Le fotografie di Tina Modotti a Ravenna

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Dal 17 dicembre al 20 febbraio le fotografie di Tina Modotti troveranno spazio a Ravenna, a Palazzo Rasponi.

La mostra “Tina Modotti – L’umano fervore”, a cura di Silvia Camporesi e del comitato Tina Modotti, presenta circa 50 opere.

tina modotti Donna con bandiera Messico 1928
Donna con bandiera, Messico, 1928 © Tina Modotti

Tina Modotti: cosa si può vedere a Ravenna

Tina Modotti è una delle protagoniste della grande avventura della fotografia della prima parte del Novecento. Il PR2/assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Ravenna l’ha scelta come simbolo di pensiero e pratica di un linguaggio proseguendo così il lavoro di approfondimento e ricerca sulla fotografia contemporanea, iniziato nel 2016, in collaborazione con la Scuola dei Beni culturali dell’Università di Bologna – campus di Ravenna. 

L’esposizione presenta un nucleo di circa cinquanta opere che documentano il percorso di Modotti, breve e allo stesso tempo ricco di opere straordinarie.

Si parte dalle celebri “Calle” del 1924 e dalla produzione nata dal sodalizio con Edward Weston sino ad arrivare all’ epos degli umili, attraversando le immagini raccolte nel Messico dolente e meraviglioso dei bambini, degli uomini e delle donne di Tehuantepec, in mezzo a un’umanità bellissima e straziante.

L’allestimento include anche ritratti realizzati da Edward Weston, documenti biografici, testimonianze, scritti autografi e riflessioni che restituiscono il profilo di un’artista totale, trasparente e folgorante nelle intuizioni, nel talento inconfondibile e nella profonda puntualità di sguardo, innestato nel cuore della bellezza e della crudeltà del mondo.

Johan Hagemeyer Tina a San Francisco Stati Uniti 1921
Johan Hagemeyer, Tina a San Francisco, Stati Uniti, 1921

La poetica della sua fotografia

Nella fotografia Modotti ha costruito una poetica struggente e meravigliosa, lasciando la traccia indelebile di un’identità nella quale si sono intrecciati arte ed esistenza, bellezza e passione, terra, corpo, cielo, polvere.

La distanza del tempo permette ora di guardare con sguardo libero la produzione di quest’artista/militante rivoluzionaria, allontanandosi dallo stereotipo che, accompagnato da declinazioni romanzesche, ha spesso messo in secondo piano la sua qualità di artista, la straordinaria dimensione etica ed insieme estetica del suo lavoro.

“Il profilo artistico di Tina Modotti – commenta l’assessore alle Politiche giovanili Fabio Sbaraglia – è certamente tra i più intensi tra quelli della prima metà del XX secolo. In soli sette anni di attività Modotti ha lasciato un insieme di opere che hanno tracciato un solco profondo nell’arte e nella coscienza collettiva.

È stata operaia, artista, attrice teatrale e cinematografica, attivista del Soccorso Rosso Internazionale, militante e rivoluzionaria, donna in grado di affermare un’identità straordinaria, profonda, connessa con alcuni dei momenti cruciali e più drammatici della storia del secolo scorso: la Rivoluzione Messicana, la Guerra di Spagna, la Russia di Stalin, l’Europa sulla quale si proiettava la lunga ombra nera della Seconda Guerra Mondiale.

Ma soprattutto Tina è stata una grande fotografa, tesa tra il racconto necessario per entrare nella realtà, nella sua bellezza incandescente, senza sovrastrutture e compiacimenti estetici, e l’urgenza esistenziale e totale di cambiare il mondo”.

tina modotti Calle Messico 1924
Calle, Messico, 1924 © Tina Modotti

Info

La mostra a Palazzo Rasponi, in via Massimo D’Azeglio 2, si può visitare a ingresso gratuito fino al 20 febbraio. Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (24 e 31 dicembre solo al mattino, 25, 26 dicembre e 6 gennaio chiusa).

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