Home Italia Paesi perduti: un pellegrinaggio visivo nell’Italia perduta

Paesi perduti: un pellegrinaggio visivo nell’Italia perduta

Paesi perduti. Appunti per un viaggio nell’Italia dimenticata, è il titolo della nuova mostra alla Galleria Civica di Trento. L’esposizione, aperta al pubblico fino al 26 febbraio 2023, è curata da Gabriele Lorenzoni e nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi.

Silvia Camporesi, Veduta - Buonanotte Vecchio (Abruzzo), 2013-15, Courtesy Artista
Silvia Camporesi, Veduta – Buonanotte Vecchio (Abruzzo), 2013-15, Courtesy Artista

Paesi perduti: a Trento la mostra che propone un’indagine sull’abbandono dei luoghi italiani

La mostra fotografica è il risultato di una ricerca più ampia sulle tematiche di isolamento, solitudine, scomparsa delle comunità. È l’abbandono il filo rosso che accompagna le immagini di questa esposizione, in cui il soggetto principale è il paesaggio italiano che prevale in un’estetica visiva e concettuale di spopolamento.

Sebbene i luoghi del Bel Paese siano caratterizzati da molteplici e autentiche differenze economiche, sociali, culturali, linguistiche e storiche, il fattore che li accomuna in questo progetto è lo spopolamento. Un fenomeno, quest’ultimo, che raramente è preso in considerazione dalle agende politiche.

L’estremo peggiore è l’abbandono più totale, di ampie zone interne. I luoghi di cui stiamo parlando sono rappresentati dalle infrastrutture ferroviarie, aeroportuali e marittime, spesso con peculiarità di inefficienza gestionale, passata e presente, del territorio. Inoltre, lo sfollamento dei territori non è inteso solo per numeri in diminuzione, anzi, è l’aspetto qualitativo che predomina. Il significato dell’abbandono non si manifesta solo dove non abitano più persone o ne abitano meno, ma in tutti quei luoghi dove la qualità dei rapporti umani è sfuggevole e danneggiata.

Paolo Simonazzi, Fontanelle di Roccabianca (PR), 2007, dal ciclo Mondo Piccolo, courtesy artista

Di luoghi, comunità e paesi fantasma

Se l’etimologia della parola “paesaggio” ha origine da quella di “paese” e il suo significato può essere riportato al “fare comunità”, al rapporto tra una società e il luogo in cui essa vive. Il termine “paese” quindi non sta solamente ad indicare un’aggregazione di edifici ma descrive l’insieme degli abitanti che nel paese risiedono.

La serie progettuale proposta offre uno studio sulle complesse e varie forme in cui questo evento si presenta. Se, da un estremo, vi sono esempi di debilitazione del tessuto sociale e di un alterazione della relazione tra paesaggio e costruito, dall’altro i casi sono di vero e proprio abbandono. Tra le periferie non ufficiali vi sono territori abbandonati, luoghi a-temporali, buchi neri sulle mappe. Stiamo parlando dei paesi fantasma: il loro esserci può essere stato condizionato da calamità naturali, bassa natalità o non ultimo l’alternativa degli abitanti di spostarsi altrove.

Si tratta, inoltre, di ampie aree che danno l’impressione di replicare ad un’estetica dell’invisibilità e dello sconforto, invasi e ripopolati da inedite forme di vita in cui la vegetazione si è impadronita di mura, strade ed edifici per custodire la testimonianza della vita. Luoghi, infine, spesso protagonisti di una scontata retorica, che mira a finti sviluppi al limite dell’artefatta ripresa turistica senza passare per una autentica elaborazione dell’abitare e vivere un territorio.

Gabriele Basilico, Fiera di Primiero, 2003, Mart, Soprintendenza per i beni culturali

Gli autori in mostra

Gabriele Basilico, Silvia Camporesi, Flavio Faganello, Paolo Simonazzi, Italo Zannier e i video di Vittorio De Seta, Franco La Cecla, Patrizia Giancotti sono gli autori presenti, con oltre duecento fotografie e quattro opere video dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri.

Con questa documentazione paesaggistica e di luoghi abbandonati, infatti, lo spettatore percorre un allestimento fatto di paesi silenziosi, di attività antropiche con la capacità di resistere all’allentante emigrazione, di grandi occasioni perse ma anche di futuri possibili, di sviluppo sostenibile, di rinnovamento. Un viaggio inedito e affascinante in terre familiari o mai visitate, inquadrate da prospettive notevoli e atipico.

Il progetto culturale si avvale di due media complementari:

  • un’esposizione video/fotografica, documento di luoghi e paesaggi dell’abbandono e le loro possibili resurrezioni;
  • un volume che mette insieme saggi e testimonianze con il punto di vista sull’argomento di numerosi studiosi, antropologi, politologi, poeti, imprenditori, sognatori.

Un collettività di voci, anche disarmonico fra loro, pone domande su questa tematica attuale e urgente, da anni al centro dei pensieri e delle attenzioni del presidente del Mart.

Paesi perduti. Appunti per un viaggio nell’Italia dimenticata
DoveGalleria Civica Trento e ADAC, via Belenzani, 44, Trento
Quandofino al 26 febbraio 2023
Orarida martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Chiuso il lunedì
IngressoIntero 2 euro. Gratuito per Mart Membership, bambini fino a 14 anni
Infowww.mart.trento.it
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