PERUGIA. La terza edizione del Perugia Social Photo Festival, organizzato dall’associazione ‘LuceGrigia’ si svolgerà al Museo Civico Centro di Cultura Contemporanea Palazzo Penna, dal 14 al 23 novembre con nuove ed interessanti mostre incentrate sul tema della “resilienza”, vista come la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di sopravvivere e ristrutturarsi, per poi superarle e uscirne rinforzato e trasformato, restando così pronto ad accogliere le opportunità positive. Sul tema “resisto” saranno esposte 17 mostre.
LA MANIFESTAZIONE. La missione è ricreare una cultura dell’immagine in una società dell’immagine attraverso la fotografia, un mezzo insostituibile per “fare memoria visiva”, indispensabile per comunicare idee e culture di singoli e comunità e strumento fondamentale di comunicazione. Fotografia come spazio dove un pensiero trova dimora. La necessità di capire non tanto, e non solo, il come fotografare, ma il perché, giacché il valore non è nella fotografia in sé, ma nell’ informazione in essa racchiusa, nel processo generatore. La fotografia allora può assumere significato sociale e terapeutico. Nasce così, come manifestazione socio-culturale centrata sul ruolo sociale e terapeutico della fotografia, il Perugia Social Photo Fest che annualmente presenta al pubblico italiano ed internazionale progetti che si sviluppano nell’ambito della Fotografia sociale e della fotografia terapeutica.
LE MOSTRE. Per questa terza edizione è prevista la presenza di artisti provenienti da tutto il mondo alcuni dei quali vincitori di importati riconoscimenti quali il World Press Photo e saranno esposti importanti lavori di fama internazionale, a cominciare dal pluripremiato progetto di Sara Naomi Lewkowicz, “Shane and Maggie: A Portrait of Domestic Violence”, con cui la fotografa cerca di rappresentare l’abuso domestico come un processo, piuttosto che come un singolo incidente. Ed inoltre, anche i lavori di Mandra Stella Cerrone con “Silent Family, la famiglia di Stella” (l’artista, attraverso il coinvolgimento delle persone nelle Family, si interroga sulla vita, la morte, la trascendenza, la rinascita, il destino individuale e collettivo, il rapporto fra la realtà esterna e quella interiore); Nadia Cianelli con “Ti sopravvivo” (racconta il dolore devastante che sconvolge la vita quando la morte ci tocca troppo da vicino); Giovanni Cocco con “Monia” (fotografie a sua sorella, disabile dalla nascita, come atto di conoscenza e di ricerca, per capirla e per domandarsi cosa pensi e cosa desideri) in anteprima nazionale; L. D’Amore e F. Matarazzo con “Whoami” (l’atto di riconoscere la propria immagine allo specchio è il segno distintivo dell’autocoscienza, il punto di osservazione privilegiato della realtà); associazione Fermaimmagine con “Lasciami guardare” (sei fotografi ipovedenti hanno chiesto alla loro inafferrabile e caotica città eterna, Roma, di lasciarsi guardare); Emer Gillespie con “Picture you, picture me” (progetto ritrattistico di collaborazione ed esplorazione con la figlia Laoisha che ha la sindrome di Down); Mimi Foundation con “If only for a second” (progetto a cura della fondazione belga che ha coinvolto venti pazienti a cui è stato diagnosticato il cancro); Matej Peljhan con “The Little Prince” (lavoro poetico sulla distrofia muscolare, vera storia di un bambino di 12 anni, Luka, affetto da questa malattia, e della sua voglia di vedersi in delle foto in cui se ne va in giro a fare tutte le birichinate possibili); Irina Popova con “Another family” (scatti che raccontano la vita da bassi fondi di una famiglia “punk”, padre, madre e figlia piccola, di San Pietroburgo); Silvia Rotelli con “R-Esistenze, per un dialogo costruttivo tra coscienza e inconscio” (progetto che si propone di utilizzare la fotografia come mezzo di dialogo e trasmissione di valori tra culture e generazioni, realizzato con gli abitanti della città di Bolzano); Camilla Urso e Ekin Bayurgil con “Le mie stanze” (esperienza fotografica di re-esistenza che ha permesso alle due fotografe di ri-scattare la loro storia grazie allo spazio-immagine contenitivo offerto dalla loro relazione).
CALL FOR ENTRY. Sempre basandosi sul tema di quest’anno, “Resisto”, la commissione del Perugia Social Photo Fest ha selezionato i quattro progetti vincitori della “call for entry” 2014 tra tutti i 117 partecipanti da ogni angolo del mondo, a conferma del grande successo internazionale ormai raggiunto dal festival perugino (oltre che dall’Italia e da molti paesi europei, anche dall’Australia, Malesia, India, Sudafrica, Canada, America, Argentina). Nell’ambito della “fotografia sociale” ad esporre saranno la spagnola Myriam Meloni con “Behind the absence” e l’italiano Simone Cerio (Parallelozero) con “When the others go away”, progetto realizzato per conto di Emergency. Per la sezione “fotografia terapeutica” i due progetti selezionati sono quelli dell’americano Jay Sullivan (“Glove”) e dall’italiana Marika Delila Bertoni (“La fotografia mi cura, mi consola, mi coccola, mi guarisce”). Ad arricchire la parte espositiva anche “IoResisto”, progetto di arte sociale partecipata ideato dall’associazione ‘LuceGrigia’ che ha coinvolto i sostenitori del Perugia Social Photo Fest dell’edizione 2013 nella creazione di una mostra collettiva sul concetto della “resilienza” che unisce il linguaggio fotografico e la scrittura.
EVENTI COLLATERALI. La manifestazione sarà arricchita anche da incontri, laboratori, dibattiti, conferenze e molto altro ancora per favorire la diffusione delle esperienze italiane ed internazionali facendole dialogare e creando così una rete di contatti da cui far nascere collaborazioni progettuali. Tra i numerosi appuntamenti che vedranno come protagonisti, tra gli altri, anche il fotografo Alessandro Penso, vincitore del world press photo 2014, da segnalare c’è l’incontro con Emergency su “When the others go away”. Con Simone Cerio è in programma un incontro pubblico per il 18 novembre alla Sala dei Notari alle 18. La preziosa partecipazione di Emergency permette così al festival di portare all’attenzione del pubblico, attraverso il racconto dei protagonisti, la forza delle persone colpite dalla guerra di recuperare la propria dignità di individui grazie al sostegno medico e progettuale degli operatori impegnati nelle zone dei conflitti.
Il 21 novembre si svolgerà inoltre la conferenza internazionale Experiencing Photography #3 dal titolo “Usare le fotografie per migliorare il benessere e ridurre l’esclusione sociale”, alla Sala dei Notari dalle ore 9 alle 18. Il calendario degli eventi è anche ricco di workshop: a condurre saranno figure come Vittore Buzzi, Tiziana Luciani, Oliviero Rossi, Lucia Cumpostu e Judy Weiser.
Inoltre, come importante coda del festival, dal 24 al 29 novembre è in programma il primo workshop italiano intensivo formativo sulle tecniche di fototerapia sempre con Judy Weiser considerata la massima esponente mondiale in questo ambito. Una novità assoluta nel panorama nazionale. La Weiser è psicologa, arte terapeuta fondatrice e direttrice del PhotoTherapy Centre di Vancouver in Canada, partner del festival.
Tutto il programma e le mostre sul sito: www.perugiasocialphotofest.org