MILANO. 2874 diapositive provenienti dall’archivio personale di Gianni Berengo Gardin sono state donate dal fotografo al Comune di Milano, un gesto che permetterà al Comune di arricchire e accrescere il complesso del patrimonio culturale delle Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche che ha sede al Castello Sforzesco.
La donazione consentirà di far luce sull’attività del fotografo dedicata al paesaggio e ai monumenti storico – artistici milanesi e italiani, attività condotta per molti anni grazie a importanti committenze ricevute dal Touring Club Italiano, ed è in linea con la natura e la vocazione scientifica e didattica del Civico Archivio Fotografico che conserva la documentazione del lavoro dei più importanti studi fotografici milanesi, attivi sin dagli albori della fotografia. Accanto all’importante documentazione fotografica ottocentesca, infatti, l’Istituto conserva significative testimonianze di fotografia del Novecento, mostrando così come Milano sia divenuta, durante il secolo scorso, il centro italiano più fecondo per lo sviluppo della fotografia e di tutte le attività produttive ad essa collegate.
“Dopo la recentissima apertura della mostra dedicata a Salgado, che ha inaugurato il ‘nuovo corso’ di Palazzo della Ragione come sede espositiva permanente dedicata all’arte della fotografia, ecco un’altra buona notizia che riguarda questo linguaggio – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Gianni Berengo Gardin, al quale abbiamo dedicato una mostra proprio l’estate scorsa nelle sale di Palazzo Reale, è un protagonista della storia della fotografia italiana e il suo lavoro non poteva certo mancare nell’archivio del Comune di Milano, la città che lo ha accolto sin dal 1965 e lo ha visto diventare uno dei più rappresentativi interpreti della sua storia recente”.
Gianni Berengo Gardin, nato nel 1930, ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo avere vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano iniziando la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale. Ha collaborato con le principali testate della stampa illustrata italiana ed estera, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri, pubblicando oltre 200 volumi fotografici. Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 su Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Dal 1966 al 1983 ha collaborato con il Touring Club Italiano, per il quale ha realizzato un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi Europei. Ha lavorato assiduamente con l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider, ecc.) realizzando reportage e monografie aziendali. Nel 1979 ha iniziato la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Dal 1990 è rappresentato dall’agenzia Contrasto.
Berengo Gardin è stato insignito di numerosi premi, a partire dal 1963 (World Press Photo) – si segnala, nel 1990, il Premio Brassai al Mois de la Photo di Parigi e nel 1995 il Leica Oskar Barnack Award ai “Rencontres Internationales de la Photographie” di Arles con il volume La disperata allegria. Vivere da zingari a Firenze -, fino ad arrivare al 2008 col riconoscimento alla carriera del prestigioso Lucie Award, New York (vinto in precedenza da Henri Cartier Bresson, Gordon Parks, William Klein, Willy Ronis, Elliott Erwitt). Nel 2009 gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano. Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all’Estero, tra cui le grandi antologiche di Arles (1987), Milano (1990), Losanna (1991), Parigi (1990 e 1997), New York (1999) e, tra le ultime, al Palazzo delle Esposizioni di Roma (2001), alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi e allo Spazio Forma di Milano (2005).
Ha inoltre esposto al Photokina di Colonia, all’Expo di Montreal, alla Biennale di Venezia, ha partecipato alla mostra The Italian Metamorphosis 1943 – 1968 al Guggenheim di New York nel 1994. Inserito nel 1972 tra i 32 “World’s Top Photographers” dalla rivista Modern Photography e citato, unico tra i fotografi, da Sir E. H. Gombrich nel libro The Image and the Eye (Oxford 1982), Berengo Gardin è stato fatto oggetto di numerose pubblicazioni monografiche. La più recente di queste è il saggio di Silvana Turzio (Gianni Berengo Gardin, Milano, Bruno Mondadori 2009). Sue fotografie fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotèque Nationale di Parigi, la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.