All’inizio degli anni ’80, i movimenti si riflettevano sempre nel trio: reflusso, lotta armata ed eroina. Tre elementi che hanno caratterizzato quel tragico periodo.
Raccontare un argomento sempre più diffuso tra disagio sociale, ribellione, droga e libertà non è semplice. Eppure Veronica Barbato, fotografa freelance divisa tra Reggio Emilia e Lugano, ci è riuscita. Raccontando, oltretutto, la storia di sua sorella.
Tua sorella, un progetto nato da una lettera
“Questo progetto è nato da una lettera ricevuta cinque anni dopo la sua morte, è stata senza dubbio lei”.
“Le stesse parole, lo stesso modo di esprimersi attraverso un’altra persona, che faceva da intermediario: questa lettera mi ha salvato da un continuo collasso gravitazionale”.
A 23 anni si è suicidata e, spiega Veronica, ora le sta ridando la vita che non ha vissuto. Mi ha insegnato ad amare e questo progetto è il risultato di un riscatto sociale che vuole riportare indietro la sorella, protagonista di una vita poco vissuta.
Nell’archivio fotografico sono presenti immagini di Mary in vari travestimenti, come una vera star; inoltre sono stati inseriti colori vivaci per rappresentare le allucinazioni, frasi tratte dai suoi diari segreti. Mentre i glitter descrivono la falsa illusione delle droghe, mescolando passato e presente.
“Con lei la mia infanzia non ha mai perso la sua magia, con lei non ha mai perso il suo dramma. L’amore non finisce, la morte non ci separa”.
Una mostra on the road seguendo lo stile della street art
Orientandomi verso la contemporaneità, utilizzando il linguaggio e la dimensione della street art, mantenendo fede alle promesse d’amore tra sorelle e facendola girare il mondo, come non ha avuto modo fare.
Tua sorella è dunque una mostra e una strategia di comunicazione ispirata alla street art per renderla un’icona e che si sviluppa con il coinvolgimento naturale di persone e artisti in tutto il mondo.