Il progetto fotografico “The Red Road Project” della fotografa Carlotta Cardana e dell’artista Lakota Danielle SeeWalker è ora in mostra negli spazi di Villa Giulia a Verbania Pallanza.

La mostra, curata e prodotta da Fonderia 20.9 di Verona, mette al centro il rapporto tra identità della comunità, cultura e paesaggio, nello specifico con una rilettura del complesso legame odierno dei nativi d’America con la loro terra e la cultura tradizionale

carlottta cardana the red road project mostra verbania
Julian with his son Elijah © carlotta cardana

Circa 70 opere, tra immagini d’archivio e fotografie realizzate appositamente per il progetto, esplorano e documentano, in un viaggio tra diversi stati USA, il rapporto tra la cultura tradizionale dei Nativi Americani e l’identità delle popolazioni tribali di oggi, senza trascurare i temi ambientali e la relazione con la Madre Terra.

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Sheena in her childhood bedroom © carlotta cardana

Tre scatti di The Red Road Project a New York

Tre scatti del progetto sono stati selezionati dall’American Museum of History di New York in occasione di “Adressing the statue“, una mostra nata per raccontare l’ideazione e realizzazione della statua equestre di Roosevelt, posta all’ingresso del Museo. 


I tre ritratti (due presenti anche nell’esposizione di Villa Giulia) mostrano una rappresentazione accurata dei Nativi Americani al giorno d’oggi, contrapposta alla raffigurazione problematica del Nativo Americano ritratto nella statua equestre.

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Hanson Chee’s Sacred Staff © carlotta cardana

Un progetto di ricerca artistica


Costituendo appena l’1% della popolazione americana totale, i nativi americani vivono spesso ai margini e la loro voce non viene ascoltata.

Hanno subito, e subiscono tuttora, una sorta di segregazione forzata occupando gli ultimi posti della società americana secondo tutti gli indicatori, dal tasso di disoccupazione dell’88 per cento, alla seconda più bassa aspettativa di vita al mondo.

Non è azzardato affermare che le riserve indiane siano “isole di Terzo mondo” all’interno della più grande potenza economica mondiale. Tossicodipendenza, alcolismo, abusi sessuali, povertà, criminalità e i più alti tassi di suicidio nel Paese sono solo alcune delle conseguenze di secoli di oppressione e continui tentativi di assimilazione. 


The Red Road Project vuole esplorare il rapporto tra la cultura tradizionale dei nativi americani e l’identità delle popolazioni tribali di oggi, attraverso un viaggio in North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nevada, Colorado, Arizona, New Mexico, California, Louisiana, North Carolina.

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Sage in the Colorado River © carlotta cardana

Il titolo di questo progetto si riferisce agli insegnamenti che incoraggiano a seguire “la strada rossa”, ovvero procedere verso un cambiamento positivo nonostante un contesto avverso, ed è per questo ancora più sorprendente lo sforzo dei nativi per migliorare le condizioni delle comunità e riconquistare la propria identità. Il legame con la terra, con la lingua e le tradizioni sono solo alcuni degli strumenti utilizzati per il processo di legittimazione e di miglioramento. 


La mostra, oltre a guardare alla condizione attuale dei nativi americani, racconta anche alcuni fatti storici come quello delle “boarding schools”, i collegi in cui venivano mandati i bambini indiani, tra la fine del diciottesimo e inizio del diciannovesimo secolo, fino al compimento della maggiore età. Operando in base al motto “uccidi l’indiano, ma salva l’uomo”, queste scuole hanno causato la quasi totale perdita delle tradizioni e della lingua.

The Red Road Project
DoveVilla Giulia, Corso Zanitello, Verbania-Pallanza
Quandodal 9 giugno al 29 settembre 2019
Oraridal mercoledì a sabato, dalle 15 alle 19 e domenica dalle 11 alle 19. Chiuso lunedì e martedì
Ingresso5 euro intero; 3 euro ridotto
Infowww.museodelpaesaggio.it