Philip Montgomery racconta gli scontri di Baltimora
Ferguson, Missouri, Stati Uniti. Martedì 25 novembre 2014. Valerie Hopkins, Nija Chatman, Lana Chatman, Shirley Chatman, Jessica Chatman e Lashanda Chatman (da destra a sinistra) guardano fuori dal loro ingresso, mentre l’auto della polizia passa vicino alla loro casa a Ferguson, nel Missouri, il giorno dopo lo scoppio delle violenze in tutta la città di St. Louis. I tumulti sono iniziati in seguito all’annuncio del Gran Giurì di non incriminare l’ufficiale di polizia Darren Wilson per l’uccisione di Michael Brown, un teenager afroamericano disarmato. © Philip Montgomery

LODI. Dal 10 al 25 ottobre le sale di Palazzo Modignani ospiteranno Flash Points del fotogiornalista americano Philip Montgomery.

 

L’esposizione propone una selezione di immagini che documentano i recenti avvenimenti di Baltimora (Maryland), Ferguson (Missouri) e Newark (New Jersey), che hanno visto su due fronti contrapposti forze dell’ordine e le locali comunità afroamericane. Tuttavia, Montgomery non si è limitato a fotografare gli scontri e l’evolversi della guerriglia urbana. Ha seguito come un’ombra gli ufficiali di polizia in azione in questi luoghi, studiando le modalità di fermo e perquisizione. E non solo. Ha infatti catturato anche lo smarrimento e la preoccupazione di quegli americani che, travolti dai fatti e allertati dalla militarizzazione crescente di questi territori, non vedono in questa concatenazione di eventi qualcosa di astratto, bensì l’espressione di un malessere antico, spinoso, che affonda le proprie radici nell’ancora parzialmente irrisolta questione razziale.

 

«In questo momento storico — spiega Jelani Cobb, giornalista e collaboratore de The New Yorker il popolo americano si è ormai abituato a vedere i conti regolati in pubblico. Il balcone del Lorraine Motel, la Dealey Plaza, la cucina dell’Hotel Ambassador o un vialetto abbandonato in Mississipi, occupano uno spazio oscuro nelle menti degli americani. Ma è necessario ricordare che la geografia del conflitto va oltre i luoghi dove Martin Luther King Jr., John F. Kennedy, Robert Kennedy e Medgar Evers sono morti. Ci sono luoghi molto meno conosciuti: l’angolo di una via dove i residenti locali sono costantemente fermati e perquisiti o il lato della strada dove un automobilista è sottoposto a fermo per una piccola infrazione. Questi sono i conflitti meno tangibili, che però sommati diventano esplosivi».

 

 

Ferguson, Missouri, Stati Uniti. Martedì 25 novembre 2014. Valerie Hopkins, Nija Chatman, Lana Chatman, Shirley Chatman, Jessica Chatman e Lashanda Chatman (da destra a sinistra) guardano fuori dal loro ingresso, mentre l’auto della polizia passa vicino alla loro casa a Ferguson, nel Missouri, il giorno dopo lo scoppio delle violenze in tutta la città di St. Louis. I tumulti sono iniziati in seguito all’annuncio del Gran Giurì di non incriminare l’ufficiale di polizia Darren Wilson per Ferguson, Missouri, Stati Uniti. Martedì 25 novembre 2014. Dimostranti danno fuoco a diverse attività commerciali in tutta la città di Ferguson, Missouri, in seguito all’annuncio del Grand Giurì della contea di St. Louis di non incriminare Darren Wilson, un poliziotto bianco, per l’uccisione di Michael Brown, un teenager afroamericano. © Philip Montgomery© Philip Montgomery
Ferguson, Missouri, Stati Uniti. Martedì 25 novembre 2014.
Valerie Hopkins, Nija Chatman, Lana Chatman, Shirley Chatman, Jessica
Chatman e Lashanda Chatman (da destra a sinistra) guardano fuori
dal loro ingresso, mentre l’auto della polizia passa vicino alla loro casa
a Ferguson, nel Missouri, il giorno dopo lo scoppio delle violenze in
tutta la città di St. Louis. I tumulti sono iniziati in seguito all’annuncio
del Gran Giurì di non incriminare l’ufficiale di polizia Darren Wilson per
Ferguson, Missouri, Stati Uniti. Martedì 25 novembre 2014.
Dimostranti danno fuoco a diverse attività commerciali in tutta la città
di Ferguson, Missouri, in seguito all’annuncio del Grand Giurì della
contea di St. Louis di non incriminare Darren Wilson, un poliziotto
bianco, per l’uccisione di Michael Brown, un teenager afroamericano.
© Philip Montgomery© Philip Montgomery

 

PHILIP MONTGOMERY

 

Originario della California, classe 1988, Philip Montgomery si laurea in Fotogiornalismo e Fotografia Documentaria presso l’International Center of Photography di New York. Attualmente lavora come fotografo con sede a New York, collaborando regolarmente con testate importanti, tra cui The New York Times Magazine, Harper’s, The New Yorker, Bloomberg Businessweek e The Atlantic Magazine.  I suoi lavori sono stati esposti all’Annenberg Space for Photography di Los Angeles, al City Museum di New York e all’International Center of Photography. Nel 2015, l’autore è stato indicato come uno dei trenta migliori fotografi emergenti dal PDN Photo Annual, ed è stato insignito del primo premio nella categoria Features nei seguenti concorsi: Pictures of the Year International, NPPA Best of Photojournalism, American Photography 31 e PDN Photo Annual.

 

 

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Flash Points

 

Festival della Fotografia Etica. Area tematica: Uno sguardo sul mondo

Dove: Palazzo Modignani, via XX Settembre, 29. Lodi

Quando: 10-11 / 17-18 / 24-25 ottobre 2015

Orari: sabato e domenica, ore 9,30 – 23,00

Ingresso: 10,00 €.  Alle biglietterie verrà fornito un braccialetto identificativo che permetterà l’accesso multiplo alle mostre e a tutti gli incontri per tutta la durata del Festival. Il braccialetto è impermeabile e non deve essere rimosso, pena la perdita del diritto di accesso.

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