Emil Otto Hoppé mostra mast bologna
Urs Stahel © francesco gozzi

di Urs Stahel, curatore PhotoGallery MAST e mostra

 

[quote_box_center] „Se nell’industria può esserci idealismo può esserci anche poesia, la poesia di creare grandi imprese da piccoli inizi, la poesia dell’avventura e del successo […] può esserci bellezza e fascino persino in una fabbrica, il fascino del potere della mente umana sulla materia, il fascino di prodezze scientifiche e ingegneristiche, il fascino di un’organizzazione imponente e agile.“ E.O. Hoppé, Country Life, 6 aprile 1929 [/quote_box_center]

 

Emil Otto Hoppé (1878-1972) è stato uno dei più importanti fotografi dell’epoca moderna. Tra i più noti ritrattisti del suo tempo, fu anche uno straordinario fotografo paesaggista e di viaggio. Ma come è stato possibile che una figura tanto prestigiosa, ammirata e celebrata finisse per sprofondare nell’oblio, rimanendo quasi del tutto ignorata dalla storia? La risposta sta in un semplice errore del destino. Nel 1954, ben prima che la maggior parte della storia della fotografia fosse scritta, Hoppé era prossimo al termine della sua lunga e prestigiosa carriera. All’età di 76 anni decise di vendere cinquant’anni del suo lavoro a un archivio fotografico di Londra. Qui, catalogata per argomento insieme a milioni di altre immagini del patrimonio dell’archivio, le fotografie di Hoppé non furono più accessibili al loro autore. Quasi tutta l’opera di Hoppé – quella con cui aveva ottenuto la fama di fotografo più influente della Gran Bretagna tra il 1907 e il 1939 – rimase letteralmente sepolta.

 

Banchieri, Borsa di Londra, Inghilterra, 1937 Stampa originale, gelatina ai sali d’argento © E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance
Banchieri, Borsa di Londra, Inghilterra, 1937
Stampa originale, gelatina ai sali d’argento
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

 

A metà degli anni novanta la collezione Hoppé fu riesumata dall’archivio londinese per opera della società di servizi museali Curatorial Assistance, Inc., con sede a Pasadena, in California, che nel corso di un decennio la sottopose a una serie di operazioni di organizzazione, catalogazione, conservazione e digitalizzazione, al fine di valutarne correttamente il contenuto. Le scoperte frutto di questa eccezionale ricostruzione dell’archivio del fotografo sono state straordinarie. MAST è lieto di presentare per la prima volta 190 scatti di Emil Otto Hoppé, fotografie che mostrano industrie in diversi paesi del mondo fra il 1912 e il 1937.

Negli anni venti e trenta il fotografo inglese, nato in Germania, si mise in viaggio con l‘obiettivo di descrivere il fascino della grandiosità dei siti industriali nel mondo. Nel corso delle sue esplorazioni – in Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Australia e altri paesi – fotografò l’avvenieristico paesaggio dell’industria, vedendo arte e tecnologia nelle sue macchine smisurate. Emil Otto Hoppé: il segreto svelato presenta per la prima volta le sue emblematiche immagini dell’era moderna, un tema cui egli si avvicinò armato di idealismo formale.

 

Forno rotativo in costruzione nel locale caldaie, Fonderia Vickers-Armstrongs, Tyneside,, Inghilterra, 1928 Stampa digitale © E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance
Forno rotativo in costruzione nel locale caldaie, Fonderia Vickers-Armstrongs,
Tyneside,, Inghilterra, 1928
Stampa digitale
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

 

Entro gli anni venti Hoppé aveva già consolidato la sua fama di fotografo topografico e ritrattista di celebrità, avendo fotografato alcuni dei più famosi personaggi dell’era edoardiana londinese – George Bernard Shaw, Ezra Pound, T.S. Eliot, Rudyard Kipling; la famiglia reale britannica – Giorgio V; alcuni tra i più famosi artisti, politici e scienziati europei – Filippo Tommaso Marinetti, Mussolini, Albert Einstein, Max Reinhardt; e infine, fotografando danzatori dei Ballets Russes tra cui Vaslav Nijinskij e Tamara Karsavina.

 

Construction of the ‘Graf Zeppelin’, Zeppelin Werke, Friedrichshafen, Germany, 1928
Construction of the ‘Graf Zeppelin’, Zeppelin Werke, Friedrichshafen, Germany, 1928

 

Il riorientamento della sua pratica artistica – dai ritratti di affascinanti icone culturali alla topografia industriale – fu una decisione personale. Hoppé era profondamente consapevole di come la tecnologia industriale contemporanea stesse segnando l’arrivo nel mondo di una nuova era, in cui la natura stessa del lavoro e della produzione sarebbe profondamente cambiata. Questi mutamenti erano più che evidenti nella sua natìa Germania, alla quale Hoppé fece ritorno per indagare le infrastrutture industriali del paese dal punto di vista formale e figurativo, immortalando i nuovi mezzi di produzione, una nuova architettura e i modi in cui questa coinvolgeva gli individui che con essa interagivano. Queste fotografie furono pubblicate in prima battuta nell’ormai famoso volume Deutsche Arbeit (1930), e sono qui presentate nel contesto generale che comprende le immagini industriali scattate da Hoppé in molti altri paesi.

 

 

Delaware Bridge, Filadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti, 1926 Stampa originale, gelatina ai Sali d’argento © E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance
Delaware Bridge, Filadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti, 1926
Stampa originale, gelatina ai Sali d’argento
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

 

Nel corso dei suoi viaggi oltre la Germania e la Gran Bretagna, Hoppé documentò il fenomeno globale di una nuova, rivoluzionaria architettura: ponti che collegavano luoghi un tempo separati, torri che invadevano l’orizzonte, strutture di sostegno che consentivano forza e precisione nuove. Nella visione di Hoppé questi cambiamenti industriali erano una fusione di arte e scienza, una moderna combinazione profondamente romantica, persino spirituale. Scrisse il fotografo: “ Nessuno può starsene in piedi sotto l’arcata di un ponte gigantesco con i suoi piloni svettanti e non sentire quella forza originaria che lo spinge al di sopra della pura fisicità, raggiungendo immensità nascoste alla piena comprensione.”

 

 

Disoccupato, New York City, Stati Uniti,1921 Stampa originale, gelatina ai Sali d’argento © E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance
Disoccupato, New York City, Stati Uniti,1921
Stampa originale, gelatina ai Sali d’argento
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

 

Focus della mostra al MAST sono centonovanta fotografie industriali di Emil Otto Hoppé. Alla parte espositiva abbiamo affiancato l’allestimento di una camera oscura, un grande spazio adibito a proiezioni, finalizzato a valorizzare la ricchezza dell’opera del maestro. Qui abbiamo voluto mostrare i suoi ritratti, i suoi nudi, i ballerini russi e le sue fotografie di viaggio scattate in paesi diversi.