Nel mondo onorico di Sarah Moon

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Il Museo d’Arte Moderna di Parigi ospita la mostra “Sarah Moon. PasséPresent“. La mostra, a cura di Fanny Schulmann con scenografie di Cécile Degos e l’assistenza artistica di Guillaume Fabiani, è una significativa retrospettiva della fotografa francese.

Riconosciuta per il suo contributo visivo nell’ambito della moda di campagne fotografiche che hanno incontrato l’eco internazionale e costruito l’immagine della casa di moda Cacharel, l’esposizione è un percorso in un mondo onirico e di finzione.

Sarah Moon Le pavot 1997
Sarah Moon, Le pavot, 1997 © Sarah Moon

Sarah Moon, uno stile unico

Dapprima modella negli anni Sessanta, inizia a intraprendere la strada nella fotografia quasi per caso quando le viene chiesto di rimpiazzare un fotografo che si era ritirato all’ultimo minuto.

È il preludio del suo destino, che la porta ad essere attiva non solo in Francia ma nel panorama internazionale con lo stile che la contraddistingue in una fotografia concettuale e dell’immaginario.

Le modelle di Sarah Moon che sono rappresentate in mostra, non intendono trasmettere corpi dimenticati ma piuttosto vogliono rendere queste donne un continuum verso l’immaginario del visitatore, a cui lui può dare un seguito.

Sarah Moon Anatomie 1997
Sarah Moon, Anatomie, 1997 © Sarah Moon

Un’esplorazione del mondo cinematografico

L’indagine fotografica della Moon è legata al cinema espressionista tedesco di Murnau, Pabst, Dreyer, come anche quello di Von Stroheim. Caotico, che racconta di corpi anomali e di una realtà deforme. Sagome stilizzate e ombre che vivono di una propria luce.

Poi vi sono influenze pittoriche di Bonnard, uno fra tutti è quello a Lady with Dog in the bath (1936) dai colori brillanti e con rimandi onirici. Inoltre, i soggetti romantici e pieni di phatos del pittore svizzero Johann Heinrich Füssli, soprattutto nella sua opera pittorica l’Incubo (Alptraum) del 1971. Denso di simbologie, è la rappresentazione della ricerca dell’inconscio.

Sarah Moon En Roue Libre 2001
Sarah Moon, En Roue Libre, 2001 © Sarah Moon

In mostra simbolismo e ricerca

È da questa sua lunga ricerca di simbolismo fotografico, che Sarah Moon ha concepito l’esposizione come un installazione in dialogo con fotografie, film e libri che l’artista ha realizzato dall’inizio della sua carriera. Illusioni fotografiche e intangibilità del tempo, la Moon ha voluto attraversare le epoche, le tipologie e i soggetti chiedendo all’osservatore di rivedere i propri confini, l’istante sulla via dell’effimero.

Tra le sue immagini, non solo corpi, ma paesaggi con alberi, rocce e soprattutto animali incontrati nei circhi o nel Palazzo del Jardin des Plantes. Il circo come ambiente e non come luogo di numeri. “Ho sempre amato il circo, per il suo lato fugace. Quello che mi interessa è lo sfondo”. E poi ancora scene di luna park, Coney Island e Parigi, in un atmosfera di paura e di eccitazione, la ricerca dell’esistenza nel suo stordimento. Un chiaro interesse, quello della Moon di indagare il confine e di dominarlo, in inquadrature, tonalità e gestualità. Una combinazione che determina la sua fotografia in un senso di happening mai finito.

Sarah Moon Pour Yohji Yamamoto 1996
Sarah Moon, Pour Yohji Yamamoto, 1996 © Sarah Moon

Le polaroid, un mondo a parte

Interessanti sono le sue Polaroid, con i bordi sfrangiati di alcune immagini in bianco e nero che sono la separazione tra negativo e positivo.

Ho utilizzato le Polaroid negative per molto tempo come taccuino. Il fatto che non si sviluppassero tutte, hanno formato degli incidenti in superficie dando l’impressione di rendere qualcosa di ancora più fragile. In italiano “pellicola” significa “piccola pelle”, una superficie sensibile che si deteriora improvvisamente e nonostante tutti gli sforzi per la sua conservazione, l’istantanea crea un senso dell’effimero improvviso”.

Sarah Moon La fin des vacances 2017
Sarah Moon, La fin des vacances, 2017 © Sarah Moon

In mostra anche i cortometraggi

Meno conosciuti al pubblico, sono i cinque cortometraggi proiettati in mostra che fanno da perno alle sezioni fotografiche. Circuss (2002), Le Fil rouge (2005), Le Petit Chaperon noir (2010), L’Effraie (2004), Bianco… (2013). Del 1991 la direzione del suo primo e unico lungometraggio, la ballata agrodolce “Mississippi One”.

Afferma: “Guardo per quello che non ho pianificato. Aspetto di riconoscere ciò che ho dimenticato, annullo cosa costruisco. Spero nella fortuna e desidero più di ogni altra cosa essere colpita nello stesso momento in cui miro”.

Sarah Moon La mouette 1998
Sarah Moon, La mouette, 1998 © Sarah Moon

I libri, piccoli capolavori

Le fotografie esposte sono anche presenti in libri fotografici che ha composto con cura. Sono un chiara memoria all’editore, curatore, produttore cinematografico e graphic designer Robert Delpire con cui ha condiviso quarantotto anni di vita.

Gli viene reso omaggio in una sala del museo, come una presenza silenziosa ma che trasmettono la nutrita e vivace attività di questa personalità chiave della storia della fotografia francese.

Sara Moon. PasséPresent
DoveMusée d’Art Moderne de Paris
11 Avenue du Président Wilson, Parigi
Quandofino al 10 gennaio 2021
OrariDa martedì a domenica dalle 10 alle 19.
Giovedì fino alle 22. Lunedì chiuso
Ingresso12 euro intero; 10 euro ridotto
Infowww.mam.paris.fr
Terry Peterle
Terry Peterle
Nell’ambito della fotografia il suo interesse e i suoi studi si sono rivolti prevalentemente nella cultura e linguaggio fotografico, e con particolare interesse segue lo sviluppo e le diramazioni dello stesso nella fotografia attuale.

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