Phest 2020, la fotografia a cielo aperto

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Dal 7 agosto al 1° novembre va in onda Phest 2020, la quinta edizione del festival fotografico a Monopoli. Ancora una volta, nelle vesti direttore artistico, c’è Giovanni Troilo e la curatela fotografica è affidata a Arianna Rinaldo.

Phest 2020, un’edizione dedicata alla Terra

In questa edizione la fruizione delle mostre è completamente sicura e gratuita per tutti, con la scelta di location tutte all’esterno. Il fil rouge è la Terra, nel senso di pianeta, ma anche di mondo contadino e riscoperta del suo valore. Perfetto per aiutarci a ritrovare l’essenza delle cose e il contatto con la terra per ripartire da essa.

Gli iperoggetti come il clima, il riscaldamento globale, l’inquinamento sono oggetti particolarmente complessi, transdimensionali. Si manifestano inoltre a intermittenza e per piccolissime porzioni. È difficilissimo dunque per l’uomo cogliere il tutto e allo stesso tempo comprendere quanto sia tutto strettamente correlato. Questa complessità diventa uno dei pretesti migliori per chi nega le correlazioni tra i mutamenti climatici e l’azione umana.

Phest 2020 è dunque un viaggio per immagini alla scoperta del pianeta, dal micro al macro.

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© Jan Erik Waider

Una mostra a cielo aperto (e in mare)

Fino a novembre ci saranno 24 lavori in mostra che tutti i visitatori potranno guardare passeggiando per il centro storico di Monopoli, o tuffandosi nelle acque cristalline del suo mare. Già, tuffandosi. Perché una delle mostre che Phest porterà quest’anno sarà una mostra in mare, subacquea, visitabile esclusivamente nuotando con maschera e occhialini, e volendo anche le pinne.

Allestita sott’acqua con dei grandi pannelli davanti alla spiaggia di Cala Porta Vecchia con la collaborazione di National Geographic, l’installazione See the sea you usually don’t see mostrerà i pesci notturni e il loro ambiente sottomarino con fotografie di David Doubilet e Jennifer Hayes.

© Sharbendu De

Si esce in città, le mostre di Phest 2020

Diverse e di grande effetto le location, vecchie e nuove, individuate dagli organizzatori per la V edizione del festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli.
Nella zona sud del centro città si trova lo skate park a ridosso del mare con il progetto fotografico di Inka & Niclas, “4K ULTRA HD“. Camminando poi verso Cala Porta vecchia si incontra l’isolotto su cui campeggiano le foto di Jan Erik Waider, North Landscapes, dedicate agli iceberg, mentre sul fondo marino è allestita la mostra subacquea See the sea you usually don’t see dedicata ai pesci notturni con gli scatti di David Doubilet e Jennifer Hayes e realizzata in collaborazione con National Geographic.

Di fronte, l’antica muraglia è stata scelta per stupire i visitatori con la gigantografia del ghiacciaio Antartide – Il continente bianco e i suoi contrasti inaspettati di Igor Gvozdovskyy.

Mostre sul lungomare

Andando verso la città nuova, la parete accanto al Kambusa su Largo Portavecchia aspetta i visitatori con il murale appena realizzato da Millo dal titolo Beyond the Sea. Sul Belvedere di Porta Vecchia si trovano invece Land(e)scape, progetto realizzato su commissione dell’azienda di abbigliamento di Martina Franca, Hevò, e Ciril Jazbec con il suo The Ice Stupas.
Passeggiando sul lungomare Santa Maria si incontrano invece due mostre-installazioni allestite sul muretto prima e dopo il bastione: Dillon Marsh (Gallery Momo) con il suo Counting the Costs e Solmaz Daryani con The Eyes of the Earth.

Si arriva quindi al Castello Carlo V, unica eccezione in interni sempre ad ingresso gratuito, dove Phest ha allestito due mostre fotografiche. La nuda vita di Antoine d’Agata (Magnum Photos) e No agua, no vida di John Trotter, a cui si aggiungono le video installazioni di Endri Dani, Poiein, Simon Norfolk, When I Am Laid in Earth e Luca Locatelli, 2050.

Sui frangiflutti davanti al Castello è allestito il lavoro commissariato da Tormaresca a Piero Percoco: Calafuria – The Rainbow is Underestimated.

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© John Trotter

Da Porto Vecchio alle piazze

Andando verso il Porto Vecchio, sul molo Margherita arrivando fino al Faro Rosso ci sono due mostre, Imagined Homeland di Sharbendu De e Mezzogiorno di Marco Zanella, cui si aggiunge The Future of Farming di Luca Locatelli allestita sui new jersey sul filo del mare. Sulle pareti del Porto Vecchio campeggeranno, invece, le fotografie di Ground Contol il lavoro di Roselena Ramistella dedicato ai contadini e alle contadine pugliesi.

Incamminandosi quindi dal Porto vecchio verso piazza Vittorio Emanuele si trova via Garibaldi con l’allestimento sospeso tra i balconi delle case di Earth calls PhEST con foto courtesy di Google Earth. Arrivati quindi in piazza Vittorio Emanuele si possono ammirare i coloratissimi insetti Micro Beauty in pvc calpestabile in gigantografia di Igor Siwanowicz.

Ancora, in piazza Palmieri, su una struttura poligonale, si trova Ustica di Jacob Balzani Lööv / Premio PHMuseum Grant. In piazzetta S.Maria un grande planisfero metterà in mostra una selezione degli scatti arrivati in queste settimane da tutto il mondo da chi ha risposto alla social call internazionale #PhESTchiamaTERRA.

Infine, in piazzetta Garibaldi, all’Info point turistico del Comune di Monopoli – Sala dei pescatori, dove tra l’altro sono esposte le foto di Piero Martinello protagoniste del primo progetto speciale del festival di Monopoli, ci sarà un corner PhEST.

E per chi volesse approfondire la conoscenza degli autori e dei loro lavori, sui pannelli di presentazione di ciascuna mostra un QR code con contenuti extra in grado di raccontare le mostre ai visitatori.


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© Antoine d’Agata



 

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