Jacopo Benassi porta Junk B in mostra a Reggio Emilia

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Il passaggio commerciale Banca BNL – Gruppo BNP Paribas, in via Emilia Santo Stefano 4, a Reggio Emilia, si riempie della fotografie di Jacopo Benassi. Junk B è una mostra fuori dagli schemi che si insedia nelle bacheche del passaggio pedonale reggiano.

Jacopo Benassi porta Junk B in mostra a Reggio Emilia

La fotografia underground di Benassi in mostra a Reggio Emilia

Non si butta via niente. Foto originali, fotocopie, test di stampa, polaroid, appunti, carta, cartone, francobolli. Direttamente dalla spazzatura dello studio di Jacopo Benassi.

Così cita un timbro, didascalia di Junk B, che osservando attentamente si può ritrovare in una delle sei bacheche di Neutro per una mostra

Per questo progetto Benassi si nutre dello scarto: raccolto, archiviato e rielaborato. Ciò che era stato abbandonato è ricomposto in una serie di poster in bianco e nero da cui emergono scritte, personaggi, pezzi di corpo, oggetti, macchie.

Jacopo Benassi fotografa a partire dalla fine degli anni Ottanta, nell’alveo della cultura underground spezzina, sviluppando uno stile personale dove la profondità di campo viene annullata dalla luce del flash, una sorta di firma autoimposta per una fotografia priva di mediazioni. Le immagini scattate (e scartate) al B-Tomic, locale di La Spezia di cui l’artista è stato fondatore, sono saccheggiate e assemblate in nuove opere la cui estetica è quella del brandello, della citazione, della strada.

Jacopo Benassi porta Junk B in mostra a Reggio Emilia

In mostra troviamo ciò che il mainstreaming ci impone di non guardare, la spazzatura, il ciarpame, il degrado, foto patinate strappate e mortificate, raccolte ed esposte allo sguardo poco abituato del passante.

In questa opera in sequenza l’ultima foto evoca la prima, in un collage progressivo in cui ritroviamo la violoncellista canadese Julia Kent, la cantante, performer, polistrumentista statunitense Baby Dee, l’artista e musicista tedesco Jochen Arbeit e la scrittrice, poetessa e cantante newyorkese Little Annie. I ritratti dei personaggi allora invitati da Benassi ad esibirsi, immortalati e dimenticati, “logorati e nobilitati” dal tempo, compongono i collage di Junk B.

Alle opere Benassi aggiungono pezzi di legno, timbri, fanzine; si appropria di estratti del testo scritto da Carlo Antonelli per la pubblicazione che accompagna la mostra e li dipinge con la vernice sui vetri delle bacheche. Una stratificazione di elementi cruda ed enigmatica dove le rovine si confondono con le reliquie, le rarità con la robaccia.

Ogni mostra è accompagnata da una pubblicazione che raccoglie traccia dell’intervento dell’artista e introduce un terzo punto di vista attraverso il testo di una figura esterna al progetto.

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