MILANO. E’ una delle mostre top e imperdibili della stagione milanese quella di “Stardust” , con scatti di David Bailey, in mostra al Pac fino al 2 giugno. Si parte bene, con uno spazio di grande respiro dove le opere -selezionate per questa esposizione dallo stesso fotografo londinese- si possono ammirare in tutto il loro splendore.

Del resto Bailey, per chi lo conosce, è una certezza ed è un’onore averlo potuto ammirare, dopo la mostra a Londra, anche qui in Italia. Per chi non lo conosce ancora, invece, “Stardust” sarà di certo una piacevole sorpresa.

 

 

Celebre per gli originali e bizzarri ritratti alle star, Bailey nella sua vita non ha fatto solo questo. Il suo percorso da fotografo infatti è multisfaccettato e qui a Milano si potrà ammirare la sua bravura anche nell’immortalare situazioni e gente comune che lo stesso Bailey ha incontrato nei suoi numerosi viaggi.

Un percorso che ci fa’ conoscere un altro lato forse meno noto del grande fotografo ma altrettanto affascinante ed estremamente interessante. Anche in questo caso, infatti, e cioè quando immortala gente comune, popolazioni, aborigeni, Bailey riesce a tirare fuori la loro massima espressività, senza che serva aggiungere tante parole; sia che questa serva a restituire un ritratto che a raccontare l’angoscia di un popolo costretto alla fame (come gli scatti che raccontano i drammi dell’Africa e della malnutrizione).

 

 

 

La location, dicevamo, poi gioca qui un grande vantaggio: uno spazio su due piani, ben illuminato, dai soffitti altissimi, in cui si è giocato molto sull’allestimento e in cui il suo percorso d’artista riesce ad esprimersi ai massimi livelli. Diviso per tematiche, “Stardust” spazia dai grandi ritratti alle star fino ai ritratti alla moglie, dai viaggi ai ritratti alle popolazioni, dai nudi ai rari scatti di nature morte (con teschi annessi), dai lavori commissionati dalle grandi band musicali ai progetti di denuncia sociale.

 

Una gran bella mostra, insomma. Assolutamente da vedere.