Lo sfruttamento del territorio negli scatti di Lapini

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BOLOGNA. Piccolo Formato riapre la stagione delle mostre e dal 2 maggio al 7 giugno ospiterà la personale del fotografo toscano Michele Lapini. La sua ricerca si incentra sulle tematiche che riguardano lo sfruttamento del territorio italiano, facendo luce sui quei temi sociali che attraversano i nostri luoghi senza essere visti e che provocano ingenti disastri ambientali ed umani.
 Negli ultimi anni il fotografo ha viaggiato sia in Italia che all’estero riportandoci testimonianze sconvolgenti di come il mondo stia cambiando sotto la pressione di giochi di potere spietati ed egoistici, all’interno di una realtà che sembra sempre di più assumere le sfaccettature di un mostro a tre teste in cui la popolazione non sembra far altro che subire le ingerenze di un sistema malato e corrotto.

 

ph Michele Lapini
ph Michele Lapini

 

Il più grande giacimento petrolifero d’Europa si trova nella regione più povera d’Italia, la Basilicata. Circa l’80% della produzione italiana di greggio proviene dalle 22 concessioni di coltivazione situate nella gran parte in Val d’Agri. Nel Centro Oli situato nella parte bassa della valle, passano i circa 80.000 barili al giorno di greggio, secondo i dati forniti da Eni, che coprono il 6% del fabbisogno energetico nazionale. Nonostante questa grande infrastruttura situata nel mezzo delle campagne della Val d’Agri, la Basilicata rimane ancora la regione italiana con la percentuale più alta di persone che vivono in condizioni di povertà, dove la disoccupazione giovanile al 42% e l’emigrazione sono i risultati della situazione economica e sociale della regione. Nonostante la presenza del petrolio nel proprio sottosuolo, la Basilicata non ha visto migliorare le proprie condizioni economiche e sociali. Tra chi vorrebbe vedere aumentate le royalties sul petrolio più basse al mondo (pari al 10% ) e chi mette in discussione il modello di sviluppo petrolifero, la Basilicata continua a registrare record negativi ed evidenti contraddizioni.

 

Michele Lapini, classe 83, dal Valdarno, nel mezzo tra le città di Arezzo, Firenze e Siena, si trasferisce per seguire l’università prima a Firenze e poi a Bologna, dove tuttora risiede. Laureato in Cooperazione, Sviluppo e Diritti Umani, affianca i suoi studi ed interessi alla fotografia,  considerandola  uno  strumento  efficace  per  informare  e  creare  coscienza.
Attualmente lavora come freelance e collabora  con agenzie fotografiche, realtà  sociali e  culturali, festival  italiani  ed  internazionali  ed  ha  all’attivo  numerose  pubblicazioni  su  riviste  e giornali italiani, ed internazionali.

 

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