Nadar, cosa vedere alla mostra di Milano

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70 stampe originali, preziose heliogravure e documenti. Contiene tutto questo la grande mostra al Centro Culturale di Milano dedicata al fotografo Nadar.

Un’esposizione ideata e curata da Angela Madesani, con Fulvio Magurno e Camillo Fornasieri, direttore del centro, in occasione dei 200 anni dalla sua nascita.

Nadar mostra Milano Victor Hugo
Tra le immagini più celebri dello scrittore Victor Hugo c’è proprio questo scatto, realizzato da Nadar intorno al 1870. La fotografia fa parte della collezione MoMA.

Nadar, cosa vedere alla mostra di Milano

Nadar. La curiosità dell’amicizia – Alle origini della fotografia” è un’occasione di rilettura del fotografo, un incontro con la sua poliedrica personalità attraverso i volti dei suoi amici e “grandi” che rappresentarono quel fermento e cambiamento che, da Parigi, si impose agli occhi del mondo.

Nadar segna la fotografia con la sua capacità, documentaria, narrativa, protomediatica.
La “curiosità dell’amicizia” ha contrassegnato la sua vita. L’adesione personale ai sommovimenti del 1848 in Polonia e a Parigi, la passione sociale e artistica, i sodalizi con scienziati, musicisti, artisti, scrittori che andavano intuendo e anticipando un nuovo mondo che si affacciò nella storia.
Giornalista, caricaturista e pittore, imprenditore e sperimentatore di nuove scoperte meccaniche e di volo, amico di Jules Verne e intimo di Charles Baudelaire.

L’impresa che porta il caricaturista Nadar a dedicarsi stabilmente alla fotografia è il progetto del Panthéon Nadar, un affollato manifesto ritrattistico in litografia, dei Francesi celebri al suo tempo (oltre 300).

Dal 1854 adotta i procedimenti chimici di Louis Daguerre per le riprese fotografiche utili per passare al disegno. Ma intuisce qualcosa di nuovo, nel suo atelier tutto familiare, interloquisce in profondità con le arti maggiori, ma senza alcun complesso: la fotografia è per lui, comunque, autre chose.

Nadar mostra Milano Ernestine Lefevbre
Ernestine Lefevbre, la moglie di Nadar

Il tempo della fotografia

Nadar ritrae l’amicizia intima e la consuetudine con i grandi di quel tempo. Elimina la retorica della posa, oggetti a connotazione ‘lavorative’: guarda al volto, al corpo. Restituisce la somiglianza intima dell’immagine fotografica, l’identità o almeno l’atteggiamento esistenziale della persona, quello autentico, anche presuntuoso.

Non usa espedienti o fotomontaggio “per colmare la distanza tra l’immagine esteriore e perciò riproducibile della persona umana e quella identità integrale che conosce soltanto l’individuo nell’intimità della sua coscienza” scrive Giovanni Chiaramonte nel catalogo della mostra.

Nelle dimensioni d’epoca delle opere in mostra, i ritratti, concreti e vitali dei grandi, chimici, scienziati, artisti, musicisti, letterati, politici del tempo. Come Delacroix, Monet, Manet, Millet; da Gioacchino Rossini a Liszt, Berlioz, Debussy; gli amici Baudelaire e Hugo, George Sand, insieme a numerose metamorfosi teatrali dell’attrice di fama mondiale Sarah Bernhardt. Ma anche disegni di caricature, immagini di gente semplice e rari scatti all’aria aperta.

Nadar mostra Milano
Autoritratto fotografico in studio del fotografo francese Gaspard-Félix Tournachon, detto Nadar. L’immagine risale al 1900, ma la data è sconosciuta.

Controcorrente e sperimentatore

Nadar, creativo e controcorrente, disorienta il political correct già attivo negli schieramenti intellettuali, sociali e politici del tempo.
Opera con l’esclusiva dei materiali KODAK (in mostra i documenti) Parigi è in fila alle porte del suo atelier.
Sperimenta il flash al magnesio e la sua durezza, prova e inventa una fonte diversa. Cerca l’opera della luce e così annota: “era necessaria un’altra fonte di luce più morbida che illuminasse le zone in ombra .. con riflettori in stoffa bianca e in coppia con due grandi specchi che riflettevano a seconda delle esigenze”. Arrivando così anche a foto in pieno giorno.
Nadar brevetta queste attrezzature che diverranno poi il bagaglio normale di ogni fotografo.

Tra terra e cielo

Nadar, che aveva con curiosità e coraggio ospitato nell’aprile 1874, nella sua casa ateliers in Boulevard des Capucines 35, la prima mostra degli Impressionisti, continua a cogliere l’inquietudine e l’ironia negli uomini in un Europa via via sconvolta da eventi sociali che si avvia alla fine del secolo.
Individua altre due dimensioni per la fotografia che ci lascia, come ispirazione, in eredità: il cielo e la terra. Ispirato dalle descrizioni dell’amico fraterno Victor Hugo ne I Miserabili, mostra la coscienza della città: scoperchia le strade portando la luce artificiale e le macchina fotografica nelle catacombe.

Nadar mostra Milano
Honoré Daumier, “Nadar élevant la Photographie à la hauteur de l’Art” (1862). Caricatura in litografia del fotografo francese Félix Nadar in mongolfiera.

Se le vicende economiche alterne lo facevano protagonista delle imprese con i palloni areostatici, Nadar porta la macchina fotografica nel cielo cercando un abbraccio analitico e sintetico con la città. Di Nadar sono le prime foto aeree (1858), effettuate sorvolando Parigi che poi sperimenteranno anche King e Black nel 1861 in America.

Le opere in mostra provengono dalla collezione genovese del fotografo Fulvio Magurno, del quale sono in mostra dieci fotografie dal ciclo Confessionali, opere in bianco e nero in cui sono ritratte le grate presenti in quegli arredi. Si viene così a creare un dialogo intimo tra Magurno, che, nel corso degli anni, ha cercato e collezionato Nadar e il grande maestro della fotografia francese. Un dialogo in cui l’uomo è protagonista attraverso le presenze di Nadar e le assenze di Magurno.

Nadar. La curiosità dell’amicizia – Alle origini della fotografia
DoveCentro Culturale di Milano, Largo Corsia dei Servi 4, Milano
QuandoDa gennaio 2021 – data da definire
Orarida lunedì a venerdì dalle 10 alle 13; dalle 14 alle 18. Sabato e domenica dalle 15,30 alle 19
Ingresso8 euro intero; 5 euro ridotto
Infowww.centroculturaledimilano.it
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