I vincitori del World Report Award

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Giulio Piscitelli, Elena Anosova e Mariano Silletti sono i vincitori della V edizione del World.Report Award | Documenting Humanity.

Anche quest’anno il Premio -promosso dal Gruppo Fotografico Progetto Immagine all’interno del festival di fotografia etica- ha riscosso un grande successo. La giuria -composta da Lucy Conticello (Le Monde), Matthias Krug (Der Spiegel), Renata Ferri (RCS Mediagroup), Sandro Iovine (FPmag), Marco Pinna (National Geographic Italia), Emanuela Mirabelli (Marie Claire), Aldo Mendichi e Alberto Prina (coordinatori del Festival della Fotografia Etica) — ha infatti dovuto visionare e valutare oltre 600 lavori, realizzati da altrettanti fotografi provenienti da 51 nazioni.

Dopo un lungo e accurato lavoro di selezione, la giuria ha infine deciso all’unanimità di assegnare il premio più importante, ovvero il Master Award, a Giulio Piscitelli per il lavoro From There to Here. Immigration in the time of Fortress Europe.

 

[quote_box_center]Deserto del Sahara, frontiera libico-egiziana, 18 maggio 2014. Ottantacinque profughi, provenienti dal Sudan e diretti in Libia, attraversano il Sahara affrontando un viaggio di oltre tre giorni senza acqua né viveri. Nella zona non ci sono ONG o gruppi umanitari che possano aiutare i migranti che arrivano quasi quotidianamente dal deserto, spesso feriti o in condizioni di salute precarie. Il deserto del Sahara, che unisce l’Africa sub-sahariana ai paesi del Maghreb, è attraversato da immigrati, provenienti prevalentemente dall’Africa Orientale e in particolare dal Corno d’Africa. La traversata è affidata a organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani. Durante il viaggio i passeggeri subiscono rapimenti a scopo estorsivo e violenze dalle varie milizie presenti in quei territori (Libia, Ciad, Sudan) e, talvolta, dagli stessi trafficanti. Secondo le stime del sito Fortress Europe almeno 1.594 persone hanno perso la vita attraversando il Sahara negli ultimi dieci anni. Uno dei principali punti di partenza di questo percorso sono i mercati di Khartoum, capitale del Sudan. © Giulio Piscitelli/Contrasto [/quote_box_center]

 

 

Ottantacinque profughi, provenienti dal Sudan e diretti in Libia, attraversano il Sahara affrontando un viaggio di oltre tre giorni senza acqua né viveri. Deserto del Sahara, frontiera libico-egiziana, 18 maggio 2014. © Giulio Piscitelli/Contrasto
Ottantacinque profughi, provenienti dal Sudan e diretti in Libia, attraversano il Sahara affrontando un viaggio di oltre tre giorni senza acqua né viveri. Deserto del Sahara, frontiera libico-egiziana, 18 maggio 2014. © Giulio Piscitelli/Contrasto

 

 

[quote_box_center]«Il progetto From There to Here. Immigration in the time of Fortress Europe di Giulio Piscitelli, iniziato nel 2010 e tutt’ora in corso, testimonia la complessità del tema dei flussi migratori verso l’Europa. Documenta questa realtà prendendosi carico di ricostruire e ricordare l’ampiezza del panorama geografico, economico, sociale e politico in cui questo fenomeno storico di cruciale importanza si inserisce. Allarga la prospettiva, ripristinando una visione d’insieme che troppo spesso viene sacrificata per l’urgenza di coprire l’incessante cronaca quotidiana sugli esiti tragici dell’immigrazione. Il fotografo ci mostra tutte le tappe del viaggio dei migranti e riesce a restituirci con grande umanità la dimensione di odissea collettiva e individuale a cui queste persone vanno incontro».[/quote_box_center]

 

 

Per le categorie Spot Light Award e Short Story Award sono stati invece selezionati:

Elena Anosova con il lavoro Section

 

L’intimo dell’uniforme ha una sola taglia. © Elena Anosova
L’intimo dell’uniforme ha una sola taglia.
© Elena Anosova

 

 

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«Il progetto Section di Elena Anosova mostra donne condannate a scontare pene di varia lunghezza nelle prigioni siberiane e affronta il soggetto da un punto di vista originale e pieno di sensibilità. Invece di raccontare la vita quotidiana all’interno della struttura di detenzione, la fotografa sceglie di presentarci le detenute in ritratti singoli o a coppie, in cui lo spazio del carcere è ridotto al minimo, diventando un sfondo neutro. È come se la cornice del ritratto restituisse a queste donne un momento di sospensione dall’isolamento e dalla sorveglianza costante, un momento intimo, di raccoglimento con se stesse, al riparo dalla visibilità senza tregua a cui sono sottoposte. Le donne sono fotografate senza giudizio, con onestà e delicatezza, e si offrono all’osservatore nella loro umanità e vulnerabilità».

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– Mariano Silletti con il lavoro Ludovicu

 

 

La foto di Ludovicu, l’uomo scomparso. Accanto le attrezzature utilizzate per la ricerca. © Mariano Silletti
La foto di Ludovicu, l’uomo scomparso. Accanto le attrezzature utilizzate per la ricerca.
© Mariano Silletti

 

 

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«Un racconto che riesce a unire il mondo reale della cronaca ad un mondo lontano, fatto di terra, persone e luoghi nascosti. Un confine, una linea che il fotografo riesce a comunicare con una grande profondità di sguardo, che solo chi è personalmente coinvolto nella situazione riesce a esprimere. La ricerca di Ludovicu diviene la sottile linea visiva che unisce il territorio alle sue persone ed emozioni».

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La premiazione ufficiale dei tre autori e l’assegnazione dei premi in palio avverrà durante le giornate del Festival. 

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