LUGANO. Fino al 29 novembre alla Photographica FineArt saranno esposte le immagini di Guido Guidi per la mostra “Cinque paesaggi, 1983-1993”. L’esposizione affronta per la prima volta una fase cruciale nella ricerca del fotografo avviata all’inizio degli anni Ottanta con il ritorno al linguaggio “primitivo” del grande formato e con la meticolosa esplorazione di quel fitto palinsesto di segni che costituisce il contro-paesaggio “ordinario” e apparentemente insignificante dell’Italia monumentale.
![GUIDO GUIDI SP29 altezza Via Cantone Monte Olivo, 1984 Giclée print mounted on dibond, 2013 Ed. 1/3 Cm 110,00x137,50](https://www.themammothreflex.com/wp-content/uploads/2013/10/SP29-altezza-Via-Cantone-Monte-Olivo.jpg)
GUIDO GUIDI
SP29 altezza Via Cantone Monte Olivo, 1984
Giclée print mounted on dibond, 2013
Ed. 1/3
Cm 110,00×137,50
Dalla campagna urbanizzata del circondario di Cesena (luogo di nascita del fotografo) alla scabra geologia dell’Appennino tosco-emiliano (memore di Giotto e di Piero della Francesca), dalle umide piattezze della Via Romea (evocatrici del Deserto rosso di Antonioni) alla mortifera “civiltà” industriale di Porto Marghera (paradossale testimone della modernità del Regime e delle contraddizioni dello sviluppo), sino alla figura lunare e lacerata del Monte Grappa (drammatico teatro della Grande Guerra), la mostra delinea una sorta di geografia “minima” dell’Italia in un preciso momento storico della sua trasformazione.
![GUIDO GUIDI SP 29, Piavola, 1984 Giclée print mounted on dibond, 2013 Ed. 1/3 Cm 110,00x137,50](https://www.themammothreflex.com/wp-content/uploads/2013/10/SP-29_Piavola.jpg)
SP 29, Piavola, 1984
Giclée print mounted on dibond, 2013
Ed. 1/3
Cm 110,00×137,50
Allo stesso tempo, le 35 stampe a contatto 20×25 presentate nella mostra, insieme con i 5 ingrandimenti 110×140 realizzati appositamente per questa occasione, sono altrettante meditazioni attorno al guardare come esperienza, memoria e relazione. Se la fotografia del paesaggio contemporaneo, ha suggerito Robert Adams, è insieme geografia, autobiografia e metafora, queste immagini sono anche il diario visivo di un’inesausta riflessione sul linguaggio fotografico, che dalle prime riprese frontali, quasi “preghiere” rivolte a soggetti archetipici e antropomorfi, muove progressivamente alla ricerca di inattese relazioni tra i frammenti del mondo. Su tutto domina una consapevolezza profonda del paesaggio come misura del tempo, tema da sempre privilegiato da Guidi: una dialettica tra costruzione e distruzione in cui le strutture umane si sfaldano nella materia elementare e informe – fibra, liquido, minerale, luce – di cui la fotografia stessa è costituita.
![GUIDO GUIDI Via Garibaldi, Mercato Saraceno, 1983 Giclée print mounted on dibond, 2013 Ed. 1/3 Cm 110,00x137,50](https://www.themammothreflex.com/wp-content/uploads/2013/10/Via-Garibaldi_Mercato-Saraceno.jpg)
Via Garibaldi, Mercato Saraceno, 1983
Giclée print mounted on dibond, 2013
Ed. 1/3
Cm 110,00×137,50
A questi “cinque paesaggi”, la mostra di Lugano accosta in maniera inedita alcune opere dei più importanti fotografi statunitensi con i quali Guidi ha intrattenuto un intenso e prolungato dialogo a distanza, tra cui i New Topographics Robert Adams e Stephen Shore, oltre a William Eggleston, Frank Gohlke, Joel Stenfeld e a grandi interpreti del linguaggio della consapevolezza ambientale, come Walker Evans e Harry Callahan.
![GUIDO GUIDI Viale Italia 334, Tagliata, Cervia, 1984 Giclée print mounted on dibond, 2013 Ed. 1/3 Cm 110,00x137,50](https://www.themammothreflex.com/wp-content/uploads/2013/10/Viale-Italia-334_Tagliata_Cervia1.jpg)
Viale Italia 334, Tagliata, Cervia, 1984
Giclée print mounted on dibond, 2013
Ed. 1/3
Cm 110,00×137,50
Seconda tappa di una progetto ideato da Antonello Frongia per l’Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione di Roma, la mostra è accompagnata dal volume Guido Guidi. Cinque paesaggi, 1983-1993, a cura di Antonello Frongia e Laura Moro, Postcart/ICCD, Roma 2013, pp. 108, 75 fotografie in quadricromia, progetto grafico di Leonardo Sonnoli. Il volume è prodotto dall’Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione, con il sostegno di Photographica Fine Art Gallery, Lugano; Alma Mater Studiorum, Bologna, Dipartimento di Architettura; Istituzione Biblioteca Malatestiana, comune di Cesena.