ultimo progetto di Masi si focalizza sul Brasile alle prese con il secondo mega-evento, le Olimpiadi con sede a Rio De Janeiro, dopo i Mondiali di Calcio del 2014. Insieme ad Alessandra Maisani e Yasmim Assade, Masi ha seguito le evoluzioni di questa situazione per le strade delle megalopoli brasiliane, specie a San Paolo, venendo a contatto con storie, eredità culturali, atti di resistenza. Ne è nato il film “Lepanto” prodotto da Caucaso, collettivo di artisti/attivisti con sede a Bologna fondato nel 2002. A sua volta, da un capitolo del film, è scaturita la mostra fotografica “Urgente Brasil” che racconta di una surreale partita di calcio su un terreno abbandonato di una sconfinata periferia: un’immagine inedita e partecipata di un mondo trascurato dai riflettori del circo mediatico. L’attitudine “on the road” del progetto si riproduce a Reggio Emilia, in collaborazione con il comitato di quartiere, utilizzando le vetrine dei negozi a fini espositivi. Inoltre la sede del dopolavoro ferroviario di via Eritrea ospiterà lo stesso Masi nelle giornate inaugurali per un incontro con il pubblico, una performance musicale e la proiezione di un estratto di “Lepanto”. Non è l’unico evento ad animare il quartiere. Sempre in viale IV novembre, nella sede di Icarus Ensemble, è ospitata la mostra di Simone Morciano “Tamera”, reportage sul villaggio eco-sostenibile del Portogallo, e un progetto con protagonista la cittadinanza e i suoi scatti di famiglia.

 

Enrico Masi, viale_iv_novembre_e_via_eritrea
Enrico Masi, viale_iv_novembre_e_via_eritrea

 

Un’altra proposta interessante, dal titolo “Veneri OFF!”, è promossa dal comitato “Via Veneri Non Mollare”. Saranno affissi tra Via Veneri e Viale Ramazzini quindici progetti selezionati dal concorso Off 2015. Ogni cittadino potrà scegliere il suo progetto preferito e votarlo direttamente sul sito internet di Fotografia Europea nella sezione OFF. Oltre alle quindici mostre selezionate, vi aspettano in zona anche le proposte di Michele Fornaciari, Simone Fornaciari, Federica Bologna.

Passare da una casa all’altra, incontrare e conoscere persone nuove, “masticare” arte negli angoli più impensati di appartamenti, cortili, scale, terrazzi: tutto questo e molto altro viene proposto in via Roma durante le giornate inaugurali. “Tutti i luoghi il luogo” è l’evento promosso da Ghirba Biosteria e coordinato da Irene Russo, Maddalena Cattani, Marco Appiotti, Dalila Longo, Pierluigi Sgarbi, Flavia Prodi. Cinquanta fotografi hanno interpretato il tema del festival, Effetto terra, realizzando a volte opere site-specific o ispirate all’atmosfera del quartiere. Le sedie rosa davanti alle porte sono un invito a entrare per scoprire le vite degli altri, sbirciare dentro alle camere d’albergo o chiacchierare con i negozianti. Cuore dell’itinerario è l’Hotel City ma nessun angolo è risparmiato. Perfino i distributori automatici dove Alessandra Calò – che espone anche nel circuito ufficiale – ha posizionato tra le merendine le sue opere autografate a tiratura limita, acquistabili a un prezzo simbolico. Fabrizio Cicconi rappresenta una finestra dentro a un’altra finestra mentre l’Hotel Lorenz offre una cabina telefonica e un ascensore alle idee della videomaker Sara Bonaventura e del pittore Umberto Giorgione. Per vedere una delle foto di Sandra Lazzarini, annidate tra i capi della Lavanderia Vanna, bisognerà invece avere un numero come quando si ritira un abito. Nelle giornate inaugurali apriranno le porte ai visitatori anche la storica Tipografia Fratelli Manfredi, il Palazzo Maria Melato, la Scuola Internazionale di Comics, l’Atelier L’Altromondo e il Lab Art del parco Santa Maria, con una collettiva di artisti in prevalenza argentini, a cura di Ruben Quiroga. Dagli studenti dell’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci, in collaborazione con il Teatro dei Quartieri, arrivano le foto del Challenge Instagram “Naturale Resistenza”, esposte nella vetrina di un barbiere. Nelle tre giornate inaugurali inoltre verranno messi in scena performance teatrali, concerti e degustazioni. Per orientarsi tra i tanti luoghi e le varie iniziative di Via Roma, è stata ideata anche la App “Via Roma Trip” (disponibile gratis su Google Play e App Store).

In più, sempre in via Roma, al civico 8, è in programma la mostra collegata “Questo è il mondo”, presso la Banca Albertini & Syz, un omaggio ad Angelo Davoli, artista prematuramente scomparso la cui ricerca ha visto un confronto tra l’elemento contemporaneo ed un richiamo altro, quasi metafisico.  Visitare l’allestimento presso Albertini & Syz è come accedere al “laboratorio” di Davoli grazie a materiali inediti e scatti preparatori utilizzati per la realizzazione dei lavori più noti; fra questi anche l’installazione “Cantiere Morini”, eseguita in un sito industriale della provincia di Reggio Emilia e confluita poi nell’opera “Certe notti” realizzata da Mauro Bigonzetti e Luciano Ligabue.

 

Luca Monzani
Luca Monzani

 

 

NUOVE SEDI APRONO ALL’OFF. Ogni anno il Circuito Off si arricchisce di nuove location. Tra le altre, si segnalano le mostre “Riconosco, nell’uomo, la natura” al Chiostro della Prefettura di corso Garibaldi e “Il Giardino del Re” nell’Archivio di Stato di via Cairoli, entrambe promesse dall’associazione Refoto. La prima, curata da Massimo Mantovani, indaga il profondo carattere conoscitivo di un “genere” come il ritratto che esula dall’ambito strettamente estetico. La seconda, curata da Cesare di Liborio, si misura con un suggestivo tema immaginario per stimolare l’inventiva degli artisti. L’Archivio di Stato ospita anche le foto di Fiorella Iacono, Luca Monzani ed Ettore Moni.

 

 

E. MANNIKO Savukoski
E. MANNIKO Savukoski

 

LE SEDI CHE NON MANCANO MAI ALL’APPELLO. Una delle sedi collegate più prestigiose è la Collezione Maramotti (in via Fratelli Cervi 66) che ospita “Time Flies. A Highlight” di Esko Männikkö. L’artista finlandese, già presente nell’edizione 2013 di Fotografia Europea (Circuito On), ama paragonare il proprio lavoro a quello di un cacciatore – sulle orme di un’antica passione del padre – di un collezionista di immagini. Va così alla ricerca di soggetti realistici che provengono dalla propria esperienza e sensibilità: gli uomini soli e i paesaggi remoti della terra d’origine (“Female Pike”), i luoghi abbandonati dall’Emilia al Texas (“Organized Freedom”), le nature morte (“Flora & Fauna”) e gli animali imbalsamati (“Harmony Sisters”), le sculture funerarie in stato d’abbandono (“Blues Brothers”). La mostra ospitata alla Collezione Maramotti presenta 50 opere tratte da queste serie, ognuna autonoma e nello stesso tempo in dialogo con le altre. L’obiettivo di Männikkö rispetta il dato realistico e allo stesso tempo lo trasforma, esaltandone la bellezza. L’uso magistrale della luce e dei cromatismi e la capacità di dare vita a composizioni eleganti e calibrate avvicinano la sua ricerca all’ambito pittorico. La sensibilità e l’attenzione per aspetti apparentemente periferici – edifici in rovina e soggetti emarginati, familiari ma anche universali – si fonde con l’utilizzo di cornici di seconda mano o appositamente costruite a partire da materiali di recupero, contribuendo alla creazione di un universo espressivo inedito. Männikkö condensa in un magico equilibrio elementi apparentemente inconciliabili: empatia, humor, inquietudine e sentimento del sublime.

C’è poi la Biblioteca delle Arti (piazza della Vittoria 5/T) con la proposta di Gianluca Balocco che, nei primi anni ’90, ha effettuato ricerche di lungo respiro come quella compiuta insieme alle pazienti lungodegenti di un ospedale psichiatrico e quella affine ricavata dalla frequentazione di un gruppo di poeti di Marsiglia. Per “Naked Plants” – mostra che propone a FE2015 – Balocco ha impiegato due anni per far crescere alcune specie di piante stagionali. Seguendone letteralmente lo sviluppo, l’artista è entrato nel loro mondo che è quello di una differente durata con tappe, imprevisti, svolte e adattamenti. Successivamente ha estratto le piante dalla terra per fotografarle in ambientazioni umane (stanze, interni, ecc.): sospese con le radici visibili in balia di un nuovo contesto. Infine le ha restituite alla terra per il compimento del ciclo naturale: la morte. Un processo avvenuto in successione: prima una pianta poi un’altra in un disteso e meditato arco temporale. Proprio questo processo di spoliazione, di alienazione dal proprio ambiente rende il contatto con queste immagini così intenso. Nell’ambito della mostra, sabato pomeriggio 16 maggio, sarà presentato il catalogo di mostra curato da Elio Grazioli e Riccardo Panattoni; a seguire, si terrà una performance.

Se ci spostiamo all’Ex chiesa dei Santi Carlo e Agata (in via San Carlo) troviamo il progetto “Noctua Agathina” di Dacia Manto, basato su una particolare specie di falena: la Noctua Agathina, che appartiene alla famiglia delle Nottuidi. Il nome di questo animale richiama quello della Santa cui è co-intitolata la Chiesa che ospita l’allestimento promosso dall’associazione Flag No Flags ContemporaryART e curato da Marinella Paderni. Il fascino delle creature notturne anima questo progetto composto da un video, un’installazione a terra e dall’esposizione di reperti naturali e artificiali. Un approccio che mescola suggestioni provenienti da varie discipline come botanica, biologia, geografia e scienze naturali. In un alternarsi di luce e ombre, quello creato da Manto è una sorta di piccolo “ecosistema” con il suo ciclo vitale. Una maniera nuova di vedere l’evento artistico come opportunità di penetrare l’ignoto che ci circonda ad ogni istante.

 

Pink Project
Pink Project

 

PINK PROJECT. Dal 5 al 17 maggio in via San Giuseppe 4/a è ospitato Pink Project, progetto fotografico artistico e sociale, promosso da Andos, nato da un’idea di Francesca Tilio, che ha l’obiettivo di sensibilizzare le donne sul tema della prevenzione e della cura. Il progetto ha mosso i primi passi dalla volontà di tenere in mano la vita nel pieno della malattia. E ha camminato. Prima con una visibilità legata ai social network, poi con una visibilità sempre crescente sulla stampa, fino ad arrivare al crowfunding lanciato sulla piattaforma Vizibol, che ha permesso di raccogliere i fondi necessari a trasformare il Pink Project in una mostra, a cura di Silvia Parmeggiani. Una esposizione che è anche un inno alla vita, alla speranza, alla capacità di resistere e trovare risposte alla malattia. Per i tre giorni inaugurali del festival ogni donna potrà dare il proprio contribuito al Pink Project. Come? Indossando la parrucca rosa di Francesca, facendosi fare uno scatto e diventando testimonial della battaglia contro il cancro al seno. I ritratti confluiranno in un grande contenitore di immagini sul web. Chiunque potrà acquistare una cartolina ricordo della giornata e contribuire così con piccole somme a favore dell’associazione Andos, che offre supporto e servizi alle donne operate al seno. Un piccolo grande aiuto, tutto nel nome di Erika Gallinari. http://www.francescatilio.it http://www.andosreggioe.it

 

via due gobbi
via due gobbi

 

LE ASSOCIAZIONI E LE GALLERIE IN CAMPO . Diverse sono le associazioni in campo per l’OFF. Oltre alla già citata Refoto, troviamo ad esempio il Circolo degli Artisti con varie proposte: quella clou è “Pianeta Terra” a Palazzo Dossetti (Università di Modena e Reggio, in via Allegri), una meditazione sulle condizioni ambientali del nostro mondo in via di trasformazione e di crisi.

Sono poi tantissime le gallerie private che aprono le loro porte per FE2015. Ci sono ad esempio gli Ateliers Viaduegobbitre nell’omonima via in pieno centro. Anche quest’anno aprono le porte ad appassionati e curiosi coinvolgendo oltre trenta artisti. Inoltre, il 23 e 24 maggio, in collaborazione con CNA Comunicazione e Terziario Avanzato, propongono letture portfolio e presentazioni di libri e riviste fotografiche. Tra le varie mostre in programma, si segnala l’omaggio a Enrico Fontanelli, scomparso un anno fa, che ha legato il suo nome agli Offlaga Disco Pax, band reggiana tra le più amate del panorama indipendente nazionale. Dal titolo “Faded”, raccoglie diverse polaroid che rappresentano una specie di diario che coglie e trasfigura la prosaicità del quotidiano. Questo omaggio a Fontanelli è completato il 23 maggio da una serata al circolo Dinamo con la presentazione della riedizione in vinile dell’album della sua prima band, i Kathleen’s, e un concerto tributo.

La Galleria 13 di via Roma presenta un big della scena internazionale, Michael Kenna, che imprime un tocco creaturale e metafisico alle proprie immagini. Merito di una padronanza tecnica fuori dal comune, di “appostamenti” e tempi di posa lunghissimi, dell’utilizzo di un bianco e nero evocativo, della capacità di “dialogare” con la luce e con i suoi momenti più rari e rivelatori. In questo modo la fotografia assurge a una dimensione classica e diventa forma di autentica conoscenza. Se ci si sposta da 8,75 Artecontemporanea di corso Garibaldi si può incontrare la singolare storia di Stefano Fogato, milanese trasferitosi più di trent’anni fa in Sicilia per diventare pescatore. Le sue immagini documentano la storia della tonnara di Favignana. Un’installazione accoglie i visitatori di Bonioni Arte, in corso Garibaldi. Il reggiano Pietro Iori utilizza diverse tecniche – fotografia e scultura – per “Risorta. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, una riflessione concettuale in cui il paesaggio è riletto come luogo simbolico, risorsa da sfruttare e ambiente da tutelare. Il percorso si conclude con la duratura ricerca su luoghi e atmosfere dell’Appennino compiuta da Luigi Menozzi in “Platinopie” alla Galleria Zannoni di via Guido da Castello, con le “Cartoline dal Pianeta Terra” di Mariagrazia Sandonà e Fabio Vezzani (Galleria San Francesco, di via Bardi) e con gli scatti di Massimo Tassi realizzati nel territorio che corrisponde all’antica Palestina (in mostra da Dimensione Foto, via Emilia all’Angelo 21/F).

 

Gianni Berengo Gardin - Casa Museo Ghizzardi
Gianni Berengo Gardin – Casa Museo Ghizzardi

 

LE PROPOSTE IN PROVINCIA. Fotografia Europea offre varie proposte anche in provincia. In Val d’Enza a Bibbiano, Cavriago, Campegine, Montecchio, Gattatico, San Polo d’Enza. Nella Bassa a Bagnolo in Piano, Boretto, Brescello, Cadelbosco Sopra, Campagnola, Correggio, Fabbrico, Guastalla, San Martino in Rio. Nella zona Ceramiche a Casalgrande, Rubiera, Scandiano. In montagna a Carpiteti, Casina, Vezzano. Fuori provincia a Mamiano di Traversetolo (Parma).

Ad esempio a Boretto, nella Casa Museo Al Belvedere di Pietro Ghizzardi (via De Rossi 27/B), vi aspettano gli scatti di Gianni Berengo Gardin. Il noto fotografo, grazie al grande istrione Zavattini, ha incontrato Pietro Ghizzardi, una delle leggende dell’epopea naif. Ospitato nell’abitazione del pittore a Boretto, si è aggirato tra i quadri esposti ovunque, nelle stanze e sulle pareti esterne. È entrato in contatto con un universo nel quale le barriere tra arte e vita sembrano evaporare. In realtà è un’intera civiltà – quella contadina con le durezze e le sue sofferenze, ma anche con la sua carica di vitale e coraggiosa umanità – che sta scomparendo, presa d’assalto dalla modernità consumistica. Nella mostra allestita per FE2015 si può cogliere la testimonianza di quell’incontro: diciassette foto inedite che raccontano una quotidianità fuori dal tempo eppure capace di regalare suggestioni profonde e spontanee. Il tutto mediato dal celebre bianco e nero di Berengo Gardin, dal suo sguardo capace di cogliere con eleganza e precisione la verità dei suoi soggetti. L’ambientazione nella Casa Museo “Pietro Ghizzardi” non fa che aumentare il fascino di una figura e di un mondo per molti versi ancora da scoprire.

A Rubiera, alla Corte Ospitale (di via Fontana 2), l’associazione Linea di Confine ricorda uno dei più grandi rappresentanti della fotografia americana, Lewis Baltz – affermatosi a partire dagli anni ‘70 come esponente di spicco del movimento New Topographics che rivoluzionò la fotografia di paesaggio – e il regista italiano Michelangelo Antonioni che, con il film–evento “Il deserto Rosso”, ha influenzato generazioni di artisti. L’omaggio a Baltz è arricchito dai  lavori di Stephen Shore, John Gossage, Frank Gohlke, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Tim Davis, John Davies, Axel Hütte, Walter Niedermayr. Mentre, per quel che riguarda l’omaggio al film di Antonioni, Linea di Confine ha commissionato a un ristretto numero di fotografi italiani di re-interpretare l’eredità di quel capolavoro.

A Correggio, nella splendida cornice di Palazzo dei Principi (in piazza Cavour 7), Marco Spaggiari espone polaroid singole e composite strutturate in scatti sovrapposti nella mostra “Il silenzio della Folgore”. Spostandosi fuori provincia, un’altra location molto suggestiva, è la Fondazione Magnani Rocca a Mamiamo di Traversetolo (Parma) che premia con una mostra Riccardo Nencini, vincitore del concorso di fotografia d’arte “La Maestà della forma”.

Per informazioni: www.fotografiaeuropea.it

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Fotografia Europea 2024

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