Vi abbiamo già parlato del World Report Award 2021 | Documenting Humanity. Al concorso internazionale di fotogiornalismo, giunto alla decima edizione e lanciato dal festival della Fotografia Etica, si può partecipare fino al 17 maggio.
Come sempre è aperto a tutti i fotografi italiani e stranieri, professionisti e non, ma come è nato questo premio? Come vengono scelte le fotografie? Quali sono le novità per il 2021? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Prina, del festival di fotografia Etica.
Il World Report Award ha superato la decima edizione, un traguardo importante, ed è appena partita la call per il nuovo concorso. Ci puoi ricordare quando, come è nato e quali sono i temi trattati?
Il Word Report Award è nato in occasione della seconda edizione del festival, quindi nel 2011. È ora entrato nella sua undicesima edizione ed in effetti è un traguardo molto importante. I temi trattati sono molto molto vari, ma riguardano sempre e comunque la fotografia documentaristica.
Il nostro interesse è orientato non tanto a delimitare con dei temi specifici quanto dare delle sezioni che possano adattarsi l’approccio del fotografo, alla maturità del fotografo. Ad esempio, la sezione “Master” non ha limiti ed è per qualunque livello e, solitamente, vede la partecipazione di fotografi di importanza internazionale.
La sezione “spotlight” invece, è dedicata alla scoperta dei nuovi talenti dal punto di vista dei concorsi. La sezione “short” è per chi si approccia ad un lavoro di tipo reportagistico dato che si hanno a disposizione fino a 10 immagini. La “single shot”, infine, con la sua coralità (vengono premiati 30 fotografi) offre una possibilità anche ai fotografi che iniziano, ma riesce a cogliere un momento ricco di valori etici per poter raccontare e poter partecipare a questo progetto corale.
Questo è un concorso molto orientato alla community dei fotografi che è l’elemento nuovo, con cui abbiamo voluto aggiungere valore in questa edizione. Poi abbiamo introdotto una sezione dedicata allo spazio tematico, ormai da tre anni, che si rivolge ad un argomento specifico.
Completa la sezione Student. Ci è sembrato molto importante dare un supporto economico (tutti questi premi hanno un compenso economico o di attrezzatura fotografica, grazie alla collaborazione con Fujifilm, ndr) anche a chi sta iniziando uno studio per questo percorso.
Il premio nel tempo si è trasformato. Ci racconti quali sono stati i principali cambiamenti?
Certamente l’introduzione della sezione Spotlight è stata una novità anche se, ad ogni edizione, abbiamo aggiunto sempre qualcosa di nuovo. C’è infatti stata l’introduzione della sezione spotlight dedicata a chi non ha vinto o non ha mai ricevuto un premio nei cinque più importanti concorsi internazionali.
Poi è arrivata la sezione “short” per raccontare con 10 immagini una storia o un momento: una visione ristretta numericamente rispetto alla sezione “master” o “spotlight” che, invece, arrivano a 30 immagini (ed in certi casi anche a 40).
Abbiamo introdotto una sezione dedicata ad una “single image” per ottenere una visione corale di 30 immagini grazie alla selezione di un solo scatto fotografico per fotografo. Utile per un momento di approfondimento.
Per noi il concorso è uno sguardo sul mondo, vogliamo si documenti l’umanità, si crei partecipazione e community per avere una grande visione su quello che sta succedendo nel mondo.
A tal proposito, ti chiedo quali novità sono previste per l’edizione 2021.
Abbiamo introdotto “The Spotlight Photographers meet the Masters“, un momento per creare scambio culturale e dialogo tra i fotografi, condividendo esperienze e competenze.
Abbiamo voluto estendere i premi del master da uno a tre – sempre in denaro – e chiedere però ad ognuno dei tre i fotografi che vinceranno il Master di dedicare tre ore del loro tempo a un incontro esclusivo a cinque fotografi selezionati nello Spotlight.
In questo modo i Master incontrano quelli che si affacciano, le nuove promesse, le nuove leve nel mondo dei concorsi fotografici. In questo incontro riservato ci sarà un dialogo attivo sulla fotografia, dove i fotografi dello spotlight avranno la possibilità di incontrare colleghi internazionali, di fare approfondimenti e domande. Sarà un momento di crescita e community per tutti è la parola chiave. Per noi è fondamentale che il World Report Award sia considerato sempre meno come concorso e più come community. Un momento di cultura complessiva che ha sì dei vincitori ma che si estende anche a tutti gli altri. In questo modo siamo tutti vincitori.
Dal World Report Award sono usciti sempre lavori molto interessanti. C’è qualche tema che non è stato ancora preso in considerazione?
Sicuramente. Devo dire che la cosa bellissima è quanto ogni anno ci sorprendono i racconti che ci arrivano. Ogni volta c’è sempre qualcosa di nuovo, di interessante, temi a cui non avevamo pensato ma che possiamo vedere grazie ai fotografi che con un occhio attento e con le scarpe veloci sono presenti sul territorio. Sono pronti, sul terreno, a raccontare.
Sei rimasto sorpreso da alcune proposte uscite in questi anni?
Quello che ci ha sorpreso è che i fotografi che vincono la sezione Spotlight (oltre la sezione Student) ricevono sempre un’attenzione mediatica e un’attenzione nel mondo dei concorsi anche internazionali davvero importante.
Mi viene in mente Francesco Comello, ma anche Fausto Podavini oppure nella sezione student il lavoro sull’ultima centrale a carbone tedesca di Nanna Heitmann. Sono fotografi che molto spesso intercettiamo grazie questa estrema fiducia della community fotografica e a cui riusciamo a dare visibilità.
Mi viene in mente anche il vincitore dell’anno scorso Nikita Teryoshin. Nello stesso momento la sua foto è stata una delle finaliste al World Press Photo Award e che da noi ha vinto la sezione master. Ecco, c’è veramente un dialogo, uno scouting e – perché no? – pensiamo con un pizzico di orgoglio di portare anche un po’ fortuna, a un mondo di fotografia che è certamente di alto livello e che a volte attende anche di essere scoperto.
Visto che è appena partita la nuova call, avresti suggerimenti da dare ai fotografi interessati al contest?
Sicuramente uno: quello di partecipare. In più quest’anno, sempre nell’ottica di creare e avvicinarsi alla community della fotografia, abbiamo usato una nuova piattaforma che si chiama “Picter”. È destinata ai fotografi e pensata per rendere la vita semplice ai fotografi che vogliono partecipare ai concorsi.
Cosa significa? Che si potrà dire addio ai caricamenti su file zip, effettuati ogni volta in modo differente in base al concorso. Con questa piattaforma, infatti, una volta caricato il lavoro lo si potrà inviare a tutti concorsi che si ritengono importanti. Chiaramente il World Report Award è il capofila, ma abbiamo voluto introdurre questa importante piattaforma per rendere facile la vita alla community dei fotografi a partecipare al nostro concorso.
Una curiosità: quali sono le categorie del World Report Award che raggiungono maggiori partecipanti?
Sicuramente le sezione Short e Spotlight. Non è paragonabile ma anche il Sigle shot ha una grandissima partecipazione.
Come la giuria smista e valuta i lavori ricevuti? Raccontaci un po’ il dietro le quinte.
Ogni anno è diverso. C’è un’alchimia incredibile e quello che noi chiediamo sempre alla nostra giuria è di lavorare su un editing attento, rispettando i temi trattati. Tra gli aneddoti che possono venirmi in mente, vediamo… Beh, di certo il fatto che ogni volta che siamo in giuria c’è tantissima passione e noi ci teniamo che diventi dialogo, confronto, anche acceso per chi far vincere. Noi dedichiamo due intere giornate, un weekend intero a selezionare i vincitori del concorso per cui c’è veramente tanto lavoro e tanta passione.
Un altra cosa che ci fa piacere è che gli editor amano venire in Italia. Purtroppo l’anno scorso (a causa del Covid-19, ndr) abbiamo dovuto fare la riunione in streaming, ma la passione per venire da noi e rendere Lodi capitale della fotografia con i più importanti photo editor, direttori di testate fotografiche,… è qualcosa di veramente straordinario e sempre presente.
A proposito dello scorso anno, il festival si è svolto attraverso una sorta di slalom tra le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 ma riuscendo a chiudere una bella edizione. Sei soddisfatto dei risultati ottenuti? Puoi anticiparci qualcosa per la prossima edizione?
Sì, lo hai definito in modo giusto, c’è stato uno slalom attraverso la pandemia ma siamo stati contentissimi. Aver avuto quasi 7 mila visitatori in un periodo di pandemia gestendo tutto in totale sicurezza, aprendo le porte della città, aprendo anche gli spazi ci ha dato una spinta ad innovarci che durerà ancora per questa edizione.
Anche la prossima edizione sarà di certo sotto il segno della massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei nostri visitatori. Questo però ci ha dato davvero una spinta, un’energia, un rinnovamento e un cambio continuo. Come diciamo sempre noi, non sarà la la dodicesima edizione ma sarà la seconda del nuovo decennio. Si tratta del resto du un decennio iniziato purtroppo in modo molto doloroso, molto confuso e complicato però in questi momenti c’è anche la possibilità di trovare nuove idee, energie e dare uno sprono per le prossime attività.
Per l’edizione 2021 stiamo già lavorando. Stiamo cercando di modificare gli spazi espositivi e cercheremo di introdurne di nuovi, di recuperarne degli altri e di estendere magari a tutto il territorio. Vogliamo rivolgerci all’intera comunità del territorio lodigiano come abbiamo fatto l’anno scorso, introducendo la tappa di Codogno. È un qualcosa che ci piacerebbe continuare a fare.
Sulle mostre stiamo ancora lavorando ed importante sottolineare questo tema, per magari chi volesse partecipare al World Report Award, che quest’anno la sezione tematica è dedicata alla nostra futura generazione. Si parla del mondo dell’infanzia, dell’adolescenza, della gioventù, quello che per noi è un tema importantissimo a cui però non viene data attenzione.
Ora più che mai crediamo che la fotografia possa contribuire, con i lavori della community dei professionisti fotografici e degli amatori della fotografia, a cercare di dare un contributo per mettere fuoco questo tema.