Le spettacolari fotografie di Tina Modotti in mostra a Rovigo

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Palazzo Roverella a Rovigo ospita la mostra Tina Modotti. L’opera esponendo oltre 300 scatti, di cui molti mai visti in Italia.

L’esposizione, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune, è prodotta da Dario Cimorelli Editore con Cinemazero. Un’occasione per ripercorrere il lavoro della leggendaria fotografa.

Tina Modotti, Campesinos che leggono El Machete, Messico 1929
Tina Modotti, Campesinos che leggono El Machete, Messico 1929

Tina Modotti: cosa vedere in mostra a Rovigo?

La mostra di Tina Modotti a Rovigo presenta le immagini che raccontano la società, il lavoro nel Messico degli anni Venti, la ricostruzione dell’unica mostra del 1929 a lei dedicata e da lei organizzata, fino alle rare immagini che raccontano il suo errare in molti Paesi.

“A lei, più che ad altri intellettuali del ’900, si è dato il discutibile privilegio di essere interessati maggiormente alla sua vita invece che alla sua produzione”, annota il curatore Riccardo Costantini.
Che aggiunge: “Oggi però è il tempo di ripensarla nella totalità della sua produzione e riscoprirla fuori dalla biografia, partendo dalla sua fotografia, come artista autonoma e donna, libera, umana, armata di profondi valori sociali, attenta alla condizione degli ultimi, alle battaglie di riforma ed educazione, capace di istanze al femminile di rara forza e precoci per i tempi: tutti temi di assoluta attualità che attraversano da sempre i suoi scatti, ribaditi oggi nello scoprire e studiare quelli meno noti”.

Tina Modotti, Donne di Juchitán con jìcara, Messico, 1929 ca.
Tina Modotti, Donne di Juchitán con jìcara, Messico, 1929 ca.

La mostra è composta da opere che provengono da ogni parte del mondo: da musei a collezionisti privati. Un modo per approfondire la varietà di approcci dell’artista rispetto al soggetto ripreso, dalle nature morte, dai lavori più grafici e astratti, alla documentazione sociale fino alla comunicazione politica.

Un percorso che ricostruisce la sua abilità di utilizzare la metonimia più della metafora e del simbolo, con quella capacità tuttora commovente di raccontare il reale – fra leggera sfocatura e precisa attenzione al “cuore” del soggetto – con assoluta forza comunicativa. Innegabilmente allieva di uno dei più grandi fotografi della storia, Edward Weston, ma capace fin da subito di attestare una sua autonomia stilistica.

Per info: www.palazzoroverella.com

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