Un taccuino visivo. Ecco cos’è “Luoghi e Superfici” per il fotografo Gaetano Paraggio. Un taccuino al cui interno si trovano “idee, sensazioni, pensieri… che non sono riportati in forma di scrittura calligrafica ma trovano nel fotografico il reale linguaggio per essere, espressi, discussi e mostrati”.

Un progetto fotografico che parte, spiega Paraggio “dai miei ultimi sei mesi di produzione e che mi ha consentito di selezionare, insieme a Sergio Creazzo, 27 fotografie che indagano il luogo partendo dal concetto di superficie. L’interazione innata dell’uomo con la radice naturale del paesaggio ha prodotto nel corso dei secoli delle trasformazioni che sono di carattere fisico ed estetico“.

 

 

 

Un’interazione, quella tra uomo e ambiente, che per il fotografo ha prodotto bellezza e definito delle identità estetiche che sono rimaste impresse per sempre.

“Nell’epoca moderna, le scelte dell’uomo hanno via, via prodotto sempre meno bellezza, dovendo per altro rispondere a nuove esigenze vista l’esplosione demografica che ha portato la popolazione mondiale dai 791 milioni di persone del 1750 agli oltre 7 miliardi odierni. Numeri che non hanno necessità di ulteriori spiegazioni, ma che ci inducono a  riflettere su un punto specifico che riguarda noi e quello che c’è intorno a noi, alle trasformazioni che vediamo ogni giorno, e che alcuni come me, fotografano”.

 

 

 

Infine sul progetto specifica. “Non credo che questo sia un racconto fotografico: ci sono le superfici ed i miei luoghi, ci sono il classico ed il contemporaneo, sospesi tra una visione estetica ed un desiderio di nuova bellezza, c’è il rifiuto totale per tutto ciò che inquina il nostro guardare. C’è una sete di conoscenza più ampia, fatta di lunghe camminate, di sguardi lenti, di osservazioni più profonde, di nuove letture“.

 

 

 

Gaetano Paraggio. Nato nel 1964 a Paderno Dugnano (Mi), vive ed opera a Bellizzi in provincia di Salerno. Trasferitosi a Salerno frequenta la scuola d’arte Filiberto Menna dove si diploma nel 1984. La sua propensione all’osservazione di ciò che lo circonda lo porta ad approfondire il lavoro di grandi fotografi come Luigi Ghiri, Gabriele Basilico, i coniugi Becher e a sviluppare una propria visione degli spazi all’interno dei canoni del paesaggio contemporaneo. Ha collaborato e collabora con fotografi italiani ed europei in progetti fotografici di carattere culturale sempre sulla tematica del paesaggio. È uno dei 25 autori del progetto “Questo Paese” Curato da Fulvio Bortolozzo. Ha ideato e organizzato il concorso fotografico EXAREA dedicato alle aree dismesse e all’archeologia industriale. Ha esposto in mostre collettive su tutto il territorio nazionale.