Il Karabakh visto con gli occhi di Graziella Vigo

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VENEZIA. Il Karabakh arriva a Venezia, alla Casa dei Tre Oci, nelle foto di Graziella Vigo, che usa i suoi scatti per raccontare la bellezza, la cultura, la storia di un popolo e di un paese straordinario.

 

Primo giorno di scuola: i bambini vestiti a festa © graziella vigo world copyright
Primo giorno di scuola: i bambini vestiti a festa © graziella vigo world copyright

 

L’avventura che l’ha portata a realizzare questo progetto lo racconta proprio lei.

 

“Mi fai un libro sull’Armenia?… Semplicemente così, in un giorno di sole a New York, Joseph Oughourlian ha dato il via a una delle più straordinarie esperienze della mia vita: l’incontro con la terra armena, la sua gente, la sua bellezza, la sua fede e la straordinaria realtà di questa piccola parte del Paese che è il Karabakh, arroccato su montagne verdissime, rimasto intatto nel corso dei secoli. Io ho viaggiato tanto per il mondo, in tutti i continenti, viaggi di lavoro-conoscenza, sempre con la macchina fotografica in mano e una grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma l’Armenia…. l’Armenia è stata un colpo al cuore, per non dire del Karabakh….un viaggio nella storia e nel tempo, un viaggio dell’anima nel silenzio delle montagne, monasteri millenari, tra gente semplice, generosa e gentile dall’ospitalità leggendaria. Un lungo viaggio di mesi in Artsakh, come gli armeni chiamano il Karabakh, durante il passare delle stagioni, dalla primavera del melograno all’uva dell’autunno, dall’alba al tramonto, per migliaia di chilometri, e spesso nella notte illuminata solo dalla luna”.

 

 

MonumentosimbolodelKarabakh “Noisiamo le nostre montagne” © graziella vigo world copyright
MonumentosimbolodelKarabakh “Noisiamo le nostre montagne” © graziella vigo world copyright

 

“Questo libro e la mostra sono un atto di amore, di coraggio, di fede. Sono la testimonianza di una realtà quasi sconosciuta, di una regione abbandonata dall’umanità perché il mondo finge di non sapere che questo Paese esiste. Eppure è là, bellissimo, perso tra le montagne del Caucaso, verde di boschi selvaggi e foreste inesplorate, più di trecento villaggi fuori dal tempo e solo due città, capitali in tempi diversi. Un paese millenario, straordinario per la sua storia, la grande bellezza della sua natura intatta , la sua profonda e autentica fede cristiana. Il Karabakh (in turco persiano significa “giardino nero”, nascosto, segreto) è come un’isola montagnosa che si alza sopra la steppa che conduce al mar Caspio. E’ la parte estrema orientale del grande Impero Armeno di Tigran il Grande, 95-55 a.C. Con le cime dei suoi monti, a migliaia di metri sul livello del mare, dà l’impressione di una enorme fortezza che si alza inaccessibile sulle pianure steppose. Questo territorio costituisce con l’Ararat un simbolo per gli armeni di tutto il mondo. Nei secoli è stato oggetto di invasioni e di massacri. Da qui sono passati Tamerlano e le orde nomadi di Gengis Khan venute dall’Est che preferivano trasformare giardini, orti e frutteti in pascoli per le loro pecore e capre lasciandosi dietro le terre devastate. Ma questo popolo è sempre rimasto qui , generazione dopo generazione, in mezzo ai laghi alle foreste ai torrenti alle vallate di grano e alle vigne. Tutti sappiamo il dolore che ha attraversato la storia dell’Armenia lungo il fiume dei secoli, di un popolo fiero tante volte invaso, qualche volte sconfitto ma mai vinto. Un popolo speciale che oggi vive il suo diritto alla speranza.”

 

Stepanakert, ritratto al mercato, © graziella vigo world copyright
Stepanakert, ritratto al mercato, © graziella vigo world copyright

 

A corredo della mostra, un volume in cinque lingue – italiano armeno inglese francese e russo – edito da Marsilio Editori e realizzato, come la mostra fortemente voluta da Joseph Oughourlian, con il sostegno di Amber Capital.

 

 

Graziella Vigo
Graziella Vigo

 

 

“…Graziella Vigo, una fotografa italiana contemporanea molto interessante…” Wall Street Journal

Milanese di nascita cittadina del mondo. Ha vissuto e studiato a Ginevra e a New York, dove all’I.C.P. ha perfezionato l’arte del ritratto con Robert Mappletorpe . Giornalista e fotografa indipendente, cosmopolita e internazionale per educazione e professione, ha viaggiato in tutti i continenti, sempre con la macchina fotografica in mano, la curiosità e la capacità di meravigliarsi. Il suo carattere. La passione. Il coraggio di misurarsi sempre con nuove sfide. Il suo credo: “Vivere con semplicità e pensare con grandezza”. Dopo tanti anni di giornalismo specializzato, libri fotografici e mostre personali, dopo la moda, i ritratti, il teatro, i bambini, grandi paesi come l’India e la Cina visti fin nelle più piccole realtà, l’incontro speciale con l’Armenia e con la sua “anima”, Joseph Oughourlian . “Tutti i viaggi e il lungo lavoro fotografico in Armenia, i mesi passati nell’isola di San Lazzaro a Venezia e l’ultima avventura in Karabakh hanno portato nella mia vita un’esperienza umana e professionale indimenticabile. Io credo che confrontarsi, mettersi in gioco, prendersi la responsabilità di quello in cui si crede è quello che ci rende liberi.” Tra le sue varie pubblicazioni: Portrait, Electa; Verdi on stage, Electa ; Armenia, Skira e ora Karabakh, Marsilio.

The Mammoth's Reflex
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