BOLOGNA. Visitare una mostra al MAST è sempre una bella esperienza, vuoi per la location moderna suggestiva e funzionale, vuoi per l’organizzazione impeccabile ma, il piatto forte è la qualità della proposta. Continuando col proporre fotografi di altissimo livello, a poco più di venti giorni dalla fine dell’apprezzata mostra sulla fotografia industriale di David Lynch, Il MAST non si ferma e presenta in anteprima mondiale 190 immagini scattate nelle realtà industriali di vari paesi del mondo da E.O. Hoppé, uno dei più grandi fotografi dell’era moderna.
L’esposizione, le cui foto sono state scattate tra il 1912 ed il 1937, è stata curata da Urs Stathel che, in una breve conferenza, spiega il passaggio di Hoppé dalla fotografia ritrattistica, di cui era un interprete ben consolidato, al fascino della grandiosità dei siti industriali di tutto il mondo, di come questi scatti siano rimasti nascosti in un archivio fotografico londinese per molti anni e solo recentemente riscoperti. Da qui il titolo della mostra “Il segreto svelato”.
Nella Gallery del MAST è possibile vedere straordinari scatti di vita lavorativa di quella seconda rivoluzione industriale, immortalati da Hoppé durante i suoi viaggi esplorativi in Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, India, ed altri ancora. Momenti lavorativi quotidiani di operai alle prese con gigantesche costruzioni come il Delaware Bridge di Philadelphia oppure la realizzazione di un dirigibile alle Officine Zeppelin in Germania, mettono in risalto la grandiosità di opere colossali in antitesi con la normalità di un giorno lavorativo di chi contribuiva alla propria realizzazione.
Pensando costantemente al mondo in cui viviamo e alla tecnologia di cui disponiamo, vedere poi fotografie di gigantesche sale di controllo piene di tasti, manometri e mille indicatori, fa allo stesso tempo sorridere e pensare ad un tempo che sembra così distante dal nostro. In quegli anni la corsa per accaparrarsi l’oro nero era rischiosa, rudimentale ed il fascino degli scatti di giacimenti tirati su dal nulla in poco tempo, di quelle stazioni di servizio primitive, è veramente forte. Accanto alla fotografia industriale, impressionante e suggestiva, una selezione di scatti propone uno scorcio di vita degli anni ’20 e ’30, ambienta la realtà industriale e la gente dell’epoca. Scatti di banchieri della borsa di Londra che sembrano così distanti dal rumore e dallo sporco delle fabbriche, e di chi, disoccupato, quello sporco lo sogna.
Il viaggio a ritroso in quegli anni, continua al MAST in uno spazio dedicato a “side event” in cui, in una gigantesca camera oscura, diversi proiettori mostrano immagini digitali di un altro lato del lavoro di Hoppé. Vengono presentati ritratti di personaggi celebri e gente semplice, paesaggi e nudi di donne, di cui Hoppé era molto affascinato, partecipando in veste di giurato a molti concorsi di bellezza.
Una mostra completa, appagante, che permette di avere una panoramica esauriente sul lavoro di Hoppé e che ci fa vivere coi suoi occhi e con gli occhi della gente, un periodo storico grigio del fumo delle fabbriche ma brillante per intenti ed opere.