MILANO. S’intitola ‘Memoria‘ la nuova mostra a Palazzo Reale. Un’esposizione attesissima  visto che ospita le fotografie di James Nachtwey, riconosciuto come tra i più importanti fotoreporter di guerra contemporanei. 

Una tappa questa che è solo la prima di una serie a livello internazionale, di un tour nei più importanti musei di tutto il mondo e che propone un’imponente riflessione individuale e collettiva sul tema della guerra.

Curata da Roberto Koch e dallo stesso James Nachtwey, la mostra rappresenta una produzione originale e la più grande retrospettiva mai concepita sul suo lavoro e rimarrà aperta fino al 4 marzo.

 

James Nachtwey, Un soldato croato bosniaco spara contro i musulmani bosniaci. Mostar, Bosnia-Erzegovina, 1993 © James Nachtwey
James Nachtwey, Un soldato croato bosniaco spara contro i musulmani bosniaci. Mostar, Bosnia-Erzegovina, 1993 © James Nachtwey

 

Pluripremiato in vari contesti, non solo di fotografia, e considerato universalmente l’erede di Robert Capa, con tensione morale e con impegno civile James Nachtwey ha dedicato la sua vita a raccontare la condizione umana nei suoi momenti più estremi: quando è sul punto di trasformarsi in un inferno. È l’epico testimone delle crudezze della guerra, di cui le fotografie esposte a Palazzo Reale sono una testimonianza diretta. 

Memoria è una mostra che presenta il lavoro del più importante reporter di questi decenni, nelle cui fotografie luce e tenebra si alternano in una danza quasi infinita. Nachtwey è un osservatore di eccezione del mondo contemporaneo, il nostro più acuto testimone. 

 

James Nachtwey, Crollo della torre sud del World Trade Center. New York, USA, 2001 © James Nachtwey
James Nachtwey, Crollo della torre sud del World Trade Center. New York, USA, 2001 © James Nachtwey

 

Da sempre Nachtwey fotografa il dolore, l’ingiustizia, la violenza, la morte. E per rimanere a contatto con la parte più sofferente e sola del mondo, ha scelto di utilizzare la via della bellezza e della compiutezza formale. Proprio perché la straordinaria bellezza delle sue fotografie è uno strumento di lotta, un gesto di compassione di fronte a scene come in Bosnia, a Mostar, dove in una camera da letto un cecchino spara dalla finestra.

Oppure quando realizza i reportage sugli effetti della carestia in Darfur, o sulla tubercolosi o sui danni causati dall’Agente arancio in Vietnam. Tra le sue immagini più iconiche troviamo anche un sopravvissuto a un campo di concentramento Hutu in Ruanda con una cicatrice sul volto in primo piano, ma anche la Seconda Intifada in Cisgiordania vissuta in prima linea.

 

James Nachtwey, Inizio della seconda Intifada. Cisgiordania, 2000 © James Nachtwey
James Nachtwey, Inizio della seconda Intifada. Cisgiordania, 2000 © James Nachtwey

 

Nachtwey dà un volto alla guerra da 40 anni, mostrando cosa accade alle persone che la vivono sulla propria pelle. Quella guerra che l’11 settembre è arrivata anche “a casa”, negli USA, con l’attacco alle Torri Gemelle e con la guerra successiva in Iraq e in Afghanistan. Nelle immagini di Nachtwey a parlare è l’umanità ferita dalla violenza, devastata dalla malattia, dalla fame, dalla natura che insorge contro la pretesa di controllo dell’uomo.

 

James Nachtwey, Una madre accudisce il figlio malato di epatite E in un ospedale nel Darfur, 2004 © James Nachtwey
James Nachtwey, Una madre accudisce il figlio malato di epatite E in un ospedale nel Darfur, 2004 © James Nachtwey

 

Organizzate in diciassette sezioni, le duecento immagini esposte nelle diverse sale propongono al visitatore un’ampia selezione dei reportage più significativi di James Nachtwey. Da El Salvador a Gaza, dall’Indonesia al Giappone, passando per la Romania, la Somalia, il Sudan, il Rwanda, l’Iraq, l’Afghanistan, il Nepal, gli Stati Uniti (tra cui la testimonianza straordinaria dell’attentato delll’11 settembre 2001) e molti altri paesi e si conclude con un reportage oltremodo attuale sull’immigrazione in Europa: Memoria raccoglie gli scatti con cui il fotografo racconta la crudezza della guerra, la violenza del terrorismo, lo sguardo vuoto della disperazione. 

 

 “Sono stato un testimone. Ho dato conto della condizione delle donne e degli uomini che hanno perso tutto, le loro case, le loro famiglie, le loro braccia e le loro gambe, la loro ragione. E, al di là e nonostante tutte queste sofferenze, ciascun sopravvissuto possiede ancora l’irriducibile dignità che è propria di ogni essere umano. Le mie fotografie sono la mia testimonianza.” 

James Nachtwey

 

James Nachtwey, Un uomo attraversa i campi al confine con la Serbia, 2015 © James Nachtwey
James Nachtwey, Un uomo attraversa i campi al confine con la Serbia, 2015 © James Nachtweyby James Nachtwey

 

James Nachtwey. Memoria

Dove: Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano

Quando: dal 1 dicembre 2017 al 4 marzo 2018

Orari: Lunedì: 14.30 -19.30. Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30. Giovedì e sabato: 9.30 – 22.30

Ingresso: 12 euro intero; ridotto 10 euro 

 

Info:  www.palazzorealemilano.it