Cervino, la montagna leggendaria vista con gli occhi di un alpinista

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La mostra Cervino La montagna leggendaria è una doppia mostra esposta alla Casa Alpina di IREN alla diga di Ceresole Reale, nel Parco del Gran Paradiso, fino al 14 settembre, e al Museomontagna di Torino, fino al 14 gennaio 2024.

Jean Antoine Carrel, il primo a salire sulla vetta del Cervino dal versante italiano, il 16-17 luglio 1865, 1867. Foto di George Carrel. Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino
Jean Antoine Carrel, il primo a salire sulla vetta del Cervino dal versante italiano, il 16-17 luglio 1865, 1867. Foto di George Carrel. Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino

Una mostra dedicata al Cervino

Imponente e solitario, dalla forma perfetta di una piramide, con i suoi 4.478 metri di altezza il Cervino svetta sulle Alpi Pennine, al fondo della Valtournenche. Considerato a lungo inespugnabile, con la prima ascensione del 1865 nacque il suo mito, che si diffuse rapidamente in tutto il mondo rendendolo una vetta leggendaria.

Da 160 anni attrae scalatori e alpinisti da Paesi vicini e lontani con un innegabile magnetismo, suscitando un misto di rispetto, timore e fascinazione che ne fanno una meta unica e ambita per turisti e alpinisti. Ma non solo.

La sua popolarità e la sua storia l’hanno reso simbolo e icona montagne più belle e quasi perfette. Lo Shivling è il Cervino dell’India, l’Ama Dablam del Nepal, l’Alpamayo delle Ande, il Masherbrum del Karakorum. Tutte si riferiscono al Cervino.

Dallo studio all’esplorazione del territorio

Con la prima ascensione, tutte le cime più prestigiose delle Alpi erano state salite. Nel frattempo, l’alpinismo entrava in una nuova era.

Dopo quella dei primordi, motivata da ragioni scientifiche, e la successiva, caratterizzata dal desiderio di conquista, iniziava a prendere forma la fase dell’alpinismo sportivo-esplorativo.

Il crescente desiderio di avventura e la sfida verso i limiti della scalata spingeva gli alpinisti a tentare di raggiungere le montagne già salite per itinerari differenti, più difficili e giudicati impossibili dalle generazioni precedenti. E poi rimanevano da scalare tutte le cime minori, quelle più verticali e strapiombanti. Con queste premesse le Alpi hanno ancora moltissimo da offrire e il Cervino, dopo l’epopea della conquista, diventa nuovamente una delle mete più ambite, con le sue sei creste, le quattro pareti e le pareti nelle pareti: un palmares che ancora oggi pochi alpinisti possono vantare.

Hervé Barmasse sulla variante aperta durante la prima solitaria della parete sud, 16 aprile 2007. Archivio Hervé e Marco Barmasse, Valtournenche (Aosta)
Hervé Barmasse sulla variante aperta durante la prima solitaria della parete sud, 16 aprile 2007. Archivio Hervé e Marco Barmasse, Valtournenche (Aosta)

Il Cervino visto attraverso gli occhi di un alpinista: Hervé Barmasse

Nato e cresciuto ai piedi del Cervino, in una famiglia in cui il mestiere di guida alpina si tramanda da quattro generazioni, Hervé Barmasse è alpinista, scrittore, regista di film di montagna e guida alpina.

Lui è il solo ad aver salito tutte e sei le creste in solitaria. Un legame intimo e profondo lo lega alla montagna di casa, salita per la prima volta a sedici anni. Sulla Gran Becca, tra prime ascensioni solitarie, prime invernali e vie nuove, è l’alpinista che ha all’attivo più exploit e l’unico, dopo Walter Bonatti, ad aver aperto una via nuova in solitaria. Ed è tramite l’alpinismo, e l’incontro con il Cervino, che l’alpinista valdostano ha creato un rapporto stretto con la natura.

I materiali storici in mostra

A partire dal suo ultimo libro, Cervino. La montagna leggendaria, la mostra vuole raccontare la montagna più iconica delle Alpi attraverso gli occhi di un alpinista. Inoltre, vuole ripercorrerne la storia delle ascensioni fino ai giorni nostri tramite materiali storici del Centro Documentazione del Museo, di Hervé Barmasse e di altri archivi italiani ed esteri.

Con fotografie, documenti, materiali originali e video, il percorso narra le imprese dei protagonisti. In un video, a cura di auroraMeccanica, i visitatori possono rivivere il fascino dell’iconografia che ha visto nascere e nutrito il mito del Cervino.

Il racconto è corredato dalle testimonianze del giornalista e scrittore Enrico Camanni, che ha anche contribuito allo sviluppo dei contenuti dell’esposizione insieme a Hervé Barmasse, Veronica Lisino e Marco Ribetti, conservatrice e vicedirettore del Museo; di Luciano Bolzoni, architetto, storico dell’architettura e direttore di Alpes; di Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino.

Bonatti di fronte al Cervino, al ritorno della vittoriosa salita solitaria sulla parete nord, 18-22 febbraio 1965. Foto di Mario De Biasi. Archivio Walter Bonatti, Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino
Bonatti di fronte al Cervino, al ritorno della vittoriosa salita solitaria sulla parete nord, 18-22 febbraio 1965. Foto di Mario De Biasi. Archivio Walter Bonatti, Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino

Informazioni utili sulla mostra Cervino. La montagna leggendaria

Orari di visita a Ceresole

Da lunedì a venerdì dalle 13 alle 17. Sabato e domenica dalle 9 alle 12 e dalle 13,30 alle 17.

Orari di visita al Museomontagna

Da martedì a venerdì dalle 10,30 alle 18. Sabato e domenica dalle 10 alle 18

Info: www.museomontagna.org

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