ROMA. In occasione delle celebrazioni per i 40 anni dalla nascita del punk, che a Londra si stanno sviluppando con un fitto calendario di eventi raccolti sotto il comune denominatore di PunkLondon, la galleria Matèria ospiterà dal 18 marzo la mostra fotografica “Youth Codes”, a cura di Gianpaolo Arena e Niccolò Fano.

All’interno della mostra saranno in esposizione le stampe originali in bianco e nero della serie Punks di Karen Knorr e Oliver Richon, presentate alla Photographers’ Gallery di Londra nel 1978 ed esposte nel 2012 nella retrospettiva Another London alla Tate Britain, e le immagini tratte dalla serie Colossal Youth di  Andreas Weinand.

“Siate infantili, siate irresponsabili, siate ogni cosa questa società detesta”.

 

Con queste parole fomentava la rivolta Malcolm McLaren, il grande manovratore e carismatico agitatore dell’adrenalinica avventura del movimento inglese, nonché manager dei mitici Sex Pistols che proprio nel 1976 pubblicano il loro primo singolo “Anarchy in the UK”. E mentre il punk imponeva la riaffermazione dell’adolescenza all’interno della cultura, declinata in rabbia distruttiva, in frustrazione, in disincanto, il suo punto di esplosione ha coinciso con quel  momento della storia della musica uguale a nessun altro: arrabbiato, ribelle, rumoroso, geniale.

 

 

L’esposizione si compone di due corpus d’immagini, che a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, analizzano le radici e gli sviluppi di questo fenomeno culturale e di costume, che continua a propagare la sua onda nel tempo.

Nella prima serie: Punks, raccolta nel libro pubblicato da Gost Book nel 2014, Karen Knorr e Olivier Richon hanno documentato la scena punk londinese emergente attorno agli storici clubs Roxy di Covent Garden e Global Village di Charing Cross tra il 1976 e il 1977, seguendo un approccio talvolta più formale rispetto ad altri lavori dedicati alla cultura punk, con l’intento di evidenziarne i simboli e renderla così più leggibile. Per questo le immagini sembrano più intime e dirette, quasi unassaggio di un mondo ancora clandestino con i propri codici di comportamento e di appartenenza.

Gli autori, ancora studenti presso il Polytechnic of Central London (oggi Università di Westminster) all’epoca degli scatti, condividono il loro fascino per le sottoculture fiorenti della città e cercano un confronto diretto con i soggetti ritratti, affermando dichiaratamente la loro presenza con un approccio esplicito e formale, non celato, dove ambientazioni statiche e pose ricercate sono gelate in un infinito istante dall’uso del flash.

Oltre alle più note eroine della scena musicale come Ari Up, Laura Logic, Palmolive, Poly Styrene e Siouxsie Sioux, i soggetti ritratti sono giovani comuni, fans, frequentatori di concerti e sale da ballo, individui annoiati o aggressivi, figure irriverenti e furfanti dickensiani, protagonisti forti e vulnerabili nello stesso tempo, annichiliti o sfrontati.

Le stampe originali in bianco e nero, inizialmente presentate alla Photographers’ Gallery di Londra nel 1978 sono state esposte nel 2012, nella retrospettiva Another London presso la Tate Britain.

 

 

La serie Colossal Youth del fotografo tedesco Andreas Weinand, nativo di Rheine in Westphalia, appartiene invece al decennio successivo. Nelle straordinarie mmagini che compongono la serie, siamo investiti e attratti da un rapido susseguirsi di suoni, colori, oggetti, azioni che colpiscono vivamente i sensi e la fantasia.

Uno studio sul lato profondo della ribellione adolescenziale ambientato a Essen (Germania), tra il 1988-1990. I giovani, ritratti con onestà e schiettezza, esprimono rabbia, gioia, abbandono, trasporto, rassegnazione e sono colti nei rituali di gruppo mentre festeggiano, litigano, bevono, dormono, si innamorano, fino a diventare madri e padri pure loro, come Melanie e Günther per la piccola Fee. Immagini intime, colte in stanze disordinate e sporche o in paesaggi aperti e puri. Weinand, con lo sguardo di un osservatore esterno, attraverso un lungo percorso di avvicinamento empatico con i soggetti, coglie il lato antropologico e comunitario delle situazioni. In modo diaristico, con uno stile e una forma estetici ed espressivi, l’autore rivela e svela i codici autodistruttivi, dissacratori, effimeri rivelatori di stati esistenziali transitori, irrequieti, impulsivi, trasmettendo l’eccitazione incendiaria e profetica di giovani liberi e vitali, la labile speranza della visione, l’esplorazione febbrile e nevrotica dei sensi e l’eccesso nella scoperte e il desiderio incerto di (un) domani. Tutte le immagini sono state pubblicate nella monografia Colossal Youth da Peperoni Books, nel 2011.

 

Invito

 

Youth Codes

Dove: Matèria, via Tiburtina 149, Roma.

Quando: dal 18 marzo al 28 aprile.

Orari: dal martedì al sabato, dalle 11 alle 19.

Info:www.materiagallery.com