Home Italia La natura di Monzani e Iacono all’archivio di Stato di Reggio Emilia

La natura di Monzani e Iacono all’archivio di Stato di Reggio Emilia

Luca Monzani

REGGIO EMILIA. Saranno due le mostre all’Archivio di Stato di corso Cairoli n.6, a Reggio Emilia, proposte per il circuito Off di Fotografia Europea. Si tratta delle mostre di Fiorella Iacono e Luca Monzani che si divideranno gli spazi della nota struttura in centro storico.

 

Fiorella Iacono, natura primitiva
Fiorella Iacono, natura primitiva

 

La natura è al centro del progetto di Fiorella Iacono che in “Foresta Primitiva” mostra una natura incontaminata. La curatela è di Andrea Gibellini.

[quote_box_center]Ho fotografato la Natura allo stato primordiale che ancora dopo tanto tempo è intatta e mai toccata dall’uomo. Non distante da questo luogo esiste un penitenziario tuttora attivo da cui si può osservare in lontananza la brughiera selvaggia del Devon. La sequenza di foto rende visibili alberi come forme antropomorfiche e la realtà di una terra eterna che ha i colori della luce delle stagioni .Tutti questi elementi , la Natura, la luce e il paesaggio , costruiscono un luogo ancestrale, insolitamente abitato, per noi contemporanei, dai sensi assoluti che riportano i visitatori verso un’esperienza innocente della foresta primitiva. Fiorella Iacono[/quote_box_center]

 

Fiorella Iacono, le pagine del catalogo

 

 

 

 

 

 

Natura che torna anche nel progetto di Luca Monzani,  “21 ottobre 2014”, una mostra-installazione – a cura di Daniela Bazzani – che verte attorno ad una struttura in plexiglass. Una mostra tutta da scoprire, insomma.

 

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Un incendio, una macchia, non una semplice macchia, ma petrolio. Il terreno diventa una lastra d’argento, soffoca e perisce in silenzio. Una mappatura di 100 frammenti ricostruisce il decorso e la guarigione. Un’immagine, apparentemente statica, cela una radiografia terrena di un rapporto viscerale tra l’evoluzione della natura e l’artificialità dell’uomo. L’installazione composta da un cubo in plexiglass mostra come tale connessione possa essere così sofisticata ma anche letale. Un volume di sedici litri d’acqua riempie il cubo, portando alla consapevolezza del peso della vita. Come una bilancia quest’ultimo è composto da due pesi contrapposti che oscillano tra diverse soluzioni: da una parte l’acqua, simbolo di vita terrena e guarigione, dall’altra, invece, la fragilità e la caducità dell’uomo. Nessuno può dare una certezza di soluzione poiché, come nella natura, i pesi delle cose possono variare in maniera incontrollata. L’unica certezza è l’attesa. Luca Monzani

 

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Entrambe le mostre rimarranno aperte dal 15 maggio al 20 giugno.

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