Providence. L’indagine di Fiorella Iacono sul passaggio

L'indagine di Fiorella Iacono sul passaggio
© fiorella iacono

PARMA. Sarà esposta dal 1° al 6 dicembre, al WoPa Temporary, ‘Providence‘, la videoinstallazione di Fiorella Iacono che si focalizza attorno alla figura emblematica di Francesca Woodman ed ha come idea predominante la riflessione sull’autobiografia, il limite, il “varco”.

Mi colpisce il lavoro di questa fotografa – spiega la Iacono- perché sa coniugare il discorso autobiografico con la ricerca sulla luce che crea situazioni spiazzanti ed evocative: il corpo in simbiosi mimetica con le superfici sgretolate dal tempo e abbandonate. Compaiono, nelle sue scenografie esistenziali, porte o aperture verso spazi intravisti o accennati. Il mio è un lavoro autobiografico in cui non compare il mio volto, dove il passaggio è determinato dai cambiamenti veloci di luce e di spazio, ruotando attorno all’idea di porta come varco che si affaccia non solo sulla dimensione estetica dell’immagine fotografica ma sfiora anche il concetto di velocità e contemporaneità nei mutamenti di panoramica socio ambientale. Se nella Woodman le porte sono disegnate sulla foto o catapultate nello spazio della stanza (Senza titolo, Providence, 1976), nel mio lavoro sequenziale la porta apre lo sguardo su paesaggi inaspettati e contrastanti che costringono chi guarda a mutare velocemente punto di vista ed emozionalità”.

E’ in modo predominante un lavoro sulla luce che muta continuamente, come camminare virtualmente ad angolo retto su una mappa di una città americana o della metropolitana, in una topografia dello sguardo. Basta un nulla perché in un attimo rivelatore si abbia l’epifania di un impossibile equilibrio, l’intuizione di qualcosa che si arresta nel flusso continuo del mondo. Il mondo, il paesaggio non sono più una veduta, ma vengono colti per frammenti per “illuminazioni”, per differenti traiettorie visive.

La porta occupa quindi una centralità nel lavoro e consente il passaggio visivamente diverso quindi un mutamento, una riflessione tra il “fuori e il dentro” e lo spazio immaginario, saltando barriere invisibili.

In sede di mostra saranno proiettate in sequenza brevissime clips di porte che si affacciano su “paesaggi” contrastanti sia per collocazione che per luce. Accompagna la video installazione una sequenza di immagini fotografiche che hanno per tema simbolico l’idea di varco, attraversamento, passaggio.