Fino al 13 luglio 2021, Studio Tommaseo a Trieste ospita la mostra I don’t care (about football) dell’artista visuale Giulia Iacolutti.
Un progetto artistico e partecipativo
L’esposizione, a cura di Trieste Contemporanea, è un progetto artistico-partecipativo che riguarda le giocatrici ed i giocatori della Marangoni 105. La squadra di calcio è nata nel 2011 dentro una residenza psichiatrica di Udine, diretto dalla Cooperativa Duemilauno Agenzia Sociale.
Il progetto si ispira ad un pensiero enunciato da una ragazza della comunità “non mi importa (il calcio)” – da cui il titolo – ove il gioco del calcio non è fine a se stesso ma è una pratica di inclusione e integrazione sociale.
Il team di gioco, infatti, è costituito sia da persone con disturbi psichiatrici che da operatrici e operatori, sostenitori e simpatizzanti. I giocatori indossano tutti il numero 14 di Johan Cruijff, leggendario giocatore dell’Ajax, tra le genialità più apprezzate nel panorama del calcio mondiale.
La tenuta della squadra siglata con lo stesso numero è significativa e pondera una riflessione: è una modalità di stare sul campo, uno stile di gioco. Tuttavia, mette in luce il contrasto rigido imposto dalla società in cui vi è l’assenza di poter assumere e variare il proprio ruolo, identità di questa indagine.
Una ricerca durata tre anni
La ricerca visiva proposta da Giulia Iacolutti per I don’t care (about football) sulla squadra Marangoni 105 è la testimonianza fotografica raccolta in tre anni di lavoro. In questo tempo la fotografa ha avviato laboratori con pratiche artistico-creative partecipoando a riunioni, allenamenti, incontri di stretching guidate dall’autrice, conversazioni, esercizi di scrittura e collage.
La riflessione unanime del progetto è sulla salute mentale e sul percorso attivato in residenza, superando la catalogazione, lo spettacolo o il contestare uno stato, utilizzando il gioco del calcio e ciò che rappresenta come allegoria.
Le fotografie sono caratterizzate da una contaminazione concettuale importante. Il processo di autodeterminazione del proprio corpo è determinato da segni contornati che sono confini. In questo senso, la scoperta dell’altro e del sé è focus del contenuto artistico, qui in relazione tra il vuoto e il pieno, in dialogo perpetuo. Il “non”, del titolo, rappresenta la convivenza tra due forze contrapposte, il bisogno di appartenere e il disagio di appartenere. Le sagome ritagliate, dunque, sono medium che rendono agevole la lettura del “non”, la complessità del reale in una reinterpretazione costante.
Un progetto fotografico condiviso
L’indagine, che è stata sviluppata in collaborazione con Igor Peres coordinatore della residenza psichiatrica Marangoni 105, include le serie “poster”, “silhouette” e “collage” gli ambiti semantici in cui l’autrice ha coinvolto direttamente la comunità e in cui nelle immagini realizzate vuole interrogare l’osservatore immergendolo nel processo conclusivo di compimento dell’opera.
Il progetto vuole richiamare un importante pensiero del ricordato Franco Basaglia, padre della Legge 180/1978 in cui si afferma: “per poter veramente affrontare la “malattia”, dovremmo poterla incontrare fuori dalle istituzioni, intendendo con ciò non soltanto fuori dall’istituzione psichiatrica, ma fuori da ogni altra istituzione la cui funzione è quella di etichettare, codificare e fissare in ruoli congelati coloro che vi appartengono.”
Una parte di questa ricerca visuale è esposta in contemporanea a Mufoco, Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, all’interno della collettiva Chi non salta. Calcio. Cultura. Identità, curata da Matteo Balduzzi.
Hanno inoltre collaborato alla realizzazione dei poster del progetto Cecilia Cappelli per la grafica e Juan Pablo Jerez per la serigrafia.
I don’t care (about football) di Giulia Iacolutti e Marangoni 105 | |
Dove | Studio Tommaseo, via del Monte 2/1, Trieste |
Quando | fino al 13 luglio 2021 |
Orari | Dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20 |
Ingresso | libero |
Info | www.triestecontemporanea.it – info@triestecontemporanea.it |