Gli splendidi autoritratti di Vivian Maier in mostra a Siena

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Le fotografie della famosa tata-fotografa Vivian Maier sono in mostra a Siena, al complesso museale Santa Maria della Scala. L’esposizione, Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double, cura di Anne Morin (diChroma photography) e Loredana De Pace, porta nella città toscana 93 autoritratti che attraversano la misteriosa vita dell’artista americana.

Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Vivian Maier a Siena: una mostra per scoprire la tata fotografa

La mostra, promossa dall’associazione Lux – Dopolavoro Fotografico e organizzata dal Comune di Siena, in collaborazione con la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, ripercorre l’opera della famosa tata-fotografa.

La fotografa Vivian Maier usava due diverse macchine fotografiche: una fotocamera Rolleiflex (che appare in moltissimi autoritratti) e la Leica per immortalare ciò che accadeva per le strade di New York e Chicago. Immagini dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.

Da bambinaia a fotografa: la scoperta di Vivian Maier

Vivian Maier ha lavorato come bambinaia dai primi anni ‘50 e per oltre quarant’anni. Tutta la sua vita è trascorsa nell’anonimato fino al 2007, quando il suo corpus fotografico è venuto alla luce. Un patrimonio composto da oltre 120.000 negativi, pellicole super 8 e 16mm, varie registrazioni audio e centinaia di rullini non sviluppati.

A scoprire Vivian Maier e il suo immenso patrimonio fotografico è stato il giornalista americano John Maloof. Un tesoro venuto alla luce per puro caso solo grazie al fortuito ritrovamento di un baule acquistato all’asta e che ha permesso di definire Vivian Maier come fotografa.

Il suo hobby travolgente, infatti, ha finito per farla diventare una pioniera della street photography, anticipando i tempi e le mode, al punto che nella storia della fotografia si colloca a pieno titolo al fianco di Diane Arbus, Robert Frank, Helen Levitt e Garry Winogrand.

Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

La mostra di Vivian Maier a Siena: cosa c’è da vedere

Nelle splendide immagini in mostra al pubblico al complesso museale Santa Maria della Scala è presentata la seconda metà del Novecento con gli occhi e negli occhi di un’icona della storia della fotografia: Vivian Maier. A questo si aggiunge una location quanto mai affascinante, ovvero l’antico Ospedale nel centro storico di Siena.

La Maier ci porta fra le strade e la gente delle metropoli statunitensi e ci permette di scoprire il mondo dell’infanzia (che lei conosceva molto bene). In particolare è lei stessa, grazie ai suoi autoritratti, a mostrarci chi era “Miss Viv”. Un messaggio universale e quanto mai attuale che in qualche modo, trattandosi di autoritratti, riguarda tutti noi, specie in questo periodo complesso in cui, dopo la pandemia, abbiamo bisogno di ri-conoscerci nuovamente.

Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double
DoveComplesso museale Santa Maria della Scala, Piazza Duomo 1, Siena
Quando16 dicembre 2022 – 16 marzo 2023
OrariDa lunedì al venerdì dalle 10 alle 17. Sabato e domenica dalle 10 alle 19. Chiuso il martedì
Ingresso9 euro intero; 8 euro ridotto. Previste altre riduzioni
Infowww.santamariadellascala.com
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The Mammoth's Reflexhttps://www.themammothreflex.com
Tutte le news sulla fotografia condivise dalla redazione. Contact: redazione@themammothreflex.com

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Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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La mostra, promossa dall’associazione Lux – Dopolavoro Fotografico e organizzata dal Comune di Siena, in collaborazione con la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, ripercorre l’opera della famosa tata-fotografa.

La fotografa Vivian Maier usava due diverse macchine fotografiche: una fotocamera Rolleiflex (che appare in moltissimi autoritratti) e la Leica per immortalare ciò che accadeva per le strade di New York e Chicago. Immagini dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.

Da bambinaia a fotografa: la scoperta di Vivian Maier

Vivian Maier ha lavorato come bambinaia dai primi anni ‘50 e per oltre quarant’anni. Tutta la sua vita è trascorsa nell’anonimato fino al 2007, quando il suo corpus fotografico è venuto alla luce. Un patrimonio composto da oltre 120.000 negativi, pellicole super 8 e 16mm, varie registrazioni audio e centinaia di rullini non sviluppati.

A scoprire Vivian Maier e il suo immenso patrimonio fotografico è stato il giornalista americano John Maloof. Un tesoro venuto alla luce per puro caso solo grazie al fortuito ritrovamento di un baule acquistato all’asta e che ha permesso di definire Vivian Maier come fotografa.

Il suo hobby travolgente, infatti, ha finito per farla diventare una pioniera della street photography, anticipando i tempi e le mode, al punto che nella storia della fotografia si colloca a pieno titolo al fianco di Diane Arbus, Robert Frank, Helen Levitt e Garry Winogrand.

Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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La mostra di Vivian Maier a Siena: cosa c’è da vedere

Nelle splendide immagini in mostra al pubblico al complesso museale Santa Maria della Scala è presentata la seconda metà del Novecento con gli occhi e negli occhi di un’icona della storia della fotografia: Vivian Maier. A questo si aggiunge una location quanto mai affascinante, ovvero l’antico Ospedale nel centro storico di Siena.

La Maier ci porta fra le strade e la gente delle metropoli statunitensi e ci permette di scoprire il mondo dell’infanzia (che lei conosceva molto bene). In particolare è lei stessa, grazie ai suoi autoritratti, a mostrarci chi era “Miss Viv”. Un messaggio universale e quanto mai attuale che in qualche modo, trattandosi di autoritratti, riguarda tutti noi, specie in questo periodo complesso in cui, dopo la pandemia, abbiamo bisogno di ri-conoscerci nuovamente.

Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double
DoveComplesso museale Santa Maria della Scala, Piazza Duomo 1, Siena
Quando16 dicembre 2022 – 16 marzo 2023
OrariDa lunedì al venerdì dalle 10 alle 17. Sabato e domenica dalle 10 alle 19. Chiuso il martedì
Ingresso9 euro intero; 8 euro ridotto. Previste altre riduzioni
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A scoprire Vivian Maier e il suo immenso patrimonio fotografico è stato il giornalista americano John Maloof. Un tesoro venuto alla luce per puro caso solo grazie al fortuito ritrovamento di un baule acquistato all’asta e che ha permesso di definire Vivian Maier come fotografa.

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La Maier ci porta fra le strade e la gente delle metropoli statunitensi e ci permette di scoprire il mondo dell’infanzia (che lei conosceva molto bene). In particolare è lei stessa, grazie ai suoi autoritratti, a mostrarci chi era “Miss Viv”. Un messaggio universale e quanto mai attuale che in qualche modo, trattandosi di autoritratti, riguarda tutti noi, specie in questo periodo complesso in cui, dopo la pandemia, abbiamo bisogno di ri-conoscerci nuovamente.

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DoveComplesso museale Santa Maria della Scala, Piazza Duomo 1, Siena
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Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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La mostra, promossa dall’associazione Lux – Dopolavoro Fotografico e organizzata dal Comune di Siena, in collaborazione con la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, ripercorre l’opera della famosa tata-fotografa.

La fotografa Vivian Maier usava due diverse macchine fotografiche: una fotocamera Rolleiflex (che appare in moltissimi autoritratti) e la Leica per immortalare ciò che accadeva per le strade di New York e Chicago. Immagini dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.

Da bambinaia a fotografa: la scoperta di Vivian Maier

Vivian Maier ha lavorato come bambinaia dai primi anni ‘50 e per oltre quarant’anni. Tutta la sua vita è trascorsa nell’anonimato fino al 2007, quando il suo corpus fotografico è venuto alla luce. Un patrimonio composto da oltre 120.000 negativi, pellicole super 8 e 16mm, varie registrazioni audio e centinaia di rullini non sviluppati.

A scoprire Vivian Maier e il suo immenso patrimonio fotografico è stato il giornalista americano John Maloof. Un tesoro venuto alla luce per puro caso solo grazie al fortuito ritrovamento di un baule acquistato all’asta e che ha permesso di definire Vivian Maier come fotografa.

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Vivian Maier, Self Portrait, s.d. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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La Maier ci porta fra le strade e la gente delle metropoli statunitensi e ci permette di scoprire il mondo dell’infanzia (che lei conosceva molto bene). In particolare è lei stessa, grazie ai suoi autoritratti, a mostrarci chi era “Miss Viv”. Un messaggio universale e quanto mai attuale che in qualche modo, trattandosi di autoritratti, riguarda tutti noi, specie in questo periodo complesso in cui, dopo la pandemia, abbiamo bisogno di ri-conoscerci nuovamente.

Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double
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Nelle splendide immagini in mostra al pubblico al complesso museale Santa Maria della Scala è presentata la seconda metà del Novecento con gli occhi e negli occhi di un’icona della storia della fotografia: Vivian Maier. A questo si aggiunge una location quanto mai affascinante, ovvero l’antico Ospedale nel centro storico di Siena.

La Maier ci porta fra le strade e la gente delle metropoli statunitensi e ci permette di scoprire il mondo dell’infanzia (che lei conosceva molto bene). In particolare è lei stessa, grazie ai suoi autoritratti, a mostrarci chi era “Miss Viv”. Un messaggio universale e quanto mai attuale che in qualche modo, trattandosi di autoritratti, riguarda tutti noi, specie in questo periodo complesso in cui, dopo la pandemia, abbiamo bisogno di ri-conoscerci nuovamente.

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