Bulent Kilic in mostra a Lodi festival fotografia etica 2015
Istanbul, 12 marzo 2014. Una giovane ragazza viene fotografata dopo essere stata ferita durante gli scontri avvenuti in seguito al funerale di Berkin Elvan, il quindicenne morto a Istanbul l’anno precedente per le ferite riportate durante le proteste anti-governative. © AFP/Bülent Kiliç

LODI. Tra le mostre che compongono la sezione espositiva intitolata Uno sguardo sul mondo, allestite a Palazzo Modignani per l’edizione 2015 del festival della fotografia etica, compare anche Visions of Turkey di Bülent Kiliç. L’esposizione, in mostra dal 10 al 25 ottobre, propone un percorso articolato in diverse sezioni che, interamente dedicato alla Turchia, ripercorre alcuni degli avvenimenti più importanti e drammatici avvenuti nel Paese negli ultimi anni.

Fatti che hanno spesso catalizzato per giorni l’interesse dei media nazionali e internazionali, come gli scontri di piazza Taksim (Istanbul) del marzo del 2014 o il tragico crollo della miniera di carbone di Soma, una città sita nella provincia di Manisa, nell’ovest del Paese, avvenuta nel maggio dello stesso anno. Un percorso espositivo che, scatto dopo scatto, reportage dopo reportage, assume perciò i contorni di un vero e proprio viaggio, capace di condurre i visitatori dal cuore del Paese fino ai suoi confini più lontani e tormentati.

È infatti lungo il confine turco-siriano che si è consumata, e continua a consumarsi, una delle più grandi tragedie degli ultimi decenni. E l’occhio del giovane fotoreporter turco era lì, per raccogliere una testimonianza da consegnare alla Storia.

Nel giugno del 2015, durante i giorni più caldi della battaglia tra curdi siriani e ISIS, Kiliç ha infatti documentato la fuga di migliaia di siriani dalla città di Tell Abyad, epicentro dei combattimenti. Molti di loro hanno cercato di entrare in Turchia tramite il passaggio di confine di Akçakale, una città della provincia di Şanlıurfa, ma le autorità turche avevano già chiuso il confine nel tentativo di arginare l’esodo.

 

 

14 giugno 2015. Migliaia di Siriani provano a oltrepassare le recinzioni e a entrare illegalmente in Turchia dopo aver appreso che i combattenti curdi si stanno avvicinando al Turkish Arkcakale. © AFP/Bülent Kiliç
14 giugno 2015.
Migliaia di Siriani provano a oltrepassare le recinzioni e a entrare
illegalmente in Turchia dopo aver appreso che i combattenti curdi si
stanno avvicinando al Turkish Arkcakale.
© AFP/Bülent Kiliç

 

I profughi siriani si sono così ritrovati tra due fuochi, letteralmente bloccati tra i due paesi. Ma il filo spinato non può nulla contro l’istinto di sopravvivenza.

«In meno di dieci minuti circa ventimila persone si erano ammassate lì. Ho fotografato questa tragedia per quattro ore — racconta Kiliç in un video presentato nell’ambito dell’ultima edizione del Visa pour l’Image —. Quasi ogni persona aveva con sé un bambino, gridavano e cercavano di passare attraverso il varco. L’apertura era così piccola che la gente si calpestava a vicenda per passarci attraverso, e i bambini venivano passati sopra il filo spinato. Spero di non vedere mai più niente del genere».

 

BÜLENT KILIÇ

 

Fotografo turco, classe 1979, Bülent Kiliç inizia la sua carriera come giornalista per la stampa locale. Nel 2005 inizia a dedicarsi al fotogiornalismo e, due anni dopo, si unisce all’agenzia AFP come stringer.  Da quel momento realizza numerosi reportage, documentando fatti e avvenimenti in alcuni dei territori più caldi e difficili del pianeta, che negli ultimi anni gli sono valsi numerosi premi e riconoscimenti prestigiosi. Nel 2014 è proclamato Miglior Fotografo di News dell’Anno dalla rivista Time, mentre nel 2015, nell’ambito dell’ultima edizione del World Press Photo, si aggiudica sia il primo sia il terzo premio nella categoria Spot News (foto singola), grazie all’immagine della ragazza ferita durante gli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti in piazza Taksim a Istanbul (marzo 2014) e all’immagine di un attacco aereo su Kobane, in Siria (ottobre 2014). Di recente, è stato inoltre insignito del Visa d’Or News — uno dei premi più prestigiosi promossi dal Visa pour l’Image di Perpignan — proprio grazie al reportage dedicato alla fuga dei profughi siriani attraverso la frontiera turco-siriana realizzato nel giugno 2015.

 

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Visions of Turkey

Festival di Fotografia Etica. Area tematica: Uno sguardo sul mondo

Dove:  Palazzo Modignani, via XX Settembre, 29. Lodi

Quando:  10-11 / 17-18 / 24-25 ottobre 2015

Orari: sabato e domenica, ore 9,30 – 23,00

Ingresso: 10,00 €. Alle biglietterie verrà fornito un braccialetto identificativo che permetterà l’accesso multiplo alle mostre e a tutti gli incontri per tutta la durata del Festival. Il braccialetto è impermeabile e non deve essere rimosso, pena la perdita del diritto di accesso.

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