Il primo approfondimento di questa serie, “I contributor di Picwant si raccontano“, è legato ad un giovane e talentuoso fotografo, Paul Yan, nato e cresciuto a Taiwan e poi trasferitosi a Pechino. Paul ha iniziato a lavorare come produttore musicale e ha contribuito alla produzione di alcuni album e canzoni acclamati come “classici” da parte dei media cinesi. Coltiva la passione per la mobile photography ed è contributor di Picwant, agenzia di mobile photography di cui abbiamo parlato qui (della sua nascita) e qui (con consigli per fare foto perfette con lo smartphone) e qui (i trend del 2016).
Autore del reportage “Chinese New Year”, è riuscito a cogliere il senso del Capodanno Cinese attraverso l’attenta lente del suo smartphone ed è pronto a raccontarlo.
Da dove nasce la tua passione per la fotografia?
L’interesse per l’arte mi accompagna dagli anni della mia adolescenza, ero a conoscenza del lavoro di Henri-Cartier Bresson e del suo “Le moment décisif”. Dopo essere diventato un amante della musica rock e pop occidentale, ho iniziato a comprare dischi in vinile, venendo rapito dalle copertine dei dischi dalle fotografie più originali, da “Abbey Road” dei Beatles ad “House of the Holy” dei Led Zeppelin. E’ stato durante un viaggio di lavoro nel 1995 che ho capito che avrei dovuto comprare una macchina fotografica e così ho acquistato una Leica Minilux e ho cominciato ad usarla insieme ad una Nikon FM. Nella primavera del 2016, quando ho sostituito il mio iPhone 3GS con un iPhone 6 Plus, per avere uno schermo più grande, la mia passione per la fotografia è tornata prepotente. Ho iniziato a studiare, cercando di applicare i concetti e le tecniche che apprendevo mentre scattavo con il mio iPhone. L’esperienza di trasmettere e comunicare la bellezza in ogni sua forma attraverso la lente di uno smartphone è stata una vera rivelazione.
Come è nato il progetto Chinese New Year in termini di sviluppo della storia?
Sono stato ispirato da una mission lanciata da Picwant: “Time to Celebrate: The Chinese New Year” e ho voluto mettermi alla prova realizzando un reportage fotografico sulla più grande festività annuale cinese, in quanto avrei trascorso le festività a Pechino con mia moglie e alcuni membri della famiglia che sarebbero venuti da Taiwan. Percorrendo le zone più vive ho potuto realizzare molti scatti e riprendere diversi momenti durante tutto il giorno: partendo da Houhai, un distretto turistico ad un paio di chilometri a nord della Città Proibita, fino a Sud Gong & Drum Alley, una famosa strada turistica e commerciale con una gran folla di persone; dalla Temple Fair in Earth Mandala Park a Dashila e piazza Tian-An-Men, dove ho fotografato alcune scene di strada, con vie affollate e un tipico clima di festa. Ho raccontato tutto ciò che trovavo effettivamente interessante e rappresentativo dell’atmosfera della festività del nuovo anno.
Quali sono gli elementi più caratteristici della festività che hai rappresentato?
Lanterne rosse, rotoli rossi di calligrafia cinese, il simbolo del pesce che indica abbondanza e ricchezza, i fuochi d’artificio e i petardi, e tutti gli elementi rossi essenziali per le scene del Capodanno Cinese. Ricercavo elementi significativi da includere nella composizione e, naturalmente, l’architettura e il design tradizionali cinesi hanno contribuito a rappresentare la cultura. L’anno lunare 2016 è l’Anno della Scimmia, nella tradizione cinese e certamente era un elemento indispensabile.
Hai utilizzato app di post-produzione per questo progetto?
Il mo editing, al 99%, coinvolge le impostazioni di base come luci/ ombre e saturazione attraverso Snapseed, applicazione che ho sullo smartphone.
Quali credi sia la differenza tra una reflex ed uno smartphone?
Per me, la più grande differenza che uno smartphone offre è la sua immediatezza. Si ha la possibilità di passare inosservati senza attirare l’attenzione della gente e fotografare liberamente. Il fatto che i tasti del volume sul cavo auricolari dell’iPhone possano essere utilizzati per lo scatto, evitando anche vibrazioni e sfocatura nell’immagine, è un grande vantaggio. Per quanto riguarda le differenze della qualità delle immagini tra una reflex e uno smartphone, credo che stiano sfumando sempre di più, anche grazie all’uscita di nuovi dispositivi. Ciò non toglie che vada ancora fatto del lavoro per migliorare la qualità dei sensori che sono 15/20 volte più piccoli di un sensore standard da 35 mm. Attendo però con ansia il giorno in cui la tecnologia smartphone consentirà di non rilevare rumore nell’immagine anche al di sopra dei 2000 ISO. Inoltre, sarei felice di vedere la regolazione manuale del diaframma in un dispositivo di queste dimensioni per poter controllare la profondità di campo.
Cosa ne pensi della mobile photography come strumento per raccontare storie?
A mio modesto parere, la fotografia mobile è ottima per raccontare storie, quanti mp hai, in questo caso, è l’ultima delle tue preoccupazioni. Il fatto, anzi, che si disponga di uno strumento leggero è un vantaggio per poter catturare momenti fugaci e spontanei che si inseriscono nella storia che si rappresenta.
Il reportage di Paul Yan è disponibile su Picwant.com