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L’Italia che rinasce dopo la guerra negli scatti di Federico Patellani

Puglia, 1947 © Federico Patellani - Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea

TORINO. Il nord e il sud, Miss Italia e il cinema, scrittori artisti e poeti. Palazzo Madama celebra l’opera del fotografo Federico Patellani e fino al 13 settembre ospiterà la mostra “Federico Patellani. Professione fotoreporter” a cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi.

Patellani è stato il primo fotogiornalista italiano e uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo, la cui produzione – realizzata nella quasi totalità per i giornali – è oggi conservata presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo (per deposito di Regione Lombardia). Da questo ricchissimo materiale sono state selezionate circa 90 fotografie in bianco e nero, individuando le immagini che meglio rappresentano le tappe fondamentali della carriera di Patellani dalla fine della Seconda guerra mondiale alla metà degli anni Sessanta, quando il fotografo si dedicò soprattutto alla fotografia di viaggio.

 

Federico Patellani, Stresa, 1949, Miss Italia, Concorrenti © Federico Patellani - Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea
Federico Patellani, Stresa, 1949, Miss Italia, Concorrenti
© Federico Patellani – Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea

 

Il percorso espositivo è suddiviso in cinque sezioni che rappresentano le tematiche più importanti della sua produzione: la distruzione delle città italiane alla fine della Seconda guerra mondiale, la ricostruzione e la ripresa economica, il sud dell’Italia e la Sardegna, la nascita dei concorsi di bellezza e la ripresa del cinema italiano, i ritratti degli artisti e degli intellettuali.

Patellani riunisce in sé la figura di giornalista e di fotografo, figura che lui stesso definì in un articolo apparso su “Fotografia” (Editoriale Domus) nel 1943 giornalista nuova formula, ovvero un giornalista che, forte della lezione del cinema, riesce a catturare immagini “viventi, attuali, palpitanti”, cogliendo il movimento e il sensazionale.

 

Federico Patellani, Pisa, 1946, tre ragazze in campo Miracoli© Federico Patellani – Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea

 

Si avvicina alla fotografia dopo la laurea in Legge, durante il servizio militare in Africa nel 1935, quando documenta con una Leica le operazioni del Genio Militare italiano. Nel 1939 collabora con “il Tempo” di Alberto Mondadori, settimanale che si rifaceva all’esperienza di “Life” adattandola alla realtà italiana, che allora costituiva un luogo di incontro di letterati e intellettuali fra cui Carlo Emilio Gadda ed Eugenio Montale.

Sensibile e colto narratore, Patellani è stato testimone di tutti gli eventi che segnano la società italiana del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica all’occupazione delle terre nell’Italia meridionale, dal lavoro nelle campagne e nelle fabbriche alla nascita dei concorsi di bellezza, dal mondo del cinema a quello dell’arte e della cultura, alle foto di moda. Nel 1946 parte per un viaggio nel sud – che ripeterà per diversi anni – con gli architetti Lina Bo e Giuseppe Pagani, verso le “gravissime rovine causate dalla disperazione tedesca e dalla lentezza alleata nella fase conclusiva della battaglia per la liberazione di Roma”, come scriverà nel 1977. Realizza importanti reportage in varie zone d’Italia, fra cui Puglia e Sardegna, sede del famoso lavoro sui minatori di Carbonia, realizzato nel 1950.

Federico Patellani racconta un’Italia che cerca di dimenticare il passato recente e di ritrovare le proprie radici, di costruire un senso di appartenenza e una capacità di partecipare alla vita civile in un Paese che sta cambiando pelle, da contadino sta diventando industriale.

 

 

Federico Patellani, Carbonia, Cagliari, 1950© Federico Patellani – Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea

 

Oltre alla cronaca, con uguale curiosità si dedica al costume, celebri le sue fotografie sui neonati concorsi di bellezza, scorciatoia di emancipazione e di speranza per molte giovani donne che desideravano lasciarsi alle spalle le miserie della guerra. Cresciuto alla scuola del cinema (già nel 1941 aveva lavorato con Mario Soldati per il film Piccolo Mondo Antico), Patellani è amico di Carlo Ponti, Mario Soldati, Dino De Laurentiis, Alberto Lattuada e con loro stabilisce un sodalizio professionale che lo rende testimone privilegiato sul set di molti film girati in Italia. Ritrae così tutti i più importanti attori e registi, da Totò a Sofia Loren, da Ingrid Bergman a Gina Lollobrigida, da Silvana Mangano a Elsa Martinelli, da Anna Magnani a Giulietta Masina, da Fellini e Visconti a De Sica.

Parallelamente frequenta artisti e letterati, salotti mondani e studi di pittori (Thomas Mann, Carlo Carrà, Giuseppe Ungaretti, Elio Vittorini, Ardengo Soffici, Filippo de Pisis). Le sue fotografie sono ancora oggi incredibilmente attuali perché prive di retorica; appare evidente come nel suo lavoro egli sia mosso da un sincero interesse documentario, gli stia a cuore solo la possibilità di documentare la realtà in modo sincero.

Il suo lavoro conserva un incredibile sguardo attuale e testimonia, a posteriori, gli sforzi compiuti dagli italiani per la costruzione di un’identità comune, fatta di molti intrecci, di sfumature culturali e di costume.

 

Antonio Cesano, 1949, Federico Patellani
© Federico Patellani – Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea

 

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FEDERICO PATELLANI

Quando: fino al 13 settembre 2015

Dove: Palazzo Madama. Corte Medievale, Piazza Castello. Torino

Orari: da lunedì a sabato dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00). Domenica dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00).

Biglietti:  Intero: 8 €; Ridotto: 5 €, ragazzi tra i 15 e i 18 anni; aziende convenzionate; gruppi di almeno 15 unità. Omaggio: bambini da 0 a 14 anni; persone con disabilità; dipendenti Fondazione Torino Musei; abbonamenti Musei Torino Piemonte; abbonamenti Torino + Piemonte Card guide turistiche con tesserino di abilitazione.

Info: www.palazzomadamatorino.it

Catalogo Silvana Editoriale

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