Harry Bertoia a Pordenone report mostra
Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle

PORDEDONE. Dalla Natura al Segno di (Arieto) Harry Bertoia è la mostra in corso fino al 29 marzo a nell’omonima galleria, inaugurata pochi mesi fa. Un omaggio di affetto e di stima che la città riserva a questo poliedrico artista friulano, che con determinazione e serietà ha saputo consolidare il suo talento, attingendo dalle sue profonde qualità interiori portandolo alla notorietà internazionale.

La freschezza delle sue creazioni sono di attuale bellezza nell’essenzialità delle forme, elementi di una tradizione antica di sapienza manuale, precisione e gusto tipico della cultura contadina e artigiana del territorio regionale.

 

Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle
Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle

 

Arieto (Harry) Bertoia nasce il 10 marzo 1915 a San Lorenzo di Arzene, in Friuli. Già da bambino scopre una certa passione per il disegno, grazie all’ambiente familiare favorevole all’arte.

A quindici anni Arieto, vista la situazione economicamente infelice della famiglia, è obbligato a raggiungere, nel 1930, il fratello Oreste negli Stati Uniti. Nonostante la crisi economica, Oreste capisce il talento del fratello e lo supporta per la Davison AmerIcanization School di Detroit. Arieto famigliarizza con la lingua e la cultura americana, e nel contempo inizia ad usare il nome “Harry”. Si diploma nel 1936, presso la Cass Technical High School di Detroit, frequentando corsi di gioielleria e di disegno. Nel 1937, con un piccolo portfolio di presentazione e una modesta scatola di gioielli dal lui realizzati, entra alla Crankrook Academy of Arts di Bloomfeld Hills nel Michigan: ricopre una cattedra di insegnamento, con la possibilità di eseguire dei progetti. Riorganizza i vari laboratori e metodologie, coinvolgendo in modo attivo gli studenti dell’Accademia. In questo periodo, inizia a frequentare il laboratorio di stampa, imparando tutto sulla grafica contemporanea e nel 1942 riceve l’incarico direttivo del laboratorio di stampa, dedicandosi con slancio a questa disciplina: realizza opere astratte a colori vivaci che contribuiscono ancora di più a considerarlo nel mondo dell’arte. Nel 1943, Hilla Rebay, curatrice del Museum of Non-objective Painting di New York acquista un centinaio di monoprint, che Bertoia gli manda per un suo giudizio. Nello stesso anno sposa Brigitta Valentiner, compagna di studi alla Cranbrook, nonché figlia di William Valentiner, direttore del Detroit Institute of Art e autorevole storico dell’arte. Nel 1946, si trasferisce in California, dove porta a termine le sue sperimentazioni sulla scultura metallica.

 

Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle
Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle

 

Hans Knoll, mobiliere tedesco negli Stati Uniti dal 1937, conoscitore delle esperienze europee del Bauhaus, propone a Bertoia di progettare una sua linea di mobili leggeri, eleganti, flessibili d’uso e resistenti. Così nel 1952 Harry Bertoia, produce la sua iconica Diamond Chair.

 

 

Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle
Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle

 

La prima parte della mostra è proprio dedicata a questa realizzazione: la serie di sedie della Bertoia Collection, una collezione che risulta essere di grande successo e che si impone come una delle creazioni più significative del design contemporaneo. La confortevole scocca in rete metallica è in perfetta sintonia con la forma e la tecnologia, con l’estetica e la comodità. Il periodo 1953-1969 è quello che Bertoia dedica alla scultura: da quelle piccole da tavolo alle grandi installazioni pubbliche. Ogni singola creazione di Bertoia è una serie di affascinanti ed anticipatorie realizzazioni che lasciano il segno. In questa parte espositiva, anche approfondimenti video che spiegano in modo specifico queste creazioni, attraverso interviste del figlio e di alcuni curatori. Una stanza adibita appositamente alle registrazioni degli anni ’70 dei Sonambients, suoni registrati grazie a sculture di aste metalliche che ricordano campi di grano o piante palustri, memorie della sua terra natale e che nell’ultima parte di vita dell’artista sono oggetto di commissione artistica da parte di molte istituzioni americane.

 

Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle
Galleria Harry Bertoia di Pordenone © Terry Peterle

 

Nella seconda parte della mostra una ricca raccolta di monotipi grafici – dagli anni ’40 agli anni ’70 – dove già sono anticipate le sculture successivamente realizzate. Poi, alcune sculture del 1955 – come le “Multi-Plane Construction” – ed alcune “Sound Sculpture” degli anni ’60.

Harry Bertoia, muore il 6 novembre 1978, e viene sepolto sotto un enorme gong, nel suo giardino, con incisa sulla sua pietra tombale “Sentiva la voce del vento portare il suono dalla forma alla vita”.