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Persone della comunità camminano verso il cimitero di Tuilelen per la sepoltura di Rivaldo Jimenez Ramirez, Santa Cristina Garcia e Ivan Gudiel Pablo.
Le vittime del massacro di Tamaulipas avevano investito tutto ciò che avevano per pagare un “coyote” e poter raggiungere gli Stati Uniti in cerca di una vita migliore.

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Una ragazzina guarda il bicchiere di plastica vuoto con cui chiede l'elemosina, lungo una strada della capitale Bogotà.
Fino al giugno 2019, l'Istituto colombiano di assistenza familiare (ICBF) aveva fornito assistenza a quasi 80.000 bambini, adolescenti e famiglie venezuelane in tutto il paese. All'inizio del 2020, il governo colombiano ha annunciato due nuovi permessi di soggiorno speciali che avrebbero consentito a più di 100.000 venezuelani di rimanere e lavorare nel paese e ha inoltre stabilito che i bambini nati nel territorio nazionale da genitori venezuelani possano acquisire la nazionalità colombiana.
Nel 2021 il governo ha poi deciso di garantire status legale a tutti i migranti venezuelani arrivati dopo il 2016. La misura ha permesso a 1 milione di persone di vivere e lavorare nel paese, potendo accedere ai servizi di assistenza sanitaria e istruzione. Tuttavia, un gran numero di persone continua a vivere in uno stato di forte povertà. Il diritto alle cure, all'istruzione e all'accesso al cibo sono spesso negati ai bambini.
31 ottobre 2018.
Bogotà, Colombia.

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Il lupo ha un grande significato nella vita dei gagauzi. Le tracce della venerazione di questi animali sono state tramandate attraverso una leggenda. Il lupo rappresenta un simbolo di indipendenza e la sua testa è raffigurata sulla prima bandiera con cui i Gagauzi hanno chiesto l'autonomia dalla Moldavia.

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Due sorelle camminano tra le baracche di Mathare dopo essere andate a scuola.

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Mike Parkei, ranger della Ruko Conservancy, si prende cura delle otto giraffe arenate su un'isola del Kenya

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Alice e sua figlia Anja (4 anni). Pievesestina, provincia di Cesena
Anja è una bambina molto vivace ed energica, la sua indole è stata segnata da un evento accaduto quando aveva solo quaranta giorni di vita. Dopo aver contratto la pertosse, presumibilmente nella scuola del fratello maggiore, la bambina rimane in ospedale per diversi mesi e, una volta guarita, la madre Alice decide di lanciare una petizione online, chiedendo la reintroduzione dell'obbligo vaccinale all’interno delle scuole.
La Regione Emilia-Romagna, visto il successo della petizione, decide di introdurre l’obbligatorietà per il territorio regionale e, successivamente, la legge diventa nazionale con il Decreto Lorenzin nel 2017. Da allora Alice ha ricevuto diverse minacce di morte e ha incontrato numerosi ostacoli.