VERONA. Le donne prete che sfidano la Chiesa ci sono. E dal 2012 la fotografa Giulia Bianchi sta raccogliendo le loro storie, viaggiando tra gli Stati Uniti e la Colombia, fotografandole e intervistandole. Un viaggio che andrà in mostra, dal 17 settembre alla Fonderia 2.0.
IL PROGETTO
Il 17 gennaio 1998, giorno del suo 48° compleanno, Janice Sevre-Duszynska decise di presentarsi per la cerimonia di ordinazione presso la cattedrale di Lexington in Kentucky.
«Ero seduta con tutti i candidati al sacerdozio», ha ricordato, «mi alzai in piedi, buttai il mio
cappotto a terra, e iniziai a camminare verso il Vescovo. “Sono chiamata dallo Spirito Santo
al sacerdozio. Lo chiedo per me e per tutte le donne”, a cui lui ha risposto: “torni al suo
posto!” Invece mi prostrai nella navata con un giglio tigre tra le mani. Le persone intorno a
me agirono come se io fossi pazza. Speravo che alcuni dei miei amici avrebbero mostrato
solidarietà. Invece non successe niente in quel momento. Non erano pronti.»
Per tutta la sua vita, Janice ha parlato apertamente della sua vocazione al sacerdozio con tutti quelli che conosceva. Alle persone che le suggerivano di entrare in convento, lei rispondeva di non essere d’accordo perché le suore sono laiche a servizio della Chiesa, senza nessuna autorevolezza spirituale, non possono predicare e non possono consacrare l’Eucaristia.
Nell’estate del 2002, sette donne cattoliche (da Austria, Germania e Stati Uniti) sono state illecitamente ordinate sacerdote, su una nave da crociera sul Danubio. Poco dopo, tre donne sono state ordinate vescovi in gran segreto, in modo che potessero continuare le ordinazioni femminili senza interferenze da parte del Vaticano. Da allora, molte cerimonie analoghe sono state tenute da RCWP, un gruppo di suffragette che svolgono disobbedienza religiosa a favore dell’ordinazione delle donne. Oggi, il movimento conta più di 215 donne sacerdote e 10 vescovi in tutto il mondo.
Il Vaticano ritiene che l’ordinazione femminile sia un grave reato, chiunque partecipi incorre in una scomunica automatica. Per questo crimine, i dipendenti della Chiesa cattolica perdono il proprio lavoro, le pensione, il sostegno. La gravità del peccato per tentata ordinazione di una donna è secondo la Chiesa allo stesso livello del crimine di pedofilia da parte di sacerdoti.
Nonostante questo, la maggior parte di queste donne non vogliono lasciare la Chiesa, ma trasformarla, attraverso un modello che è molto preoccupante per il Vaticano: la spiritualità femminista è radicata nella uguaglianza e inclusione, intrinsecamente non gerarchica, e onora collaborazione e compassione versus il potere.
Le donne prete non creano un nuovo culto, ma raccolgono tutte quelle persone che non si sentono accolte dalla Chiesa ufficiale. La maggior parte di loro sono donne mature, molte sono ex suore, missionarie e teologhe. Lavorano nella giustizia sociale, nei movimenti ecologici, in organizzazioni non-profit.
Questo è un momento storico cruciale nella storia della religione cattolica che sempre più sembra oggi un modello obsoleto, lontano dalle esigenze e realtà spirituali dell’individuo. In questo momento sembrano decidersi le sorti della Chiesa: l’istituzione corrente potrebbe scomparire divenendo il culto di alcuni conservatori, oppure trasformarsi profondamente nelle sue forme amministrativa e religiosa.
Al centro di questi dibattiti e queste possibilità, sembra giorcarsi la battaglia per un sacerdozio rinnovato che includa anche le donne. La Chiesa Romano Cattolica si distingue per aver lottato accanitamente contro il femminismo e contro l’ordinazione delle donne nell’ultimo secolo. La Santa Sede è uno degli ultimi governi al mondo (insieme a Yemen, Haiti e Qatar) ad essere governato esclusivamente da persone di sesso maschile. Così, è venuto come una sorprendente apertura storico in cui il 12 maggio 2016, Papa Francesco ha promesso di fronte a una platea di 900 suore che avrebbe aperto una commissione per studiare il diaconato femminile (il primo passo per essere ordinati) agli albori del cristianesimo e la possibilità di applicarlo oggi.
Giulia Bianchi ha lavorato su questo progetto dal 2012 incontrando più di 70 donne prete negli Stati Uniti e in Colombia, fotografandole e intervistandole. Attualmente sta documentando questa storia in Europa e in Sud Africa. Giulia sta creando un documentario web www.donneprete.org e creando un libro. Essi presenteranno fotografie, interviste, disegni, documenti d’archivio, saggi teologici e di femminismo, diventando un punto di riferimento per questo argomento.
Hai dato alla vergine un cuore nuovo
Dove: Fonderia 20.9, via XX settembre 67, Verona.
Quando: dal 17 settembre al 16 ottobre 2016
Orari: Mer-Sab 10-13 16-19
Info: www.fonderia209.com