Sacred Landscapes: sacro e natura in mostra alle Vatican Chapels

La Fondazione Giorgio Cini presenta dieci fotografi internazionali protagonisti di una mostra originale a cura di Marco Delogu, interpreti di un dialogo tra paesaggio e architettura, contemplazione e spiritualità

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Una mostra collettiva pensata per raccontare la relazione tra la spiritualità e la natura: Sacred Landscapes è il progetto che la Fondazione Giorgio Cini di Venezia presenta in occasione della Biennale Architettura 2023 di Venezia, fino al 26 novembre.

Un percorso espositivo che nasce dall’esperienza del suo curatore, Marco Delogu, alle Vatican Chapels nel bosco dell’Isola di San Giorgio, dalle suggestioni vissute nel parco e dall’intenso rapporto con la spiritualità evocata dal contesto.

Andrew Berman, Vatican Chapels © Alessandra Chemollo
Andrew Berman, Vatican Chapels © Alessandra Chemollo

Sacred Landscapes: 10 fotografi all’Isola di San Giorgio dialogano l’architettura

La Fondazione Giorgio Cini ha promosso nel 2018 la realizzazione delle Vatican Chapels, il primo Padiglione della Santa Sede alla XVI Esposizione Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia.

Dieci cappelle realizzate da dieci architetti internazionali (Andrew Berman, Francesco Cellini, Javier Corvalan, Eva Prats e Ricardo Flores, Norman Foster, Teronobu Fujimori, Sean Godsell, Carla Juacaba, Smiljan Radic, Eduardo Souto de Moura) accolte in uno spazio di circa un ettaro e mezzo. Realizzate come installazione temporanea, sono poi divenute architetture permanenti ancora oggi visitabili

In questo luogo della laguna sospeso tra acqua, cielo e terra, ideale per ospitare arte, riflessione ed esperienza spirituale, la mostra Sacred Landscapes, attraverso le opere di dieci artisti, ci invita a riflettere sulla sacralità del luogo e sul ruolo dell’uomo quale artefice e custode.

Le opere di dieci grandi fotografi sono adagiate sul terreno in prossimità delle dieci cappelle e con esse interagiscono, pur esposte all’azione degli agenti atmosferici e del tempo e quindi soggette a una possibile alterazione e degradazione.

Quali sono i 10 fotografi scelti per questa esposizione? Don McCullin, Tim Davis, Marco Delogu, Graciela Iturbide, Vanessa Winship, Martin Parr, Annie Ratti, Guy Tillim, Paolo Ventura e Francesca Woodman.

Ricardo Flores, Eva Prats, Vatican Chapels © Alessandra Chemollo
Ricardo Flores, Eva Prats, Vatican Chapels © Alessandra Chemollo

Le foto scelte per Sacred Landscapes

Le opere fotografiche ritraggono elementi naturali che si fanno paesaggio attraverso l’attività spirituale dell’uomo e nello sguardo di chi si addentra nel bosco della Fondazione Giorgio Cini in questo procedere lento che attribuisce senso e valore alla ricerca.

Del fotografo inglese Don McCullin – che ha documentato le atrocità dei conflitti e le violente ingiustizie nel mondo – è stata scelta Il bosco di Ravello. Una composizione solenne, intrisa di misticismo e di sacralità che interagisce con la fitta composizione e l’ambiente evocativo della cappella progettata dall’architetto Norman Foster.

Vanessa Winship porta She Dances on Jackson nella cappella del cileno Smiljan Radic. Una fotografia che è sintesi di un lungo viaggio compiuto negli Stati Uniti, esplorando la vastità di questo territorio e tentando di comprenderne e ritrarne i legami con i suoi abitanti ed il suo paesaggio.

Return to the woods è invece l’opera scelta di Francesca Woodman, fotografa americana, scomparsa prematuramente a soli 22 anni. Nell’estate del 1980, nel suo studio, l’artista immagina di restituire il tavolo in legno all’albero, al bosco, in una metamorfosi tra artificiale, umano e naturale. L’opera condivide con la Cappella del Mattino di Ricardo Flores ed Eva Prats la tonalità dell’intonaco di cocciopesto, caratteristica del materiale edilizio offrendo insieme, prospettive alternative e possibilità di essere luoghi di incontro.

La Desert house del fotografo Tim Davis si infuoca nei colori del cielo all’imbrunire, stagliandosi nel deserto su una collina rocciosa, come un miraggio che appare all’interno dell’architettura di Francesco Cellini.

Tim Davis, Desert house, 2018
Tim Davis, Desert house, 2018

Con la serie Second Nature Tahiti il sudafricano Guy Tillim si allontana dalla fotografia documentaristica che ha caratterizzato il suo lavoro – raccontando al mondo gli effetti dell’Apartheid, il dramma dei bambini soldato nel Congo, il post colonialismo – andando alla (ri)scoperta del paradiso in terra.

Sulle orme di James Cook e Paul Gauguin, affronta lo stesso dilemma degli autori: come rappresentare un paesaggio tanto idilliaco, raccontando le potenzialità e i limiti del mezzo fotografico. Una riflessione che in Sacred Landscapes prende corpo nella struttura circolare, sospesa tra cielo e terra, di Javier Corvalán.

E ancora, il paesaggio etereo e astratto di Natura bianca #14 di Marco Delogu, creato dal movimento del vento e da un’atmosfera di cielo bianco e basso, dialoga con il piccolo edificio ecosostenibile, un dettagliato luogo di culto, di Teronobu Fujimori.

L’immagine della Crimsworth Dean Methodist Chapel di Martin Parr racconta di un luogo fortemente simbolico e identitario di una comunità dello Yorkshire, entrando in una nuova narrazione in cui dialoga con il senso di ritrovo e condivisione della cappella di Andrew Berman.

Crimsworth, Dean Methodist Chapel, West Yorkshire, England (1977) © Martin Parr, Magnum Photos
Crimsworth, Dean Methodist Chapel, West Yorkshire, England (1977) © Martin Parr, Magnum Photos

I quattro scatti che compongono l’opera fotografica di Annie Ratti, artista poliedrica, Mushrooms adagiata sul terreno in prossimità della cappella di Carla Juaçaba, ritrae differenti fasi di crescita di un fungo dalle proprietà allucinogene.

Le composizioni lineari e la compattezza cromatica della fotografia Milano di Paolo Ventura sono affiancate alla presenza discreta, come una pura linea tracciata nella natura, della cappella vaticana dell’architetto australiano Sean Godsell.

Il percorso ideale si chiude tra i luoghi fisici e dell’anima, mitologie e culti arcaici trasportati nel contemporaneo che accomunano il lavoro di Graciela Iturbide nel ritratto della Mujer Angel, una donna indigena del Messico del popolo Seri abitante del deserto di Sonora, inserita nell’architettura di Eduardo Souto de Moura.

Sacred Landscapes
DoveBosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore, Vatican Chapels, Venezia
Quandofino al 26 novembre 2023
OrariLa mostra è aperta tutti i giorni 
Ingressovedi sito
Infowww.visitcini.com
The Mammoth's Reflex
The Mammoth's Reflexhttps://www.themammothreflex.com
Tutte le news sulla fotografia condivise dalla redazione. Contact: redazione@themammothreflex.com

Fotografia Europea 2024

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