La fotografia jazz, alla Triennale di Milano Giuseppe Pino

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MILANO. Giovedì 11 dicembre, alle 19, alla Triennale di Milano si terrà il quinto appuntamento delle Lectio Magistralis di fotografia e dintorni, promosse da Afip International e Cna Professioni, giunte al suo quarto ciclo. Protagonista della serata sarà Giuseppe Pino, uno dei più attenti e sensibili fotografi del mondo jazzistico. Nel corso dell’incontro, “A little bit of nothing”, Pino dialogherà della sua carriera, dei suoi incontri e delle sue collaborazioni, in particolare quella con Andy Warhol, con Roberto Mutti, critico fotografico e giornalista de La Repubblica.

 

Giuseppe Pino
Giuseppe Pino

 

Giuseppe Pino, nato a Milano da un cocktail di sangue siciliano, svizzero e francese, Giuseppe Pino si è fatto conoscere per la profonda frequentazione, dal 1960 e per una ventina d’anni, del mondo jazzistico. Molti ritratti dei grandi interpreti,come quelli di Miles Davis,sono diventati vere e proprie icone del personaggio. I libri pubblicati sono pochi, ma sempre molto accurati, come le mostre, ma ha spesso goduto di grande stima fra addetti ai lavori e colleghi, specie oltre…confine. Ricorda infatti, del periodo vissuto nella Grande Mela, la collaborazione con Andy Warhol e il suo “Interview”, dove inaugurò la serie sui “Modern Masters” col ritratto di Raffaele Carrieri. Indelebili nella sua memoria,poi, gli incontri con i nomi della Pop Art, vent’anni dopo l’amato Ugo Mulas e pubblicati da Vogue Italia. La Smithsonian Institution di Washington lo invitò, come primo europeo in quei tempi, a una conferenza sulla filosofia del ritratto, assieme a nomi come Arnold Newman e James Van Der Zee, l’allora Sander di Harlem. In Francia la sua mostra sui grandi del jazz fu esposta accanto ai dipinti di Henri Matisse, grande appassionato di quella musica, e cita con un sorriso la definizione della rivista parigina “Jazz Magazine”, che gli dedicò per quattro anni la pagina fissa “L’oeil de Pino”, nominandolo titolare della “Pinocoteca”, gioco di parole riferito nientemeno che alla “Pinacoteca” di Brera e al grande archivio dei suoi jazzisti. Giuseppe, pur possedendo il raro estro del grande ritrattista, ha pure frugato con il suo obiettivo nella realtà, per ricavarne immagini, frammenti di vita, citazioni, aforismi visivi, accomunati dal grande pregio di non poter essere definiti, congelati, in un genere.

 

Roberto Mutti
Roberto Mutti

 

Roberto Mutti è storico, critico e docente di fotografia, attualmente presso l’Accademia del Teatro alla Scala e l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Organizzatore e curatore indipendente, ha realizzato mostre di giovani promettenti e di autori affermati collaborando con festival, gallerie private e istituzioni pubbliche. Ha firmato oltre duecento libri fra saggi, monografie e cataloghi. Giornalista pubblicista, dal 1980 scrive di fotografia sulle pagine milanesi del quotidiano La Repubblica, collabora con diverse testate e ha diretto dal 1998 al 2005 il trimestrale Immagini Foto Pratica. Fa parte dei comitati scientifici di Photofestival Milano, MIA, Fondazione Corrente. Ha ricevuto i premi per la critica fotografica Città di Benevento (2000), “Giuseppe Turroni” (2007), Artistica Art Gallery, Denver, Usa (2011) e “Salvatore Margagliotti”, Trapani (2014). Vive e lavora a Milano.

Gli incontri, tutti a ingresso gratuito (fino a esaurimento posti), si chiuderanno giovedì 18 dicembre con Sergio Libis e Alberto Bianda (Libis, artigiano della luce). Le Lectio magistralis verranno trasmesse in diretta streaming all’indirizzo www.afipinternational.com 

Per informazioniwww.afip.it

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