Fotografia Europea Reggio Emilia. Il saluto delle istituzioni

ph Francesco Gozzi

REGGIO EMILIA. Presentata la nuova edizione 2016 di Fotografia Europea. Il festival, intitolato “La via Emilia. Strade, viaggi, confini”, propone una riflessione sul tema della strada intesa come luogo di transito e di confine nella società odierna.

Punto di partenza del tour, cui hanno partecipato numerosi curatori e addetti ai lavori, sono stati i Chiostri di San Pietro dove, a dare il benvenuto, è stato l’assessore comunale a Turismo e Città storica Natalia Maramotti.

 

“Questo festival consente la conoscenza e l’incontro di moltissimi artisti, professionisti o appassionati: si tratta di un elemento di grande valore, veicolo di cultura, offerto a tutta la comunità locale e non solo. C’è poi il tema della grande sinergia della città: Fotografia Europea ingaggia tutti, a partire dai ristoratori del centro storico con i menu pensati ad hoc. Quest’anno più che mai ci sono luoghi della città in cui operano comitati di cittadini, sorti sul tema della richiesta di sicurezza, che si sono messi in relazione, esempio di comunità operosa e intelligente: basti pensare che i cinquecento metri di via Roma ospitano cinquanta mostre. Siamo in presenza di uno straordinario giacimento di saper fare, che si esplica anche in via IV novembre e nel piazzale antistante la stazione. Fotografia Europea ci farà tutti entrare in tanti luoghi inesplorati e varcare confini prima di tutto mentali: la cultura deve aiutarci a superare i pregiudizi”.

 

ph Francesco Gozzi
ph Francesco Gozzi

 

Accanto a lei il presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi, che ha sottolineato l’estremo piacere con cui la Fondazione ha messo a disposizione per il secondo anno consecutivo palazzo da Mosto, “che ospita una mostra ancora migliore rispetto a quella dell’edizione precedente, che già fu eccezionale. Siamo state una delle prime istituzioni a credere in Fotografia Europea, e continueremo a farlo: il livello raggiunto è davvero ottimo”. Presenti anche Walter Guadagnini ed Elio Grazioli, che insieme a Diane Dufour fanno parte del comitato scientifico del festival: entrambi hanno ribadito “la capacità del festival di riunire forze diverse verso un unico obiettivo, trasformando la città in un enorme coacervo di persone che a titolo diverso amano la fotografia e su di essa si scambiano idee”. A Guadagnini il compito di fare una carrellata sulle mostre, tantissime, a cominciare dalle cinque allestite ai Chiostri di San Pietro, uno dei centri simbolici della manifestazione: “Si parte con Esplorazioni sulla via Emilia, rivisitazione della mostra del 1986, curata da Laura Gasparini, – presente anch’essa alla preview – e punto di partenza per raccontare la contemporaneità  con Nuove esplorazioni, che include opere di sette autori contemporanei che si sono confrontati con la via Emilia e gli autori celebri che l’avevano fotografata trent’anni fa. Una scommessa vinta, perché in questi lavori si sentono la distanza col passato ma anche la continuità. E poi c’è la mostra Exile di Magnum, racconto di reportage dal Dopoguerra a oggi sul tema drammatico dell’esilio legato ai confini percorsi e superati, l’interessante mostra sul libro fotografico curata da Ilaria Campioli, e lo Speciale Diciottoventicinque, che rappresenta una parte fondamentale di divulgazione e didattica”.