prova e recensione leica q
© silvia parmeggiani

Io di professione non faccio il fotografo ma con la fotografia, per lavoro, ci ho a che fare ogni giorno soprattutto per documentare con le immagini i fatti di cronaca con cui mi trovo quotidianamente a scrivere. Si pensa spesso che le grandi macchine come Leica -per cui si paga anche il marchio oltre che la qualità- siano forse le meno adatte da essere usate per gli scatti da quotidiano dove l’immagine spesso (ma non sempre) perde valore. Usare una Leica infatti magari da’ più soddisfazioni per pubblicare sui mensili, sui settimanali che danno ampio spazio alle immagini o anche solo su internet, sulle riviste specializzate o comunque su quelle che danno il giusto peso anche alla fotografia. Eppure le riflessioni anche in questo campo sarebbero tante e diverse.

Beh, tornando al nocciolo della questione. Mi sono sono trovata tra le mani questo piccolo gioiellino, la Leica Q, mostrata in anteprima per la stampa e Leica Italia, dopo averne snocciolato una ad una le caratteristiche, ci ha dato anche l’opportunità di provarla. La cosa che ci è stata spiegata è come, per la prima volta,  per la progettazione di questa nuova macchina a Leica si siano ritrovati attorno ad un tavolo cercando di rispondere a una domanda “Cosa serve oggi ad un fotografo? Quali caratteristiche deve avere una macchina fotografica oggi?”. Che sia professionista, amatore o fotoamatore evoluto, con  Leica Q  i progettisti hanno messo al centro le esigenze di chi scatta; tra cui il top delle performance Iso, l’alta qualità del mirino elettronico Evf,  la capacità di apertura, la possibilità di far scattare al meglio anche in pessime condizioni, di dare la sensazione di entrare nelle foto, un sensore full frame per evitare crop oltre ad una macchina compatta e che possa durare anni.

Messe al centro le priorità della gente si è passati alla progettazione per presentare una macchina che si avvicinasse di più alle esigenze del pubblico, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Ed ecco che si è arrivati alla Leica Q  che di buono ha la resa naturale dei colori, 50 mila Iso, un autofocus veloce, senz’altro la compattezza e la leggerezza.

 

prove
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LA MIA ESPERIENZA. Abituata come sempre ad una borsa di ottiche intercambiabili, ad un oggetto con un corpo macchina senza dubbio più pesante rispetto a tutta la gamma Leica, ovviamente non mi sono sentita subito a mio agio.

Ma il mondo Leica -e chi lo conosce già lo sa- è tutta un’altra cosa.

L’imbarazzo di non avere il solito peso in mano è svanito appena ho visto le immagini. Carta canta. Questa macchinetta infatti è così piccola, leggera ma allo stesso tempo così potente che è riuscita davvero a sorprendermi. Perchè per quelli che fanno cronaca come me, con il block notes in una mano e la macchina fotografica nell’altra, che devono scattare e scrivere quasi allo stesso tempo hanno bisogno di un’immagine bella, pulita, senza rumore. Perché il caporedattore la vuole così, perfetta. Come il pezzo. E Leica Q scatta che è un piacere. Fa un sacco di scatti puliti, nitidi, ricchi di particolari; uno splendore per chi di certo con le immagini lavora ogni giorno.

In modalità ‘automatico‘ fa tutto da sé e basta tenersela al collo per riuscire a fare scatti veloci e silenziosi ma soprattutto praticamente perfetti senza essere notati (cosa che chi è del mestiere sa che non è sempre facile fare).

 

In questa prova su strada, personalmente, ho cercato di lavorare molto per risolvere la mancanza dello zoom. Una cosa -per me e per il mio lavoro fondamentale- e che manca su Leica Q che invece lavora su ottica fissa.

Detto questo, comunque, nel menù si può selezionare un pulsante che permette di far apparire delle cornici per lavorare meno ‘in grande’ e focalizzarsi su un’area più ristretta. Poi, a casa sul pc, con i soliti programmi di fotoritocco bisognerà poi ritagliare, zoommare, fare le solite cose di post produzione. Cosa non semplicissima per chi è abituato a verificare e vedere il proprio scatto finale direttamente sul display.

Il display è una cosa che io spesso uso per comodità, per vedere se lo scatto è ok, se il dettaglio rende. Il fatto di non poterlo vedere subito già definito ma solo dopo, nella fase della lavorazione o ingrandendo l’immagine sullo schermo della Leica (che comunque non rende come vista sul pc), può disorientare un attimo. Questo però conferma che quello di Leica è un modo completamente diverso di lavorare. E un metodo non esclude di certo l’altro.

 

 

 

 

Altra cosa interessante per chi con la fotografia ci lavora nell’immediatezza, di chi ha bisogno di dare la ‘notizia’ in tempo reale, è il sistema integrato wi-fi che permette di scaricare immediatamente le immagini sul pc ma anche su Ipad e Iphone, per inviare le foto scelte direttamente nelle redazioni e sul web, anche sui social. Per questo c’è anche un app apposita (per ora il sistema operativo è solo quello Ios) che permette di usare la camera direttamente dal telefono per cambiare i parametri. Buona cosa poi il fatto che il menù della Leica Q sia intuitivo e comunque abbastanza immediato e semplice da usare.

 

 

 

E veniamo al tasto dolente. Il prezzo, che si aggira intorno ai 3mila 900 euro. Conoscendo il mondo Leica, i prezzi degli obbiettivi, sinceramente avevo pensato che Leica Q (che comunque ha una serie di caratteristiche importanti e ‘porta’ con dinsivoltura 50 mila Iso) fosse inavvicinabile. Forse perché c’è anche da dire che quelli che fanno cronaca come me hanno uno ‘stipendio’ leggero. Però è anche vero quello che ho sentito dire e cioè “Chi vuole la Ferrari poi non si lamenta del prezzo, sa che sta comprando una Ferrari”. E quindi, vero. Non posso che essere d’accordo, la qualità si paga. E una volta provata, questa macchinetta ti rimane proprio nel cuore.