E’ uscito il numero uno di ‘Sudario‘, la fanzine di The View From Lucania, che ospita alcune immagini di lavori provenienti da fotografi ed artisti che hanno raccontato il Sud Italia.

Una delle questioni centrali in Sudario è l’assenza di corpi di testo o didascalie relative alle opere dei singoli autori” racconta Stefano Tripodi nel suo editoriale. “Nome dell’artista e titolo dell’opera sono sufficienti. La perdita di senso che deriva dall’accostamento delle sole immagini è l’espediente narrativo più efficace per fare in modo che l’immaginazione di chi le guarda si attivi. Se questo si compie e se lo smarrimento rimane, l’esperimento è riuscito“.

Tuttavia la densità delle opere selezionate ed il modo in cui entrano in relazione con il concetto di Sudario danno vita a scenari, percorsi, flussi sinergici, similitudini e discordanze che vale la pena esplicitare, di volta in volta, per ogni edizione. E’ per questo che, a partire da questo numero, sarà disponibile online un approfondimento, un corpo di testo che rivelerà il fil rouge che unisce i lavori degli artisti selezionati con le intenzioni e i significati più profondi racchiusi nell’idea di Sudario.

 

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Sudario
Sudario

 

 

Vediamo il contenuto. “Le quattro immagini che compongono la vista di Capaci in Sicilia (Corpi di Reato – Bonaventura, Imbriaco, Severo) diventano in Sudario un’allegoria della ricerca di senso” racconta Tripodi. “Si tratta di un’immagine tipica del sud Italia ma allo stesso tempo i quattro scatti rivelano un panorama anonimo e indifferente. È la vista che aveva Giovanni Brusca quando con 400 kg di tritolo fece saltare in aria Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morbillo e le tre guardie del corpo Vito Schifani, Rocco e Antonio Dicillo Montinaro. È la memoria di un sud ferito in uno dei momenti più scuri della storia dell’Italia intera, è un’eco buia ed invisibile. L’assenza del reato e la mancanza di un testo in grado di evocarlo attivano la mente che deve trovare un aggancio, un punto d’appoggio”.

Corpi di Reato è il luogo dello smarrimento e dell’ambiguità, dell’indifferenza e della trasfigurazione. Il tentativo, espresso dal progetto, di provare a rileggere il fenomeno mafia nel suo stato attuale delle cose, dove la mafia è fuori dalla notizia di cronaca e dalle prime pagine dei quotidiani e non restano che luoghi muti, oggetti, ricordi neri.

 

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Smarrimento è ciò che si prova ad andare alla ricerca della verità dei luoghi, che è quello che prova a fare Fabrizio Vatieri nel suo progetto Mediterranean Drama, di cui Sudario ospita alcune immagini relative al sud Italia. “Nel mettersi alla ricerca dell’essenza sostanziale di un Mediterraneo che è corpo e traccia, l’archetipo si sfalda e lentamente emerge la stratificazione. E la verità, che non è mai una sola, è la somma di tutti gli strati e dei continui mutamenti e delle congiunzioni e relazioni che a loro volta ne vengono fuori”Mediterranean Drama, nelle foto dedicate al sud Italia, è la possibilità di leggere la drammatica stratificazione dei tempi sovrapposti, gli strati culturali si confondono, il turista è smarrito, confuso. E questo sud, un po’ americano, ha un respiro onirico, lento, fluido, come il mare in mezzo alla terra.

Il progetto Salerno-Reggio Calabria di Maria Vittoria Trovato, racconta poi Tripodi “mi è piaciuto molto sin dal primo momento. Ho pensato di farlo entrare nel numero uno di Sudario ancor prima di pensare al numero stesso. I due ritratti proposti e il panorama sono la sintesi di un viaggio denso lungo i 443 km del secondo tronco di uno dei segmenti stradali più importanti di Italia. Anche questa è una traccia, anche qui c’è la mafia, la Salerno-Reggio Calabria è un laboratorio criminale. Quello che mi interessava era guardare negli occhi questo sud, i ritratti di Maria Vittoria Trovato sono struggenti. L’immagine del pezzo di strada incompiuto, con cui abbiamo deciso di chiudere il numero, mostra uno dei grandi fallimenti dello Stato Italiano”.

 

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Quell’immagine ci porta facilmente al lavoro di Georges SalamehStanding before the Ruins, realizzato in occasione della quarta edizione di Macerie, un progetto di residenza d’artista che dal 2012 prende luogo a Favara, un comune in provincia di Agrigento in Sicilia. “L’esigenza del progetto è dare una risposta, utilizzando l’arte, al degrado del centro storico e la sua costruzione illegale, immaginando un nuovo futuro in uno scenario di macerie, quelle prodotte dalle speculazioni del passato e dalla mafia. Le immagini di Georges scelte per Sudario sono l’ennesimo aspetto di un sud Italia sedimentato, religioso, trasmutato e nero”.

Macerie, detriti, tracce, corpi. Il lavoro di Cyop e KafAbbanDono, è estremamente romantico e cupo. Si tratta di un progetto inedito, non ancora concluso. “E’ la raccolta di pezzi di metallo arrugginito proveniente dal mare che sfiniti vanno a riposare a riva. Le immagini, in origine, sono accompagnate dalla poesia Alla deriva di Salvatore Toma, poeta salentino, contenuta nel suo Canzoniere della morte”.

Nathan Barnes con il suo 2nd April 2045 occupa un posto importante, perché introduce un manto di nera ironia. “Dopo esserci conosciuti tempo fa e mentre ragionavamo sul workshop avvenuto lo scorso luglio in Svizzera, Barnes ha intrapreso un viaggio nel sud Italia. Durante il suo peregrinare ha incrociato persone differenti e come è suo solito ha chiesto loro di essere ospitato, condizione fondamentale per immergersi completamente nella vita e nella cultura di una data umanità. Durante questo tempo e nei momenti conviviali ed intimi, Barnes ha chiesto di poter vedere degli album di famiglia. Si è accorto, col passare delle settimane, che la maggior parte degli album visionati contenevano immagini di persone defunte. È scaturita così in Barnes, una riflessione sul concetto di morte, inzuppato com’era in quei giorni nel corpo bollente dell’Italia del sud”. Nasce così una serie di fotografie che mostra alcune di quelle persone defunte le cui sembianze sono trasfigurate, ora dal tempo, o dall’umidità, dalla chimica che ossida, dagli umori che si mischiano. Da quel velo che assorbe la sofferenza restituendone ombre, macchie, pieghe, liquidi organici.